Il comunicato della Bce è una dichiarazione di guerra contro i popoli e, in particolare, contro il nostro paese. Si torna al rigore sul debito proprio quando la guerra ci sta sprofondando nel disastro.

L’inflazione non è causata da un’ondata di aumenti salariali ma dalla speculazione su energia e dalla guerra.

Invece di imporre regole alla speculazione finanziaria la Bce decide di far pagare le conseguenze della guerra ai popoli.

La decisione di alzare i tassi è gravissima e antipopolare. Si conferma che le classi dirigenti europee, sono al servizio del grande capitale finanziarizzato.

Se l’Italia avesse una classe dirigente decente fedele alla Costituzione chiederebbe le dimissioni di Lagarde. Dietro l’apparente follia delle scelte della Bce c’e’ la lucida difesa degli interessi di un capitalismo predatorio senza scrupoli.

Emerge di nuovo che i trattati europei – che solo noi di Rifondazione Comunista non votammo – assegnano alla Banca Centrale un ruolo nefasto.

Per frenare inflazione bisogna fermare la guerra, le sanzioni e la speculazione sul gas. Bisogna finirla con le politiche UE di liberalizzazione del mercato energetico che hanno dato il via libera alla speculazione finanziaria.

In questo scenario il ritorno alla linea del rigore avrebbe conseguenze sociali e economiche devastanti.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, candidato di Unione Popolare con Luigi de Magistris

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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