Il dilettantismo, il pressapochismo, la sprovvedutezza delle dirigenze europee davanti all’escalation in Ucraina, che dopo aver svuotato gli arsenali, stanno per devastare i propri paesi con la penuria energetica, è angosciante.

L’escalation in Ucraina e l’Europa imbelle

Di Andrea Zhok*

La Russia ha deciso di far tenere a breve i referendum per l’annessione delle repubbliche di Lugansk e Donetsk, dall’esito del tutto scontato, che sanciranno la trasformazione delle due province in territorio russo.

Simultaneamente la Duma russa ha introdotto una serie di norme prodromiche alla legge marziale.

Questo significa quasi certamente che la Russia ha deciso di cambiare il livello dello scontro, passando da “operazione speciale” a “guerra“, con connessa mobilitazione (parziale, come annunciato da Putin nel discorso alla nazione di poche ore fa)

Finora la Russia aveva messo in campo una quantità molto ridotta di truppe, contando sulla propria superiorità tecnologica per mettere termine con successo all’operazione e liberare definitivamente i territori russofoni contesi.

La controffensiva ucraina delle scorse settimane ha visto però l’impiego oltre che del meglio dell’esercito ucraino, già in mobilitazione totale da mesi, anche del meglio dell’armamento Nato, il che ha colmato la differenza tecnologica tra i due eserciti.

A questo punto, anche se il successo della controffensiva è stato molto limitato, è chiaro che la Russia non può più combattere “a mezzo servizio”, ma deve impegnarsi sul serio se vuole raggiungere gli obiettivi annunciati, cioè la messa in sicurezza delle popolazioni russofone

Questo compito peraltro è diventato più complesso perché gli armamenti Nato hanno una gittata molto superiore a quelli precedentemente disponibili, il che richiede per “mettere in sicurezza” i russi la creazione di una estesa buffer zone al di là del Donbass.

Questa nuova situazione è certamente un problema per Putin, che sperava chiaramente di poter ottenere i suoi risultati facendo percepire sul fronte interno disagi minimi. Se confermata, la mobilitazione, anche parziale, farà passare il conflitto ad un livello superiore e drammatico.

Come detto da tutti quelli che ragionavano sin dall’inizio, la Russia non è nelle condizioni politiche per “cedere” o “arretrare”.

Quello che sta accadendo è già alle sue porte di casa e un cedimento significherebbe un rischio per la tenuta stessa del paese.

Dunque la dirigenza russa ha davanti solo un’alternativa, ed è vincere, ottenendo gli obiettivi annunciati. Gli armamenti occidentali hanno ottenuto il primo risultato che gli USA desideravano, cioè hanno fatto sanguinare l’orso russo. Ma il secondo obiettivo americano, cioè il collasso e lo smembramento della Russia (obiettivo reso esplicito da diversi Think Tank governativi) non può essere tentato senza condurre ad un conflitto totale, anche nucleare.

La situazione perciò, proprio come paventato da tempo, è ora la seguente: o la Russia, attraverso la mobilitazione ottiene i risultati desiderati e travolge l’esercito ucraino, già duramente provato, oppure si profila lo spettro di una guerra totale, che è un altro nome per la Terza Guerra Mondiale.

Chi pensa che il problema sia Putin non ha ancora capito che Putin qui è il moderato, e che dietro di sé ha da tempo generali e consiglieri che premono per andare ad uno scontro senza guanti (lo stesso ex premier Medvedev non perde occasione per spingere per un’azione più radicale). Il giorno, altamente implausibile, in cui Putin fosse sostituito dall’interno, sarebbe per fare posto a qualcuno di assai più pericoloso, qualcuno che promette di usare tutto il potenziale militare russo, senza remore.

Il dilettantismo, il pressapochismo, la sprovvedutezza delle dirigenze europee, che, dopo aver svuotato gli arsenali, stanno per devastare i propri paesi con la penuria energetica è angosciante.

Gente che non capisce che siamo noi europei la prima linea sia nella guerra energetica, sia in una guerra militare, e che non siamo nelle condizioni di sopravvivere né all’una né all’altra non dovrebbe gestire neppure un condominio.

Purtroppo questa è gente abituata a pensare che l’ordine dei problemi di cui preoccuparsi sono se la brioscia nei caffè di Bruxelles è abbastanza fragrante o se i loro bimbi giocano con balocchi equi e solidali

La rapidità con cui tutto si schianterà coglierà di sorpresa anche loro. E mentre metteranno in salvo le proprie famiglie verso un buen retiro in Florida manifesteranno certo tutta la loro costernazione: “Chi mai avrebbe potuto pensarlo?”

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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