In Parlamento la maggioranza guerrafondaia di Mario Draghi si è ritrovata tutta unita nel continuare la guerra alla Russia, votando un altro invio di armi, in attesa di quello per tutto il 2023.
Per rifornire di mezzi bellici l’Ucraina l’Italia ha già speso quasi 500 milioni, il costo della costruzione completa di 3 grandi ospedali o della messa in sicurezza di 100 edifici scolastici pericolosi.
Meloni, Letta, Renzi, Calenda, Berlusconi, Salvini tutti assieme votano per le armi perché sono tutti parte dello stesso unico partito , quello della guerra e della spesa militare. Che il governo ora chiede di sottrarre ai vincoli di bilancio dell’austerità UE, che dovrebbero valere per scuola e sanità, ma non per missili e carri armati.
Di fronte a questo schifo bipartisan la sola risposta sono la rottura e la mobilitazione. E la coerenza, per finirla con i trucchi e trucchetti con cui i guerrafondai, quando sono alle elezioni, si fingono pacifisti.
Basta, chi sta con il PD sta con Meloni e la guerra.
È il M5S, che questa volta non ha votato con il governo, abbia il coraggio di dire ciò che NON ha ancora detto, nemmeno nella sua mozione parlamentare: stop immediato all’invio di armi.
Ci vediamo in piazza il 2 e 3 dicembre.

Giorgio Cremaschi PaP UP

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