Manifesto della campagna ” Benetton? No grazie”. Nello sfondo la bandiera mapuche. La bandiera nazionale mapuche si chiama in lingua mapuche wenufoye, cannella del cielo. La cannella è pianta sacra per il popolo mapuche.


Francesco Cecchini


Mapuche significa popolo o gente (che) della terra (mapu), terra del popolo. Un popolo che prima gli spagnoli, ma poi, innanzitutto, i padri della patria e degli argentini di oggi tentarono di sterminare e quasi ci riuscirono. Una vaga, ma tragica contabilità parla di centinaia di migliaia di morti. Le campagne militari della Pampa o del Desierto furono vere e proprie azioni di genocidio. Ma invano i Mapuches ed anche i pochi Tehuelches che rimangono continuano a resistere e lottare. Sono un popolo tenace e duro come le loro terre, dal Pacifico all Atlantico: le due coste, Le Ande, il nord della Patagonia, la Pampa, ed i venti che le scuotono.

Terra del popolo Mapuche


Dagli anni 90 i Benetton occupano le terre ancestrali del popolo Mapuche in Argentina (1.100.000 ettari!), facendo perseguitare, incarcerare e uccidere, vedi Santiago Maldonado, chi tenta di opporsi a questa rapina. Benetton non è un modello, se non per chi vuole ancora un sistema che si basa sulla distruzione della vita degli esseri umani e della natura!
Campagna Benetton? No grazie
Una campagna fatta di gesti semplici, simbolici e solidali: diffondere un volantino via mail e social, o stamparlo, scattarsi una foto davanti a un negozio Benetton-United Colors, possibilmente in queste settimane del Natale, con il volantino o un cartello con la scritta Benetton? No grazie, metterla in rete e inviarla agli indirizzi della Rete Internazionale in Difesa del Popolo Mapuche.
https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=Rete+Internazionale+in+Difesa+del+Popolo+Mapuche.
Per ricevere volantino e informazioni:
Giorgio Schultze
Mail: giorgio.schultze@iol.it
Cell. 3356876313
Una dolorosa striscia grigia dinfinita tristezza accompagna ormai da anni tutte le azioni economico-finanziarie dei Benetton in Italia e nel mondo…
I colori liberi del mondo hanno abbandonato Benetton e si uniscono nella difesa dei Diritti del Popolo Mapuche (Patagonia-Argentina 1991-2021).
I colori liberi del mondo hanno abbandonato Benetton e si stringono intorno alle famiglie del Ponte Morandi (Genova-Italia, 14-08-2018).
Noi colori siamo luce, sole, terra, stelle, prati, alberi, cielo, mare, fiori, popoli multicolori.
Noi colori siamo di tutti e siamo formati proprio da tutti.
Noi colori non siamo un marchio registrato, non siamo una proprietà privata.
Noi colori siamo nati e resteremo sempre liberi…
Tranne quella mattina del 14 agosto 2018 quando il ponte Morandi di Genova croll, e noi colori delle valigie, dei corpi, degli abiti, dei giocattoli, degli zaini, delle scarpe ci tingemmo di rosso sangue, prima che un manto di polvere grigia, asfalto e calcinacci ci ricoprisse definitivamente.
Tranne che in Patagonia nella Gabbia di filo spinato che circonda i 900.000 ettari delle tenute dei Benetton, dove i colori del Popolo Mapuche sono stati allontanati dalla loro terra natale e dove ora abbondano solo il grigio del deserto dellanima, della morte di Santiago Maldonado (28 anni, 1° agosto 2017), di Rafael Nahuel (22 anni, 25 novembre 2017), di Elias Garay (29 anni, 21 novembre 2021), delle prigioni dove è stato rinchiuso Facundo Jones Huala (35 anni).
Tranne dove è stato imposto quel manto grigio di infinita tristezza tessuto con fili dinganno, egoismo, ingordigia, violenza, aggressività, arroganza, ingiustizia, sopraffazione, oppressione, predominio, sopruso, indifferenza verso i Popoli e abuso della Madre Terra.
Noi colori abbiamo deciso di abbandonare Benetton e rientrare nelle matite e nei pennarelli dei tanti giovani che stanno riscrivendo la storia, che chiedono terra, acque e cieli puliti,
Colori di tutto il Mondo, Unitevi!
Per la difesa della Madre Terra! Per la difesa dei Diritti dei Popoli!
Estratto da una lettera inviata nel 2004 a Luciano Benetton dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel: Signor Benetton, lei ha comprato 900 mila ettari di terra in Patagonia (Argentina) per aumentare le sue ricchezze e il suo potere e agisce con la stessa mentalità dei conquistatori: non ha bisogno di armi per raggiungere i suoi obiettivi, ma uccide ugualmente utilizzando i soldi… Si è avvalso del denaro e della complicità di un giudice senza scrupoli per togliere le terre a unumile famiglia di fratelli Mapuche…Vorrei ricordarle che Mapuche significa uomo della terra e che esiste una comunione profonda tra la nostra Pachamama, la Madre Terra e i suoi figli… Gli indigeni hanno soprannominato la sua tenuta la Gabbia, cinta con il fil di ferro, chiusa, che ha imprigionato i venti, le nuvole, le stelle, il sole e la luna; la vita è scomparsa perché tutto si riduce a un valore in termini economici e non in conformità allarmonia della Madre Terra. Tutti siamo di passaggio su questa Terra. Quando arriviamo stiamo già partendo, non possiamo portare niente con noi. Possiamo però lasciare dopo il nostro passaggio le mani piene di speranza per costruire un mondo più giusto e fraterno per tutti.

Fuori Benetton dal territorio Mapuche

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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