Ci è arrivato anche Conte.

Il leader del M5S oggi lancia le 36 ore. Si tratta di una proposta dai contorni generici che echeggia con più di due decenni di ritardo la nostra. D’altronde anche il reddito di cittadinanza e l’acqua pubblica erano rivendicazioni di Rifondazione e della sinistra radicale.

Colpisce la genericità di Conte. 36 ore ormai è rivendicazione obsoleta. La riduzione d’orario a fronte del progresso tecnologico così veloce dovrebbe essere oggi di 30-32 ore settimanali. E soprattutto andrebbe definita per legge. Altrimenti si tratterebbe solo di una “sperimentazione” per qualche azienda di punta non di una generale redistribuzione del lavoro, o impegno contrattuale solo per alcune categorie.

Come ricorda l’intervistatore nel 1997-8 noi del Partito della Rifondazione Comunista proponemmo la riduzione dell’orario di lavoro per legge a 35 ore settimanali. Per noi si tratta di una rivendicazione storica: lavorare meno, lavorare tutte/i.

Ci massacrarono i giornali dei padroni e il centrosinistra rifiuto’ una proposta che invece fu approvata in Francia dal governo di sinistra di Jospin. Purtroppo anche la Cgil si schierò contro in nome della contrattazione (in realtà della sua subalternità al centrosinistra). Una posizione sindacale smentita dai fatti e dalla storia: la lotta per la regolamentazione per legge dell’orario di lavoro è stata una bandiera del movimento operaio fin dalle origini.

Il risultato è che di fatto gli orari di lavoro si sono allungati invece di ridursi nonostante gli aumenti di produttività. Perché lavoratrici e lavoratori hanno perso potere contrattuale e gli orari reali sono molto più lunghi e anche sottopagati.

Nell’epoca dell’intelligenza Artificiale abbiamo da un lato persone che lavorano troppo e dall’altro un’alta disoccupazione. Ridistribuire il lavoro è una misura indispensabile.

Comunque che M5S faccia propria una nostra proposta ci fa piacere anche se la maniera edulcorata ricorda più il marketing che una reale determinazione.

Dire – come fa Conte – che questo obiettivo si può raggiungere solo se sono d’accordo le imprese significa prendere in giro la gente.

Se si aspettava che fossero d’accordo gli imprenditori non sarebbe stato abolito neanche il lavoro dei bambini.

Le leggi si fanno per difendere la parte che è più debole sul mercato del lavoro.

Noi di #UnionePopolare presenteremo una legge per la riduzione a 32 ore per tutte/i a parità di salario. Una proposta identica è nel programma della #Nupes di Melenchon in Francia.

Maurizio Acerbo PRC

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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