Il piccolo arcipelago dell’Oceano Pacifico, completamente alimentato ad energia solare, è andato al voto il 26 gennaio, pochi giorni dopo aver registrato i primi casi di Covid-19 sul proprio territorio.

Le isole Tokelau sono un arcipelago polinesiano appartenente alla Nuova Zelanda, costituito da tre atolli corallini tropicali (Atafu, Fakaofo e Nukunonu). Abitato originariamente dai polinesiani, l’arcipelago fu visitato dai primi esploratori europei nel 1765. Posto sotto protettorato britannico nel 1877, divenne parte della Nuova Zelanda nel 1925.

Oggi, le isole Tokelau contano una popolazione che supera di poco i 1.400 abitanti. Il territorio resta sotto la sovranità neozelandese, ma gode di un’ampia autonomia sulle questioni locali, essendo dotato di un proprio parlamento, il General Fono, nel quale siedono venti deputati in rappresentanza dei tre atolli che costituiscono l’arcipelago: sette per Atafu, sette per Fakaofo e sei per Nukunonu. Da notare che ognuno dei tre villaggi deve eleggere almeno un donna.

Il 26 gennaio, i cittadini dei tre atolli si sono recati alle urne per rinnovare la composizione del General Fono. In ogni atollo, i cittadini hanno eletto un pulenuku (traducibile come “sindaco”) ed un faipule (capitribù), le due cariche più prestigiose. I pulenuku ed i faipule sono membri di diritto del General Fono. A questi poi si aggiungono i rappresentanti degli anziani (taupulega), i rappresentanti degli uomini (taulelea) e le rappresentanti delle donne (fafine).

Le isole Tokelau sono certamente poco conosciute al grande pubblico, eppure sono salite alla ribalta delle cronache in diverse occasioni. Nel 2012, ad esempio, l’arcipelago divenne ufficialmente il primo territorio autonomo a rinunciare al petrolio e ad essere interamente alimentato con l’energia solare. Su un territorio complessivo di appena 10 kmq, furono infatti installati quattromila pannelli solari, permettendo al governo locale di risparmiare ben 800.000 dollari l’anno per l’importazione di combustibili fossili.

L’investimento per l’installazione dei pannelli solari fu finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e del Commercio della Nuova Zelanda, per un totale di 7.5 milioni di dollari. Considerando il risparmio di 800.000 dollari annui citato in precedenza, possiamo dire che nel 2022, appena dieci anni dopo la conversione al solare, Tokelau ha ammortizzato i costi economici di questa scelta, senza considerare le esternalità positive legate alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica per migliaia di tonnellate.

Più di recente, l’arcipelago è divenuto noto per essere a lungo rimasto l’unico territorio stabilmente abitato a non essere colpito dal Covid-19. Favorite dal proprio isolamento, distando oltre 500 km dalle isole Samoa, le terre emerse più vicine, le isole Tokelau sono riuscite a mantenere la pandemia al di fuori dei propri confini fino a poche settimane fa, quando sono stati registrati i primi casi. Tra il 13 e il 18 dicembre, infatti, sono stati registrati cinque casi sull’atollo di Atafu, risultati poi negativi dopo ventuno giorni di isolamento, evitando trasmissioni all’interno della comunità.

Infine, una delle principali questioni che si dibattono oggi nella politica di Tokelau è quella del rapporto con la Nuova Zelanda. Come detto, l’arcipelago gode di una grande autonomia, ma non mancano coloro che vorrebbero la piena integrazione con la madrepatria o la totale indipendenza. Come detto, Tokelau si trova sotto la giurisdizione neozelandese dal 1925, e il General Fono vorrebbe risolvere la questione per il centenario di questo avvenimento. Attualmente, infatti, Tokelau viene considerata ancora una delle diciassette colonie esistenti nel mondo, secondo la lista ufficiale delle Nazioni Unite.

Secondo le Nazioni Unite, si può dire che un territorio non autonomo abbia raggiunto una piena misura di autogoverno quando assume lo status di Stato sovrano indipendente, quando stipula una libera associazione con uno Stato indipendente o quando si integra con uno Stato indipendente. Quindi, nel caso di Tokelau, le tre opzioni che si presenteranno sono la piena indipendenza, la libera associazione con la Nuova Zelanda (come nel caso di Niue e delle Isole Cook) o la totale integrazione con la Nuova Zelanda (come nel caso delle isole Chatham).

Da dirimere ci sarebbe anche la questione del quarto atollo, Olohega, tradizionalmente considerato come facente parte dell’arcipelago delle Tokelau, ma attualmente occupato dagli Stati Uniti, che lo considerano parte delle Samoa Americane. Nel 1980, la Nuova Zelanda ha stipulato un accordo per la cessione di Olohega agli USA, ma questo non ha mai ricevuto il riconoscimento di Tokelau, che rivendica la riunificazione dei quattro atolli.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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