53 delegazioni internazionali dall’estero (il triplo di 4 anni fa per Bolsonaro), 17 capi di stato presenti, 120 rappresentanti di altrettanti Paesi, centinaia di migliaia di brasiliani vestiti di rosso, confluiranno a Brasilia il 1° gennaio 2023 per un evento che segnerà un cambio nella politica sudamericana per i prossimi anni (salvo colpi di stato, attentati, malattie indotte, “esportazioni della democrazia”, impeachment pilotati, indagini giudiziarie costruite ad arte, fake news o altro).

La lista dei ministri è pronta, il ripristino delle relazioni col Venezuela del presidente Maduro, il rilancio dei rapporti commerciali con Cuba, col Nicaragua, il rilancio dei BRICS, del Mercosur e della Celac anche.

Ma le ombre sono sempre in agguato.
Due giorni fa è stato arrestato un fan di Bolsonaro (George Washington de Oliveira Sousa), 54 anni, bianco, estremista di ultradestra, che aveva collocato a Brasilia una bomba su un camion pieno di combustibile per aerei da far esplodere all’aeroporto il giorno dell’investitura per “provocare caos e far decretare lo stato d’emergenza nel paese sospendendo la nomina del nuovo presidente Lula” come lui stesso ha confessato.

Secondo l’arrestato, il piano prevedeva anche l’esplosione di una seconda bomba nella centrale elettrica di Taguatinga per provocare black out, paura e confusione per raggiungere lo stesso obiettivo.

A Brasilia, il 1° gennaio si prevedono decine di migliaia di supporters di Bolsonaro per protestare contro il nuovo presidente, molti di loro sono già presenti da giorni nell’accampamento di fronte alla sede dell’Esercito a Brasilia dove in queste settimane hanno chiesto l’annullamento delle elezioni e l’intervento dei militari per impadronirsi del potere con un colpo di forza e sovvertire il risultato delle urne.

In casa dell’attentatore è stato trovato un arsenale di armi di grosso calibro: un fucile AR10, due fucili calibro 12, una pistola Magnum Smith &Wesson 357, 2 revolver, 1.000 munizioni, cinque candelotti di dinamite e uniformi mimetiche.

Al momento la polizia ha comunicato l’arresto di un secondo individuo, Alan Diego dos Santos, sospettato di aver collaborato alla realizzazione del piano criminale.

Il futuro ministro della Giustizia del Brasile, il socialista Flavio Dino, ex governatore del partito comunista dello stato del Maranhao, ha affermato domenica che il meccanismo di sicurezza per l’inaugurazione del presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva sarà rafforzato dopo i recenti piani terroristici scoperti nella capitale.

Lo stesso futuro ministro ha aggiunto che questi gravi eventi “dimostrano che gli accampamenti dei cosiddetti ‘patrioti’ sono in realtà diventati delle incubatrici di terroristi”.

Rete solidarietà rivoluzione bolivariana

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