(Foto di Dario Lo Scalzo)

 – Giovanni Caprio

E nessuna consapevolezza tra i “carnefici”: solo il 13% si dice pentito. Sono i dati dell’indagine condotta da TF Group srl, società di analisi e ricerche e gestione della reputazione online, per conto di PermessoNegato.it APS, no-profit di promozione sociale che si occupa del supporto alle vittime di Pornografia Non-Consensuale, di violenza online e discorsi di odio. Attraverso un questionario online sottoposto ad un campione statistico di 2.000 casi, rappresentativi della distribuzione della popolazione italiana secondo criteri di sesso, età e regione di residenza, sono stati misurati i comportamenti e gli atteggiamenti degli italiani sul tema della pornografia non consensuale, più noto come “Revenge Porn” (irevenge porn è una pratica illegale, che consiste nella diffusione di materiale intimo e privato, determinata dall’art.612-ter del Codice Penale).

Dall’indagine emerge- in particolar modo– che il 4% degli italiani è stata vittima di Revenge Porn, che quasi il 9% conosce una vittima, che l’età media delle vittime è di circa 27 anni, che le vittime per il 70% sono donne e il 30% uomini, mentre il 13% appartiene alla comunità LGBQT+. Dai dati della ricerca risulta che il fenomeno è abbastanza noto alla maggioranza degli italiani (il 75% ne ha almeno sentito parlare), ma il 17% è convinto che il fenomeno non costituisca un reato in Italia, quota che sale addirittura al 35% tra le vittime. E anche per tale motivo la metà di esse dichiara di non aver fatto denuncia. Si registra, insomma, una scarsa consapevolezza della gravità del fenomeno che fa sì che in Italia la produzione e diffusione di immagini o video intimi o con contenuti sessuali privati risulti molto diffusa: 1 italiano su 6 ha prodotto questo tipo di contenuti almeno una volta e la metà di essi ha ammesso di averli condivisi con altri. Spesso la ri-condivisione non autorizzata di immagini o video intimi si verifica in seguito all’invio del contenuto a qualcuno “di cui ci si fidava”. Questo tema della perdita di fiducia nel prossimo, oltre che nella giustizia, ritorna anche tra le conseguenze psicologiche e sociali maggiormente evidenziate dalle vittime: il senso di abbandono e solitudine si somma alle conseguenze psicologiche maggiormente segnalate quali depressioni o ansia, cambiamenti di abitudini sociali e difficoltà nelle relazioni.

Solo il 50% sporge denuncia e le vittime non denunciano principalmente perché spesso si cerca di “mediare” con l’autore del gesto, sperando di rimuovere il contenuto, oppure perché si prova troppo imbarazzo per agire (nel 50% quando sono vittime gli uomini). Tuttavia, è anche diffusa la sfiducia nelle autorità: il 32% teme che la vicenda possa diventare di dominio pubblico, il 13% teme avvisi giudiziari presso la propria abitazione, il 7% dichiara di non aver fiducia nel sistema giudiziario e, addirittura, il 10% teme ripercussioni da parte della persona denunciata. Tra i “carnefici” non c’è pentimento: solo il 13% dichiara di aver sbagliato, il 10% si giustifica con il non essere a conoscenza che il contenuto non fosse consensuale, ma la maggioranza lo ritiene un fatto divertente o comunque non offensivo.

Qui la ricerca completahttps://www.permessonegato.it/doc/PermessoNegato_Ricerca_Revenge_2022.pdf.

Il 10 ottobre scorso, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, “Permesso negato” e “Tconsulta” hanno inaugurato il primo sportello di soccorso psicologico destinato- gratuitamente- a chi è vittima della divulgazione non consensuale di materiale intimo e pornografico. Questo Primo soccorso psicologico si articola in un incontro in un “luogo sicuro” online a cui si può accedere previa prenotazione, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, nella helpline di Permesso negato. Il percorso gratuito –a cui tutti avranno accesso– comprende fino a tre consulenza virtuali, per venire incontro anche alle persone in località distanti da servizi di ascolto. Quando necessario, le vittime di revenge porn potranno anche fruire di un counseling aggiuntivo. Si tratta di un supporto rivolto alle vittime indipendentemente dal genere, gratuito ed erogato in modalità audio video con le più moderne tecnologie di interazione.

Per maggiori informazionihttps://www.permessonegato.it/#home;

https://www.pressenza.com/it/2022/10/revenge-porn-in-italia-2-milioni-di-vittime/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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