Lo abbiamo raccontato pochi giorni fa. Il popolo siriano già in sofferenza dopo dieci di guerra fomentata dall’occidente e dalle potenze regionali, è ormai allo stremo. Il motivo? A causa delle sanzioni occidentali e dal continuo furto di petrolio da parte dell’occupazione statunitense con la complicità delle milizie filocurde, denominate ‘forze democratiche siriane’, FDS.

Su cosa devono soffrire i siriani tra furti di petrolio e grano, sanzioni e condizioni di vita disumane nel corso degli anni potete leggere quiqui e qui.

In un lampo di onestà giornalistica, l’agenzia Reuters ha pubblicato un reportage sulle sofferenze dei siriani con un inverno alle porte molto rigido. La novità, però, è un’altra: la causa delle sofferenze.

Dopo aver intervistato diversi siriani, nell’articolo si spiega che “il collasso economico della Siria, innescato da anni di conflitto, sanzioni occidentali, crollo della valuta e la perdita da parte del governo dei suoi territori produttori di petrolio nel nord-est, ogni anno spinge milioni di persone sempre più nella povertà.”

Certamente, è stato omesso che i territori ricchi di petrolio sono saccheggiati ogni giorno dall’occupazione statunitense con la complicità delle FDS, ma non si può chiedere troppo. 

Ovvio che i media occidentali non potranno mai indicare le vere cause delle sofferenze dei siriani. La guerra, i morti, le sanzioni, la mancanza di carburante, il colera, è tutta loro responsabilità. Inoltre, rimuovendo le sanzioni dovrebbero ammettere di aver perso questa folle guerra per procura.

Non lo ammetteranno mai, dovessero anche fomentare nuove rivolte in Siria per distruggere le macerie che sono rimaste nel paese arabo.

Che questo reportage della Reuters possa aprire se non alla revoca delle disumane e criminali sanzioni, almeno uno spiraglio di onesta informazione.  

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_reuters_si_accorge_che_i_siriani_soffrono_per_le_sanzioni_occidentali/8_48159/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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