A Genova si richiedono giovani super qualificati disponibili a lavorare sei mesi gratis al Museo del Mare. Poi se dimostreranno di essere capaci di vivere d’aria e nell’aria e di essere al tempo stesso produttivi ed entusiasti, forse riceveranno una retribuzione. Gli stagisti devono lavorare gratis, magari cominciando dalla scuola, per imparare un mestiere. Come nel Medio Evo ma con altre parole.
D’altra parte se non fossero disposti a questi sacrifici, i disoccupati ed i giovani dimostrerebbero solo di non aver vera voglia di lavorare, dicono padroni e governanti.
I giovani non trovano lavoro perché troppo schizzinosi proclamò la ministra Fornero. Si può spendere tutto il misero stipendio da bidella in treni per fare il pendolare da Napoli a Milano, hanno scritto con passione i giornali della Confindustria.
E chi prende il reddito di cittadinanza e magari rifiuta un lavoro da 200 ore a settimana e 1200 al mese, 3 euro all’ora, è un fannullone. Come lo è chi rifiuta finti part time da 400 euro al mese.
Insomma il sistema è così buono e generoso che offre lavoro a tutti. Poi gli sfacciati ed i lazzaroni pretendono anche un salario. Hai un lavoro? Accontentati e non pretendere anche di essere pagato.
Questa è la politica di Giorgia Meloni, ma essa è il punto di arrivo di trent’anni di degrado verso lo schiavismo imposto alle lavoratrici ed ai lavoratori.
Il lavoro gratuito è schiavismo e quando anche le pubbliche istituzioni lo pretendono, vuol dire che tutto il sistema è diventato schiavista. E che tutto il sistema che fa profitto e ricchezza sul lavoro sottopagato e gratuito. E che una classe imprenditoriale e una classe politica che diffondono lo schiavismo meritano solo il rifiuto e la lotta totale .

Giorgio Cremaschi PRC UP

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