Karl Marx

Dal romanzo Karl Marx, un tedesco ad Algeri di Francesco Cecchini.

L’ umidità e il freddo umido dell’ inverno a Ventinor non aiutarono Karl Marx che, per di più, ricevette una terribile colpo. L’ 11 febbraio 1883 era morta a Argenteuil  a soli 38 anni sua figlia Jenny per cancro alla vescica. La notizia la ricevette di persona dalla figlia Laura che scrisse: ” Ho trascorso molte ore tristi nella mia vita, ma nessuna tanto triste come questa. Sentii che avevo portato a mio padre  la sentenza di morte. Nel lungo terribile viaggio, mi ruppi il cervello alla ricerca della forma di come fargli conoscere la notizia. Non ebbi bisogno di informarlo, il mio viso diceva tutto. Mohor disse subito: Nostra Jenny è morta! E subito mi chiese di andare a Parigi a prendere cura dei bambini.”
Subito Marx ritornò a Londra. Una bronchite e un’ infiammazione della laringe lo costrinsero a letto. Durante molto tempo potè solo ingerire cibi liquidi. Inoltre gli si formò un ascesso polmonare. A marzo crebbero le speranze di un recupero. Con le tenere cure di Lenchen i principali dolori erano quasi curate. Però l’ aspetto di Karl Marx era ingannevole. Nel pomeriggio del 14 marzo, Engles, che in quel periodo visitava l’amico tutti i giorni, trovò Lenchen che gli disse che Karl Marx semi addormentato. Il giorno dopo, il 15 marzo,  Engels scrisse a Adolph Sorge: ” Quando entrammo nella stanza giaceva  addormentato, ma non si sarebbe mai più svegliato. Il battito del polso e il respiro si erano arrestati. In quei due minuti era morto, pacificamente e senza dolori.”
Tre giorni dopo il 17 marzo, Karl Marx venne sepolto al cimitero di Highgate, a fianco della tomba della moglie Jenny von Westphalen, morta 14 mesi prima.
Frederick Engels nell’ orazione funebre al funerale  disse:
ll 14 marzo, alle due e quarantacinque pomeridiane, ha cessato di pensare la più grande mente dell’epoca nostra. L’avevamo lasciato solo da appena due minuti e al nostro ritorno l’abbiamo trovato tranquillamente addormentato nella sua poltrona, ma addormentato per sempre.
Non è possibile misurare la gravità della perdita che questa morte rappresenta per il proletariato militante d’Europa e d’America, nonché per la scienza storica. Non si tarderà a sentire il vuoto lasciato dalla scomparsa di questo titano.

Marx era perciò l’uomo più odiato e calunniato del suo tempo. I governi, assoluti e repubblicani, lo espulsero, i borghesi, conservatori e democratici radicali, lo coprirono a gara di calunnie. Egli sdegnò tutte queste miserie, non prestò loro nessuna attenzione, e non rispose se non in caso di estrema necessità. E’ morto venerato, amato, rimpianto da milioni di compagni di lavoro rivoluzionari in Europa e in America, dalle miniere siberiane sino alla California. E posso aggiungere, senza timore: poteva avere molti avversari, ma nessun nemico personale.
Il suo nome vivrà nei secoli, e così la sua opera!

Nel 1956 le spoglie mortali di Karl, Jenny e Lenchen furono trasferite in una parte più rappresentativa del cimitero di Highgate.


Tomba di Karl Marx

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy