Il parlamento proroga a fine 2023 l’invio di armi italiane in Ucraina, mentre risulta sempre più inutile e ormai persino imbarazzante la segretezza imposta sulla quantità e tipologia di armi e munizioni fornite alle forze armate ucraine. Kiev reagisce probabilmente scontenta dei doni, Analisi Difesa raccoglie, e noi proviamo a svelare l’assurdo con le armi inutilmente secretate. Il punto di Remocontro*

I segreti di Pulcinella delle armi italiane in Ucraina

“Già in passato erano emerse immagini, dichiarazioni e precisi indizi dagli organi ufficiali di Kiev che evidenziavano armi e mezzi donati da Roma e surplus dell’Esercito Italiano”. Chiamiamolo riciclaggio dell’Usato sicuro. Come fanno un po’ tutti del resto, salvo i super armenti anglo americani, ma quelli sono in contanti dal Dipartimento di Stato. “In altri casi sono state fonti militari russe o le milizie filorusse del Donbass a mostrare armi e munizioni occidentali e anche italiane divenuti “preda bellica” dopo la conquista di postazioni ucraine sul campo di battaglia”, segnala Gianandrea Gaiani.

Da queste fonti (Kiev-Mosca), e da indiscrezioni di stampa sono quindi emerse molte semoventi da 155mm Pzh-2000 e M109, cingolati M113, veicoli 4×4 Lince, missili anticarro Milan, mitragliatrici MG e M2, mortai da 120 mm con relative munizioni, kit sanitari.

Mentre l’Osservatorio Mil€x valuta che con i ‘5 pacchetti’ (chi ha inventato quel modo per definire una spedizione di armi’!) finora consegnati, avrebbero un valore di oltre 450 milioni di euro. Che in realtà è la valutazione da ‘merce in vendita’, senza contro valutazione di acquirente. Valore dichiarato delle cessioni e dal contributo italiano all’European Peace Facility (lo strumento europeo con cui gli invii di armi all’Ucraina avranno copertura finanziaria).

Reportage da fronte, e armi da guerra mondiale. Quella vecchia

Negli ultimi giorni un video-reportage del Corriere della Sera ha mostrato mortai italiani da 120 mm risalenti agli anni ’60 (sembrano mortai Modello 63) ma con sistemi di puntamento addirittura del 1947, come riferisce un militare ucraino il cui commento è: “speriamo di cambiarli presto con mortai più efficaci”. Anche perché dall’Italia non sarebbero arrivate le relative munizioni, aggiunge Analisi Difesa.

Avanzi da magazzino per una guerra che sta consumando troppo

“Del resto tutta Europa sta fornendo a Kiev anche avanzi di magazzino, mezzi e armi stoccati da decenni nei depositi da un lato perché si tratta di armi ancora operative e comunque efficaci in quel tipo di conflitto, dall’altro probabilmente perché si tratta del modo più rapido per aiutare immediatamente gli ucraini liberandosi al tempo stesso di munizioni scadute ed armi e mezzi ormai superati: equipaggiamenti il cui smantellamento e smaltimento avrebbe costi elevatissimi con le regole europee”. Comunque e sempre l’anima del commercio.

Obici da 155 mm FH-70

Più moderni gli obici da 155 mm FH-70 di cui tanto si parlò in Italia nei mesi scorsi proprio per la fornitura di alcuni esemplari (almeno una ventina secondo alcune indiscrezioni), inviati a Kiev anche da altri eserciti di stati membri della NATO, ma nei giorni scorsi documentati chiaramente come fornitura dell’Italia da social ucraini. Ma le immagini diffuse via Twitter sempre dall’Ucraina mostrano ‘con ragionevole certezza ‘gli obici forniti dall’Italia insieme ai veicoli da traino, gli autocarri 6×6 Iveco Astra SM 66.40 assieme ad erano apparse immagini di obici FH-70 donati dall’Estonia e trainati da autocarri 6×6 MAN Kat 1.

La vice premier Olga Stefanishyna

Nelle scorse settimane il vice premier ucraino Olga Stefanishyn aveva ringraziato pubblicamente l’Italia per gli obici semoventi donati (Pzh-2000 e M109), notizia che era stata già anticipata nel giugno scorso dal premier olandese Mark Rutte in un’altra intervista.

In Italia si applica il segreto di Stato su cose che tutti sanno e di cui liberamente parlano. Nei giorni scorsi l’ambasciata russa a Roma ha attribuito a un Lince donato dall’Italia alle forze ucraine l’immagine di un veicolo 4×4 danneggiato in prima linea. Qualcosa di Italia c’era: “si trattava in realtà di un MLS Shield costruito in Italia da Teknè e acquistato nell’estate scorsa in 11 esemplari da un’organizzazione ucraina legata all’ex presidente Petro Poroshenko”.

Il diritto di sapere di noi cittadini

Sempre più difficile ed assurdo sostenere la necessità di un segreto Pulcinella ormai sistematicamente violato per primi dai destinatari. L’apparenza forte di una scusa per liquidare rapidamente un argomento politicamente delicato e fortemente divisivo. “La maggioranza dei Paesi che ha inviato armi all’Ucraina non ha pubblicato una lista” in merito” – ha sostenuto il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Eredità Draghi, l’argomentazione. Ne riparleremo per il sesto decreto (col buon gusto di non chiamarlo ‘pacchetto’).

* articolo completo su Remocontro

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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