Svezia consegna un rifugiato politico alla Turchia: questo è il vero volto della Nato

Venerdì la #Svezia ha consegnato al regime di Erdogan un rifugiato curdo. Si chiama Mahmut Tat, faceva l’autista di autobus nella città curda turca di Dersim, ha chiesto asilo in Svezia nel 2015 dopo essere stato condannato in patria a sei anni e 10 mesi per presunti legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK).

In realtà è uno delle migliaia di compagne/i dell’#Hdp, terzo partito alle elezioni, a finire condannato.

L’agenzia statale turca Anadolu ha affermato che Tat era un membro del PKK e che la sua estradizione faceva parte degli “impegni della Svezia a cooperare con Ankara per affrontare pienamente i suoi problemi di sicurezza”.
Ha aggiunto che Tat è stato estradato tramite un aereo “dopo aver completato le procedure”.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato a fine giugno che la Svezia ha promesso di estradare 73 cittadini turchi ricercati da Ankara per accuse di terrorismo in cambio del sostegno della Turchia alla candidatura del paese nordico a diventare membro della NATO. Tuttavia, il numero esatto delle persone ricercate non è chiaro poiché i funzionari turchi hanno fornito varie cifre.

Le persone che la Turchia vuole essere estradate sono quelle accusate di avere legami con il PKK e le sue filiazioni siriane – le Unità di protezione del popolo (YPG) e il suo braccio politico, il Partito dell’Unione Democratica (PYD) – cioè le/i combattenti che per anni hanno combattuto contro l’Isis (sponsorizzato da Turchia).

Con la consegna da parte della Svezia di un richiedente asilo alla Turchia emerge di nuovo il vero volto della Nato.

Quando al summit NATO di Madrid fu siglato il memorandum con Erdogan i commentatori scrissero che una cosa del genere non sarebbe mai accaduta. Invece sta accadendo.

Svezia e Finlandia si impegnarono a consegnare alla Turchia ricercati curdi in cambio del via libera alla loro adesione alla NATO.

Si tratta di un fatto gravissimo che segnala la regressione imperialista dell’Europa. La retorica dei diritti umani e della democrazia serve solo quando utile per legittimare la guerra.

I giornalisti evitino di scrivere che Mahmut Tat è un terrorista facendo da megafono alle accuse del regime turco. In Turchia basta essere un simpatizzante del PKK e anche solo chiedere la liberazione di Ocalan per essere considerati terroristi.

Se, come ha ammesso lo stesso ex presidente Draghi, in Turchia c’è un regime dittatoriale come si può definire terrorista il movimento di liberazione curdo?

Con quale faccia l’UE mantiene il PKK nell’elenco delle organizzazioni terroriste mentre è a tutti noto che Erdogan si serve dei tagliagole islamisti per la sua guerra ai curdi?

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, coordinamento Unione Popolare

P.S.: Ora al governo c’è il centrodestra ma il memorandum con la Turchia è stato firmato dalla precedente ministra socialdemocratica.
Da anni la socialdemocrazia svedese ha abbandonato le posizioni di Olof Palme che condannava le guerre imperialiste degli USA e sosteneva le lotte di liberazione dei popoli del sud del mondo.

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