Gabriele Germani

Macron nel suo viaggio in Africa, con un po’ di mitomania, ha rilanciato il ruolo francese come garante militare, lotta al terrorismo. Grandi buchi nell’acqua, anche alla luce di quanto accaduto in Mali.

Il viaggio di Macron in Africa

Macron vola in Africa per contrapporsi simbolicamente al viaggio del ministro russo Lavrov. Il premier francese ha parlato di ipocrisia sul non condannare in modo unanime la Russia e l’intervento in Ucraina.
Come un missionario gira nel continente a fare lezioni di morale.

Il discorso più duro è stato fatto in Camerun (paese che ha fatto accordi militari con la Russia), prima colonia tedesca poi diviso a metà tra Francia e Regno Unito.

Con un po’ di mitomania, ha rilanciato il ruolo francese in Africa, garante militare, lotta al terrorismo. Grandi buchi nell’acqua, anche alla luce di quanto accaduto in Mali.

Non poche voci in Africa, iniziano a chiedersi se il condominio russo-cinese (russi in ambito militare e cinesi in ambito commerciale e del credito) non sia più efficiente nell’aiuto. Tutto questo senza pretendere grandi cose in cambio (specie rispetto al passato).

I cinesi non vogliono imporre uno yuan africano o la borsa di Shangai per comprare e commerciare con l’estero; i russi non hanno gestito un grande impero coloniale per imporre lingua, istituzioni e monete.

Il tentativo francese di rilanciarsi in Europa e nel mondo (mediando in Ucraina, facendo da contraltare unionista a una Germania in caduta libera, andando in Africa a spiegare bene e male), sembra il colpo di coda di chi si prende ancora un po’ troppo sul serio e intanto viene assediato da amici e nemici (UK, USA e Turchia, solo per restare nella NATO).

Macron va a raccontare che la Francia non interverrà più in Africa da protagonista esclusiva, ma che si affiderà più ai leader locali. Una mossa obbligata spacciata per saggezza e paternalismo (del buon padre di famiglia) che mostra sempre più il buco nero in cui stanno cadendo.

Lavrov nell’ultima tappa in Etiopia ha concluso dicendo: “Spetta a noi decidere se vogliamo un mondo in cui un Occidente, totalmente sottomesso agli Stati Uniti, creda di avere il diritto di decidere quando e come promuovere i propri interessi senza rispettare le norme internazionali”.
Chiaro il messaggio.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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