Bombay e lo slum di Dharavi


Francesco Cecchini

BOMBAY MERI HAI  ( BOMBAY E’ MIA)   

 Vieni dall’Inghilterra, vieni dalla Scozia, vieni dall’Irlanda                  

Vieni dall’Olanda, vieni dalla Polonia, vieni da qualsiasi posto                         

Se stai cercando una vacanza piacevole                  

  Vieni a Bombay, vieni a Bombay, Bombay meri hai Ciao, Bom Bom Bom Bom Bombay meri hai                     

Ciao, Bom Bom Bom Bom Bombay meri hai                   

 Le nostre ragazze sono belle, sono così saporite Bom Bom Bom Bomba Bombay evviva!                  

Indossa un dhoti, metti un topi e un piccolo coati     

La mini o il bikini ti stanno così bene mia cara         

Se non sei  gay, allora puoi vivere come un sadhu (Baba)                        

 Vieni a Bombay, vieni a Bombay, Bombay meri hai Ciao, Bom Bom Bom Bom Bombay meri hai         

 Ciao, Bom Bom Bom Bom Bombay meri hai

Questa è la versione originale della canzone Bombay meri hai, cantata da Uma Pocha (la sorella maggiore di Usha Uthup). È stato rilasciato nel 1969 ed è diventato un successo immediato. Era una caratteristica regolare di matrimoni e feste anche molti anni dopo la sua uscita. Questa canzone è diventata popolare non solo in India ma anche in Sri Lanka e ha ispirato una cover singalese intitolata “Ran Ran Ran”. È stato registrato due volte: uno come assolo da Milton Silva

Il link con il video della canzone Bombay meri hai è il seguente:  

ORIGINE DI BOMBAY
Originariamente Bombay  sette isole facevano parte del regno di Ashoka. Dopo la morte di Ashoka, innumerevoli governanti della dinastia Silahara presero il controllo fino a quando il Regno di Gujarat annesse le isole nel 1343 d.C. e rimase tale fino al 1543 d.C. Nel 1543 d.C., i portoghesi presero le isole da Bahadur Shah di Gujarat e rimasero sotto il loro controllo fino al 1661. I portoghesi chiamarono il luogo Bom Bahia, Dopo questo periodo, le isole furono cedute come dote a Caterina di Braganza quando sposò Carlo II d’Inghilterra. Egli, a sua volta, affittò le isole alla Compagnia delle Indie Orientali durante la loro colonizzazione nel 1668 e fu allora che la città fu chiamata Bombay. Nel giro di sette anni, la popolazione della città passò da soli 10.000 a 60.000 nel 1675. Dopo che la popolazione della città cominciò a crescere, la Compagnia delle Indie Orientali trasferì ufficialmente la sua sede da Surat alla nuova città chiamata Bombay.
L’Hornby Vellard fu uno dei primi progetti di ingegneria intrapresi a Mumbai. William Hornby, il governatore di Bombay, avviò il progetto all’inizio del XVIII secolo, nonostante la dura opposizione della Compagnia delle Indie Orientali. Da quel momento, la città cominciò a prendere forma con diversi progetti di ingegneria civile in corso, segnando la nascita della rivoluzione industriale. Le sette isole furono finalmente fuse in un’unica massa nel 1845, e nel 1853 fu realizzato il primo collegamento ferroviario del paese tra Bombay e Thane. La città fu sotto il dominio della Compagnia fino alla rivolta del 1857.
L’apertura del Canale di Suez nel 1869 significò anche l’apertura dei collegamenti tra Bombay e il resto del mondo, facendo sì che Bombay diventasse uno dei principali porti dell’India. Poco prima di ottenere l’indipendenza, la città fu testimone di disordini indù-musulmani su larga scala che portarono a colossali massacri e disordini.
BOMBAY
Post-indipendenza, la città si espanse drasticamente e una serie di città suburbane furono incorporate nei limiti della città come Borivali, Andheri, Malad, Thane e Bandra. Nel 1960, Bombay divenne la nuova capitale del Maharashtra. I grattacieli, l’architettura torreggiante, la Borsa di Bombay, le strade asfaltate e il boom del settore secondario e terziario cambiarono lo status della città e la portarono ad essere una delle prime quattro città del paese. Oggi, Bombay è una delle città più popolosa del mondo. La popolazione nel 2022 sarebbe di 20. 822.  668.
Lo scrittore Suketu Mehta chiama Bombay Maximum City,  Città Massima. Pubblicato nel 2005 e in Italia da Einaudi nel 2015 il saggio, che mette a nudo tutte le contraddizioni di questa metropoli, dalla malavita alla prostituzione ai  contrasti religiosi, al ruolo dell’ industria cinematografica di Bolliwood agli slums, è ancora valido per capire Bombay. Meglio, la Bombay raccontata da Suketu Mehta esiste ancora.  
 Bombay non è solo una città, ma un  piccolo continente di una ventina di milioni di abitanti dove si parla marathi, gujarati, hindi, urdu, bengali, tamil, malayalam,inglese; si pratica induismo, islam, cristianesimo, zoroastrismo e vi sono tutte le caste dai bramini ai paria.

Copertina di Maximum City
MUMBAI
Nel 1995 quando il Shiv Sena, che emerse come un partito etnico-shovinista, prese il potere nel Maharashtra, cambiò il nome di Bombai in Mumbai. Un nome spesso usato nelle lingue locali che deriva da Mumba Devi, la dea indù protettrice degli abitanti pescatori originari dell’isola di Koli. Tuttavia, molti residenti chiamano ancora la loro città Bombay. Lo stesso in tutta l’India.
SLUMBAI
Quasi il 60% di Bombay  sono slums , tanto che viene chiamata Slumbai o Slumbay.

Video che brevemente racconta Dharavi, il più grande slum di Bombay è il seguente

Dal romanzo Rosso Bombay di Francesco Cecchini. Pramod Blus Sing, attore di Bollywood alla deriva e Pash, Pashurati, un giovane nepalese, amico di Blues e simpatizzante maoista visitano lo slum Dharavi per contattare dei naxaliti. Il maggior problema per i naxaliti è il passaggio dalle campagne del corridio rosso agli slum delle città.

Dharavi durante il monsone

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy