Checchino Antonini

Succede in Spagna per via di un francobollo sui cent’anni del Pce e in Francia contro un gioco “antifa”

Lo scorso 10 novembre, Correos – la società postale dello stato spagnolo – ha annunciato l’emissione di 135.000 esemplari di un francobollo commemorativo del centenario del Partito Comunista di Spagna (PCE) da 75 centesimi. Ebbene, dopo un breve percorso giudiziario, funestato da critiche e polemiche, i creatori di questo francobollo hanno deciso di aumentare la tiratura a 435.000 unità, mantenendo inalterato il prezzo. Ne scrivono sia Mundo Obrero, organo del Pce, sia il quotidiano di destra La Razòn, piuttosto inviperito che sottolinea le «forti polemiche e disagi tra i partiti di opposizione». Sia il PP, il Partito popolare largamente infestato dalla destra postfranchista, che Vox, dichiaratamente nazifascista, e Ciudadanos, una forza della destra antipolitica e liberista, hanno chiesto le dimissioni di Juan Manuel Serrano, ad di Correos. “Commemorare il secolo di vita del Partito Comunista significa commemorare l’odio, il crimine e la miseria. Inoltre, è in contrasto con la risoluzione europea del 2019 che equipara comunismo e nazismo (una roba molto controversa ma votata a Bruxelles da quei sinceri democratici di Pd, Lega e Fratelli d’Italia con l’astensione del M5s, ndr). Infanga l’immagine della Spagna ed è una vergogna. Il presidente di Correos deve dimettersi”, ha dichiarato la presidente di Ciudadanos, Inés Arrimadas. E non è stata l’unica, la presidente di Madrid, Isabel Díaz Ayuso (PP), ha chiesto: “Si può immaginare un francobollo che commemora gli altri responsabili dell’uccisione degli spagnoli?

Il campione mondiale di scacchi, scrittore e politico russo Garry Kasparov è stato un altro di coloro che hanno reagito criticamente all’annuncio. Ha dichiarato di “vergognarsi” e ha chiesto che venga stampata una versione per riconoscere “le vittime del comunismo”. Ha anche espresso la sua indignazione per l’immagine della falce e martello: “Questi simboli rappresentano l’imperialismo, il genocidio, la povertà e i gulag. E poi, un francobollo con la svastica?”. Kasparov, russo in esilio perché inviso a Putin, parla pro domo sua senza alcuna relazione con il contesto spagnolo in cui il PCE ha rappresentato la forza trainante dell’opposizione al franchismo nonostante la controversa vicenda che lo ha visto come espressione diretta dello stalinismo anche durante la rivoluzione spagnola.

Infatti l’argomento a favore di questo francobollo commemorativo, presentato dalla Sociedad Estatal de Correos y Telégrafos è che il partito ha una storia “con molti volti di donne e uomini che hanno deciso di impegnarsi per cambiare la realtà di un Paese ingiusto e diseguale”. In nessun paese del mondo si può dire lo stesso per politici di destra. In altre parole, ha elogiato il PCE come “soggetto trainante delle forze che hanno combattuto per la democrazia” durante la dittatura di Franco.

Un’argomentazione che non ha convinto né il partito guidato da Santiago Abascal, ex PP transitato in Vox di cui ora è presidente, che ha denunciato il fatto all’Ue, né l’Associazione degli avvocati cristiani, che ha portato i fatti in tribunale. La giudice del 30° Tribunale amministrativo di Madrid, Carmen Casado, ha deciso di sospendere l’emissione di questo francobollo. Tuttavia, appena otto giorni dopo, la giudice ha revocato la sospensione cautelare e ha respinto la causa intentata dagli Abogados Cristianos, che sono stati condannati a pagare le spese processuali.

A questo punto, con la strada spianata per la sua vendita, la Gazzetta Ufficiale dello Stato (BOE) ha pubblicato una risoluzione con la quale la tiratura di questo francobollo commemorativo del PCE sarà di 435.000 esemplari, invece dei 135.000 previsti. In altre parole, dopo le polemiche e le critiche ricevute, lo Stato ha deciso di aumentare la tiratura di 300.000 unità.

Una gazzarra che avrebbe dato una così ampia visibilità al francobollo da farlo andare a ruba: fonti dell’azienda, citate da Mundo Obrero, hanno rivelato che ne sono state venduti 50.000 nelle prime 48 ore e continuano ad andare a ruba su internet. Qualcosa di insolito, visto che il simbolo del Pce non è presente sulle schede elettorali dal 1992, da quando il partito ha dato vita alla coalizione di Izquierda Unida, e che non sarebbe stato possibile senza la campagna orchestrata dalla destra, che rivela l’incessante martellamento da parte della fabbrica del revisionismo storico in Spagna e altrove.

Ad esempio in Francia, dove la più importante catena francese di libri, fumetti e videogiochi, la FNAC, ha ritirato, lo scorso novembre, un gioco da tavolo dal titolo inequivocabile, Antifa, perché “potrebbe aver offeso parte del [loro] pubblico”. Due ore dopo l’annuncio il gioco non era più disponibile sul sito della Fnac.

Creato dal collettivo antifascista La Horde e dalla casa editrice Libertalia, “Antifa, le jeu” viene presentato sul sito ufficiale come «un gioco di simulazione e di gestione in cui potere far vivere un gruppo antifascista locale, in cui ogni giocatore è un attivista, con competenze specifiche», lanciando delle «azioni che vi richiederanno del tempo, dei mezzi e un po’ di organizzazione». La premessa è chiara: Discorsi razzisti, manifestazioni omofobe, violenza fascista? Quando è troppo è troppo: contro l’estrema destra, dipende da voi! Con alcuni amici, decidete di creare un gruppo antifascista… Ma poiché la vita è piena di imprevisti, non sempre le cose andranno come sperate!

A scatenare la canizza è stato il sindacato dei commissari della polizia nazionale (Scpn). Oltralpe opera una delle polizie più violente d’Europa e normalmente densa di elementi fascistoidi, nutriti di quella stessa sottocultura autoritaria e prevaricatrice che si dispiega nei corpi di “pubblica” “sicurezza” di quasi tutto il mondo.

Nella sua dichiarazione, l’SCPN non ha usato mezzi termini, accusando la Fnac di “aver messo avanti gli antifa, che rompono, incendiano e attaccano durante le manifestazioni”. Che la Fnac ceda in questo modo a un sindacato di polizia sarebbe già abbastanza grave, soprattutto quando le accuse non riguardano la realtà del gioco in questione, ma il peggio è altrove: il tweet del SCPN arriva dopo diversi altri, da parte di due deputati del Rassemblement National (RN) e di un eurodeputato di Reconquête, il partito di Éric Zemmour.

È stato infatti il tweet di Jérôme Rivière, eletto al Parlamento europeo, ad aprire le danze il 25 novembre. Poi c’è stato quello di Grégoire de Fournas, deputato RN per la Gironda, sabato, in cui ha chiesto conto alla Fnac di aver mentito sul contenuto esatto del gioco di Antifa. Poche ore dopo, l’accusa è stata rilanciata da Victor Catteau, deputato RN del Nord, che ha giudicato “assolutamente scandaloso” che la Fnac “onori gli antifa, questi gruppi odiosi che conoscono solo la violenza per attaccare la nostra democrazia e ciò che abbiamo di più caro nel nostro Paese”.

Contattato da Mediapart, l’ufficio stampa della Fnac ha risposto con un laconico: “Non commenteremo.

“Non ci interessa se veniamo allontanati dalla Fnac”, ha risposto Nicolas Norrito, cofondatore della casa editrice Libertalia e dell’omonima libreria di Montreuil che, tuttavia, si dice “dispiaciuto” che l’azienda stia spazzando via il suo patrimonio in questo modo. La Fnac è stata infatti creata da ex trotzkisti, in particolare da Max Théret, che ha combattuto contro i fascisti in Spagna tra il 1936 e il 1938.

Negli ultimi anni, i gruppi antifascisti sono stati regolarmente denunciati dalla destra e dai governi. Un fatto particolarmente marcato negli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump, dove i repubblicani hanno addirittura cercato di legiferare per vietare questi gruppi. In Francia, l’estrema destra denuncia regolarmente questi attivisti, accusati di varie forme di violenza. In Italia non va poi così bene.

Scriveva all’epoca, piuttosto scandalizzato, un giornale italiano legato a Cl (organizzazione notoriamente cattolica integralista e reazionaria, legata agli affari molto secolari di personalità come Formigoni): “Antifa, le jeu” sarebbe «un gioco volto a formare il perfetto bambino antifascista, pronto a lottare contro la “terribile” destra e i suoi valori».

L’estrema destra ha rivendicato la vittoria su Twitter ma nella vita reale il gioco è andato esaurito ed è stata lanciata una nuova tiratura. Sul sito dell’editrice si legge: il gioco verrà ristampato.

Riceveremo la prossima tiratura intorno al 10 marzo. Se desiderate ordinare, fatelo con cognizione di causa. In ogni caso, questi fondi ci aiuteranno. Le copie sono ancora disponibili presso le librerie indipendenti. Verifica la disponibilità su www.placedeslibraires.fr. Saluti libertari.

Per la cronaca, Libertalia, la casa editrice, prende il nome da Libertatia, o, appunto Libertalia, una leggendaria colonia anarchica fondata da un gruppo di pirati sotto il comando del capitano Henry Avery, verso la fine del Seicento. Si diceva che fosse situata in una enclave nella regione settentrionale del Madagascar e che la sua storia avesse abbracciato un lasso di tempo di circa venticinque anni.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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