Repubblica ci informa che un attacco ucraino ha polverizzato la base dei mercenari Wagner a Popasna; “un colpo secco al cuore di Putin“. Da semplici verifiche le cose sarebbero andate in maniera assai più “modesta”.
Di Francesco Dall’Aglio*
Colpita base della Wagner a Popasna?
Appena letto che era stata colpita la base della Wagner a Popasna, qualche ora dopo che ci era stato Prigozin in visita, mi sono detto “Adesso Repubblica subito (vabbè, tra 12 ore) ci fa un articolo pieno di fesserie“. E non mi sbagliavo
Andiamo in ordine: l’edificio in questione non è quello di cui hanno messo la foto, è quello della foto due, graziosamente da me fornita. Dalla foto due si nota che la base non è “polverizzata” come nella foto uno, e che i missili sono stati una salva intera, non “un colpo secco al cuore di Putin“.
Un colpo solo, un missile “HIMARS” come deamicisianamente scrive l’eccellente rimpiazzo di Di Feo, Brunella Giovara (“la nostra inviata”? Ma perché, Repubblica ha gente sul campo? E dove?).
Infine, la base non è stata individuata “dopo che un giornalista russo ne aveva pubblicato l’indirizzo” (il giornalista si chiama Sergej Sreda, tra l’altro, non “un giornalista russo“), ma a causa di una foto da lui scattata e pubblicata, con un semplice lavoro di geolocalizzazione
Anche il Kyiv Independent pubblica foto a caso di un capannone bruciato.
Questa insistenza da parte ucraina nel mostrare più devastazione di quanto realmente avvenuta e nel non comunicare alcun numero di perdite mi conferma innanzitutto che probabilmente il conteggio fatto da fonti russe è corretto (un morto e due feriti, non proprio “un colpo secco al cuore di Putin”), e poi che l’efficacia degli HIMARS deve essere sempre riproposta al pubblico occidentale (che è quello per cui scrive il Kyiv Independent) perché, come volevasi dimostrare, sia per numero che per caratteristiche non sono stati il gamechanger che si era detto sarebbero stati e bisogna in qualche modo giustificare la spesa.
* ripreso da Francesco Dall’Aglio ricercatore dell’Istituto di Studi Storici dell’Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria)