Ukraine's President Volodymyr Zelenskiy visits Kherson, Ukraine November 14, 2022. Ukrainian Presidential Press Service/Handout via REUTERS

 Zelensky incolpa la Russia e i suoi missili  per l’esplosione mortale in Polonia.La guerra in Ucraina  sta degenerando verso scenari devastanti, che potrebbero mettere in pericolo la vita di milioni di persone e sfociare in un “inverno nucleare”.
Un giorno dopo una serie di esplosioni avvenute in un villaggio agricolo polacco, è diventato chiaro che l’Ucraina ha lanciato almeno un missile contro la Polonia, uccidendo due civili polacchi. Anche i sostenitori idell’Ucraina hanno riconosciuto che è stata Kiev a lanciare l’attacco, ma alcune domande continuano a porsi. Se l’aeronautica ucraina stava tentando di intercettare i missili russi che volavano da est, perché i suoi missili erano puntati a ovest, contro la Polonia? E perché sono stati in grado di prendere di mira con precisione un edificio abitato in una zona rurale scarsamente popolata? Perché il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il ministro degli Esteri Dimitri Reznikov e un anonimo “alto funzionario dell’intelligence statunitense” hanno incolpato falsamente la Russia per l’attacco prima che le autorità polacche avessero confermato pubblicamente i dettagli dell’attacco?
Le affermazioni secondo cui il missile è stato lanciato da un’arma “difensiva” non hanno credibilità perché il sistema missilistico S-300 ha una ben nota capacità di colpire obiettivi terrestri. In realtà, l’attacco missilistico è stato una provocazione calcolata da parte dell’Ucraina, possibilmente con l’assistenza di fazioni all’interno dello stato americano, intesa ad accelerare il coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto e precludere qualsiasi discussione su un cessate il fuoco o su una soluzione negoziata della guerra.
L’attacco dell’Ucraina alla Polonia ha avuto luogo mentre il G20 si stava incontrando a Bali, in Indonesia, con gli Stati Uniti che cercavano di allineare altri paesi contro la Russia. Si svolge anche tra i conflitti segnalati all’interno del governo degli Stati Uniti sulla portata e il ritmo del coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra e i suggerimenti del presidente dei capi di stato maggiore congiunti, il generale Mark Milley, secondo cui gli Stati Uniti potrebbero avviare un cessate il fuoco o negoziati di pace durante l’inverno . Criticamente, sia la NATO nel suo insieme che i singoli membri della NATO hanno ora riconosciuto che è stata l’Ucraina, non la Russia, ad attaccare la Polonia, con l’Ucraina che continua a insistere sul fatto che l’attacco provenisse dalla Russia. Un diplomatico di un paese della NATO a Kiev ha dichiarato al Financial Times: “Sta diventando ridicolo. Gli ucraini stanno distruggendo la [nostra] fiducia in loro. Nessuno sta incolpando l’Ucraina e stanno apertamente mentendo. Questo è più distruttivo del missile.” Mercoledì mattina, la NATO ha pubblicato una dichiarazione in cui dichiarava che “l’incidente è stato probabilmente causato da un missile di difesa aerea ucraino lanciato per difendere il territorio ucraino dagli attacchi dei missili da crociera russi”.  Le  lezioni che si possono trarre dall’incidente di Przewodów, lasciano, anzi, trasparire spiragli di speranza. La sensazione,  dell’esistenza di un canale di dialogo tra Mosca e Washington esce chiaramente rafforzata dalle reazioni cui abbiamo assistito. Lo stesso presidente Biden ha per primo gettato acqua sul fuoco e invitato a considerare subito che si trattasse di un evento fortuito e non di una aggressione premeditata.
Una nota stonata, molto stonata, in questo concerto distensivo è venuta da Volodymyr Zelensky, il quale ha continuato a denunciare la deliberata intenzione russa di “attaccare la NATO” anche molte ore dopo che Washington, Varsavia e la stessa NATO avevano escluso che si fosse trattato di un’azione di guerra e rivelato che anzi l’ordigno caduto a Przewodów era stato lanciato dagli stessi ucraini. Il leader ha accompagnato la sua denuncia con la consueta richiesta agli occidentali di una no fly zone sull’Ucraina, che per l’ennesima volta è stata respinta sia da Washington che dal quartier generale della NATO. L’atteggiamento di Zelensky induce a pensare che si stia creando una frattura profonda tra i dirigenti di Kiev e l’amministrazione di Washington, la quale starebbe cercando di dialogare con Mosca in vista se non della composizione del conflitto almeno di un cessate il fuoco.
Chi continua ad appoggiare senza se e senza ma Zelensky è Giorgia Meloni che al G-2O ha dichiarato: “Che si tratti di difesa aerea o della Russia, l’essenza non cambia: la Russia sta sistematicamente distruggendo le infrastrutture ucraine e conosce tutti i rischi che corre al confine polacco. La Russia è responsabile.”

Volodymyr Zelensky e Giorgia Meloni

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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