Il 3 maggio 2021 Luana D’Orazio, giovane operaia e mamma, in una fabbrica tessile di Prato veniva divorata da una macchina a cui mancavano i più elementari sistemi di sicurezza. Ora i padroni della fabbrica se la cavano da tutte le loro gigantesche colpe con un ridicolo patteggiamento. Non è un caso isolato
Con 1500 morti di lavoro all’anno non c’è un solo dirigente, manager, padrone in carcere.
Ad ammazzare un operaio si rischia pochissimo, mentre intanto si fanno più profitti risparmiando sulla sicurezza e facendo lavorare le persone in condizioni di sfruttamento e rischio vergognose.
Le parole infami di Giorgia Meloni, “non disturberemo il fare”, in realtà sono già pienamente operative. Il massacro dei lavoratori prosegue senza il disturbo dei controlli, della prevenzione, della giusta punizione per gli omicidi. La nostra finta democrazia sparisce sulla soglia dei rapporti e delle condizioni di lavoro. Ammazzare un operaio oggi è tutto sommato conveniente.
Vogliamo giustizia per Luana e per tutti gli omicidi di lavoro. E poi bisogna lottare, lottare, lottare contro lo sfruttamento che uccide e contro tutti i governanti che lo permettono e favoriscono.
Giorgio Cremaschi Pap UP