Benito Mussolini e Violet Gibson


Francesco Cecchini


Fefè Editore ha pubblicato ” 7 aprile 1926: attentato al duce. Violet Gibson, capace di intendere e di volere?”. A cura di di Giovanni Pietro Lombardo, con interventi di Gabriella Romano regista e saggista, Giovanni Pietro Lombardo, professore ordinario di storia, Giovanni Tessitore, Rosanna de Longis, direttrice di biblioteca di storia. Collana:Pagine Vere / 52 Pagine: 260 Prezzo: € 17 ISBN 9788894947519

ATTENTATO
Benito Mussolini nei primi anni della dittatura era ammirato e non solo in Italia. Il re d’ Inghilterra gli aveva conferito l’ Ordine di Bath. Sapeva parlare con retorica e piaceva il suo saluto romano. Il 7aprile 1926, a Roma vicino al Campidoglio una signora irlandese di mezza età si fece strada tra la folla che lo aspettava dopo il suo discorso a una conferenza internazionale del Collegio dei chirurghi. Non era venuta per ascoltarlo e ammirarlo, ma per ucciderlo con un colpo di pistola. Lo avvicinò, ma mentre premeva il grilletto Mussolini mosse la testa e gli colpì di striscio il naso. Poi la pistola, un revolver modello 1892, si inceppò. Violet Gibson venne assaltata dai sostenitori di Mussolini, fino all’ intervento della polizia che la arrestò. Dopo un periodo di detenzione in Italia, venne trasferita in Inghilterra per evitare l’ imbarazzo di un processo pubblico. Qui su richiesta della famiglia venne ricoverata nella clinica psichiatrica di Northampton, fino alla sua morte nel 1956. Quella di reclamare l intervento dello Stato, dicendo “nostra figlia ha un problema mentale”, era nelle famiglie irlandesi e inglesi dell epoca un metodo abbastanza diffuso. Era una strada molto semplice da seguire per sbarazzarsi di una donna atipica. Nei 30 anni di reclusione Violet Gibson scrisse molte lettere, alla propria famiglia, a Winston Churchill, alla Principesa Elisabeth e ad altri per affermare che non era ammalata di mente, ma invano.
BIOGRAFIA
Violet Gibson nacque il 31 agosto 1876 a Dublino Figlia di Edward Gibson, avvocato e politico irlandese nominato barone di Ashbourne nel 1885 e Lord Cancelliere d’ Irlanda, e della cristiana scientista Frances Colles, Violet sperimentò la teosofia prima di diventare cattolica romana nel 1902. Fu presentata come debuttante a corte durante il regno della regina Vittoria. Rifiutando gli ideali, la religione e lo stile di vita britannici, diventò pacifista, venendo schedata da Scotland Yard. Nel 1916 divenne seguace dell’ antroposofia steineriana. Nel 1925 si trasferì a Roma. Lei amava particolarmente lItalia, che aveva frequentato fin da bambina.

Violet Gibson giovane


RIVALUTAZIONE DI VIOLET GIBSON, L’ ANTIFASCISTA DIMENTICATA
Il 25 marzo il Consiglio comunale di Dublino ha approvato all unanimità una mozione per metteree una targa in onore di Violet Gibson, la nobile di origini irlandesi che il 7 aprile 1926 attentò alla vita di Mussolini, ferendolo di striscio con un colpo di pistola. La mozione traccia in poche righe la sua terribile vicenda di segregazione in un ospedale psichiatrico, senza patologie che giustificassero questo trattamento, per togliere dallimbarazzo di un processo politico la sua famiglia e il regime.
Il primo firmatario della mozione è Mannix Flynn, consigliere comunale indipendente a Dublino, regista e scrittore. Nella mozione, definisci Violet Gibson “unimpegnata antifascista!”.
In Irlanda, la ricerca storica ha iniziato da qualche anno a rivalutare questo personaggio. Il suo percorso di vita, ricostruito in testi, articoli e documentari ci dice che Violet è stata una donna straordinaria. Non solo si oppose al fascismo in maniera cosciente, rischiando e pagando in prima persona, ma entrò anche duramente in contrasto con il suo ambiente dorigine, laristocrazia anglo irlandese, mettendo in discussione il ruolo sociale di sottomissione alla famiglia e di fedeltà alla Corona britannica che la nobile famiglia tentava di imporle. Violet rinnegò la fede protestante e divenne cattolica, rifiutò di servire limperialismo britannico e divenne repubblicana in una famiglia che da generazioni ricopriva ruoli governativi di primo piano nellIrlanda pre-repubblicana. Fece queste scelte da donna, in un contesto storico, l inizio del Novecento, in cui l essere repubblicano si pagava duramente. A ciò aggiungiamo le esperienze fatte in prima persona nei movimenti europei contro la guerra e per i diritti delle donne, che la portarono a maturare una coscienza antifascista. La straordinarietà di Violet Gibson sta nel fatto che avrebbe potuto vivere comodamente nell ambiente aristocratico della corte britannica, ma scelse di fare tuttaltro nella sua vita.
Anche ” 7 aprile 1926: attentato al duce. Violet Gibson, capace di intendere e di volere?”. edito da Fefè Editore è un contributo alla rivalutazione di Violet Gibson.

Copertina di ” 7 aprile 1926: attentato al duce. Violet Gibson, capace di intendere e di volere?”.

Copertina del libro pubblcato da Fefè Editore

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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