– Renato G. Napoli

Se esiste un allarme guerra che ci preoccupa, non da meno, ci dovrebbe essere un allarme, ancora più emergente, sul clima nei suoi cambiamenti che, passando quasi in sordina, dovremmo avere sotto gli occhi.

I Fridays For Future li hanno sempre bene a mente, infatti abbiamo letto della loro mobilitazione per il giorno 25 marzo prossimo ci ricordano che: “Un pianeta sano e vivo non potrà mai coesistere con qualsiasi conflitto armato, inutile, devastante”.

Nel frattempo in questi giorni è uscito, ma poco se ne è parlato, il secondo volume (WGII) del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC.

Cosa è? Cosa viene riportato su tale rapporto? Quanto lo dovremmo tenere in debita considerazione?

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Istituito nel 1988, nello stesso anno l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dato, all’United Nations Environment Programme (UNEP), e alla World Meteorological Organization (WMO) l’avvallo alle loro dichiarazioni emergenziali.

Migliaia di ricercatori provenienti da tutto il mondo contribuiscono al lavoro dell’IPCC, su base volontaria, esaminando e valutando le più recenti informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche prodotte in tutto il mondo, per la comprensione dei cambiamenti climatici.

I Governi dovrebbero tenere in debita considerazione l’attività dell’IPCC in quanto produce periodicamente i “rapporti di valutazione scientifica sullo stato delle conoscenze nel campo del clima e dei cambiamenti climatici (Assessment Reports)”. I loro report sono da tenere in particolare attenzione poiché argomentano la ricerca e la valutazione degli scienziati-ricercatori sulle valutazioni ritenute di particolare interesse scientifico, fornendo supporto alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC).
Nel rapporto presentato viene evidenziata la sempre più forte esigenza di trovare soluzioni affinché si trovino urgenti ed immediate soluzioni ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo.

Hanno presentato il rapporto italiano Antonio Navarra, presidente del CMCC focal point per l’Italia, Piero Lionello, dell’Università del Salento e autore principale del IPCC AR6 WGII, Francesca Spagnuolo, della Scuola superiore S.Anna di Pisa e anch’essa autore principale del IPCC AR6 WGII e Gustavo Naumann, della Fondazione CIMA col suo contributo alla realizzazione del rapporto

Il presidente del IPCC, Hoesung Lee, nel presentare quest’ultimo rapporto ha dichiarato: “Questo rapporto è un terribile avvertimento sulle conseguenze dell’inazione. … Mostra che il cambiamento climatico è una minaccia grave e crescente per il nostro benessere e per un pianeta sano. Le nostre azioni di oggi determinano il modo in cui le persone si adattano e la natura risponde ai crescenti rischi connessi ai cambiamenti climatici”. Lee spiega che questo rapporto: “Esso riconosce l’interdipendenza tra clima, biodiversità e persone e integra le scienze naturali, sociali ed economiche in modo più forte rispetto alle precedenti valutazioni dell’IPCC… Il rapporto sottolinea l’urgenza di un’azione immediata e più ambiziosa per affrontare i rischi climatici. Le mezze misure non sono più una possibilità”

Riportano CMCC e IPCC che:
È necessaria un’azione urgente per affrontare i rischi crescenti.

La guerra in atto di certo non aiuta.

https://www.pressenza.com/it/2022/03/nuovo-rapporto-onu-sul-clima/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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