Ho seguito senza perdere un parola l’intervista di Papa Francesco a Che tempo che fa.
Sono ateo, ma quando ho sentito il Papa definire putretudine il clericalismo, ho provato un senso di liberazione, perché questa sua affermazione non tocca solo i credenti, ma tutti noi. Il clericalismo in Italia è sempre stato un blocco politico e di potere reazionario, che ha profondamente condizionato nel male la vita del paese. Anche oggi il clericalismo è la bandiera delle destre peggiori. Di Papi clericali ce ne sono stati tanti, ma un pontefice che condannasse il clericalismo chiamandolo con il suo nome non lo ricordo.
Papa Francesco ha deciso di aprire l’intervista a Fabio Fazio parlando dei venti di guerra che attraversano l’Europa, ma non ha usato le parole neutre ed in fondo complici di Mattarella. Egli non solo ha detto no alla guerra, ma ha parlato delle armi e del commercio degli strumenti di morte. Basterebbe un anno di spesa militare per sfamare il mondo, ha detto.
Chiudete gli arsenali ed aprite i granai disse Pertini, riprendendo una parola d’ordine dei socialisti radicali del primo novecento.
L’accoglienza ai migranti è un obbligo morale e sociale anche per le guerre infami da cui essi fuggono e quello che l’Europa fa contro di essi è criminale. Le parole del Papa contro i lager dove i migranti sono rinchiusi per conto della Unione Europea, quelle parole sono le nostre. Così come nostre sono le sue parole sulla crisi climatica, che per lui come per noi è strettamente connessa alla questione sociale, alle terribili ingiustizie della mondo, che nessun greenwashing capitalista e multinazionale potrà mai minimamente risolvere.
Bisogna partire dalle persone, da quelle che soffrono, da quelle sfruttate e oppresse; non so se quando il Papa parla di esse intenda la stesso idea di riscatto che abbiamo noi che vogliamo il socialismo, ma so che quello che afferma non è estraneo alla lotta per rovesciare questa devastante società del profitto.
Certo con questo Pontefice non siamo d’accordo sull’aborto e su altri temi di fondo delle libertà civili e se Fabio Fazio avesse avuto il coraggio di porre una domanda su questi temi sarebbe stato meglio, anche per il valore dell’intervista.
Ma resta il fatto che le semplici e umanissime parole di Papa Francesco sono un formidabile sostegno a chi non ha rinunciato, anche in queste nostre ricche e ingiuste società occidentali, a lottare per l’eguaglianza e la giustizia, anche quella verso la natura.
Marx diceva che gli esseri umani si pongono i problemi quando possono pensare di risolverli. Ecco, io che non credo nella Provvidenza penso che il fatto che le parole del capo della Chiesa cattolica portino tutte alla necessità del cambiamento della società, sia il segno che questo cambiamento non solo è necessario, ma è possibile.
Socialismo o barbarie, grazie Papa Francesco.

Giorgio Cremaschi PaP

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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