“La favola di Narnia è finita, questa è l’ora della vittoria totale”, così ha commentato il presidente socialista del parlamento venezuelano, Jorge Rodriguez, la notizia delle dimissioni di Juan Guaidó da autoproclamato presidente del Venezuela, annunciate dallo stesso Guaidó in un video dopo la sfiducia del suo “Parlamento in esilio”.

Riconosciuto nel 2019 da circa 50 paesi su 192 e foraggiato dai governi statunitense e britannico che gli hanno intestato tutti i beni dello Stato venezuelano sul loro suolo (raffinerie, conti correnti, distributori di carburante, lingotti d’oro) Juan Guaidó è stato in questi anni la speranza dei paesi occidentali di avere in Venezuela un governo iper liberista ed alleato di Washington

Ma così non è stato.
Nonostante un tentativo di omicidio del presidente Maduro con droni (2018), un tentativo armato di colpo di Stato (2019), una invasione di mercenari dalla Colombia via mare (2020), disordini violenti nelle strade di alcuni quartieri di Caracas, il popolo venezuelano ha continuato ad appoggiare il legittimo governo Maduro.

Come prima conseguenza della rinuncia di Guaidó chiude anche l’Ambasciata del Venezuela negli Stati Uniti che era stata assaltata ed occupata con la violenza nel 2019 dai rappresentati di Guaidó che cacciarono i rappresentanti del governo Maduro senza l’intetvento della polizia statunitense a difesa dei diplomatici venezuelani.

Gli occupanti in un comunicato hanno annunciato la cessazione delle funzioni dopo lo scioglimento del cosiddetto “governo ad interim”:”Informiamo la comunità venezuelana negli Stati Uniti, che l’Ambasciata del Venezuela negli Stati Uniti e tutti i suoi dipendenti hanno ufficialmente cessato di funzionare il giorno del 5 gennaio 2023″.

Cosa faranno ora Stati Uniti, Regno Unito ed Unione Europea con i 6 miliardi di dollari di beni venezuelani sequestrati all’estero buona parte dei quali sono stati intestati a Guaidó riconosciuto come presidente del Venezuela?

Link con video e fonti nei commenti al post.

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