I molti Giuseppi Conte


Francesco Cecchini


Il primo ministro Mario Draghi ha dato le dimissioni, che però sono state repinte dal presidente Matarella e quindi il prossimo mercoledì dovrà presentarsi in parlamento. Le ragioni delle dimissioni sono state l’ astensione dei Cinque Stelle nel voto di fiducia sul Decreto Aiuti al Senato. Le dimissioni di Draghi non mancheranno. Il bilancio del suo governo è fallimentare come il complesso di una carriera costruita con la svendita del nostro paese e poi lo strangolamento della Grecia. Anche nella scelta di dimettersi evidenzia la solita malcelata arroganza e il suo disprezzo per la democrazia costituzionale. Rimangono i problemi che il governo Draghi non ha voluto affrontare: carovita, precarietà del lavoro, bassi salari, crescita della disuguaglianza e della povertà, questione ambientale, mancato rilancio del settore pubblico a partire da sanità e scuola – Il casus belli è stato l’inceneritore di Gualtieri su cui si è compattata tutta la coalizione di governo, ma va ricordato che Draghi e Orlando hanno anche di fatto detto no al salario minimo. E’ necessaria  un’alternativa popolare e pacifista a questa classe dirigente che ha impoverito il paese e ci ha portato in guerra. Il percorso verso l’Unione Popolare avviato con De Magistris e altre forze politiche come Rifondazione Comumista, Potere al Popolo e altre è sempre più necessario.
Comunque M5s è piombato nel caos, in riunione permanente e sempre più diviso tra governisti e antigovernisti. Il Movimento 5 Stelle è dilaniato tra quanti vogliono continuare con l’esperienza di governo e quanti chiedono una cesura netta.
Tra i primi, ci sono i tre ministri M5s che hanno respinto l’ipotesi di dimettersi Tra i secondi ci sono i parlamentari fedeli al presidente Cinque Stelle, sempre più insofferenti all’interno della composita ed eterogenea compagine di governo e convinti, anche per le pressioni che arrivano dai territori, che all’opposizione si potrebbe tornare alle parole d’ordine fondative del movimento e recuperare così parte del consenso perduto.  Da quando è nato il governo Draghi, il M5s è crollato nei sondaggi dal 33 al 10% circa. Significativa la scelta di Davide Crippa, capogruppo M5s alla Camera, di convocare per oggi pomeriggio l’assemblea dei deputati pentastellati, bypassando lo stesso presidente Conte che, quasi a voler rispondere alla sfida, ha riconvocato il Consiglio Nazionale. Un bordello continuo, insomma.  Il garante del Movimento, Beppe Grillo, è intervenuto sulla vicenda dicendo che ciò che è stato fatto è “giusto e il Movimento 5 Stelle sta facendo il Movimento 5 Stelle“, quasi ad anticipare la sua dichiarata volontà di tornare a fare il comico in teatro.
Che Giuseppi Conte, considerata la situazione, non riesce a controllare quello che rimane di M5s stia pensando di aderire a Articolo 21, visto le lodi che sta ricevendo da Pierluigi Bersani?  Che Articolo 21 sia d’accordo di accogliere Giuseppi?

Giuseppi Conte e Pierluigi Bersani

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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