Il Ministero della Salute ha prorogato, in deroga al Regolamento europeo 2022/740, l’utilizzo in agricoltura del fumigante 1,3-dicloropropene, una sostanza altamente tossica. Alla luce del rischio «per i consumatori, gli operatori, i lavoratori, gli astanti e i residenti», l’Unione europea ha vietato nel 2022 il pesticida, lasciando però agli Stati membri la possibilità di ottenere deroghe a determinate condizioni. Fino al 30 giugno 2023, in Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Umbria, Sardegna, Liguria e Campania sarà possibile usare il fumigante per le coltivazioni di fragola, anguria, melone, radicchio, lattuga, tabacco e floreali. Il tutto per un massimo di 12.285 ettari ripartiti tra le varie regioni. L’1,3-dicloropropene preoccupa in particolar modo per il pericolo di inquinamento delle acque sotterranee, soprattutto alla luce dei processi di degradazione della sostanza.

Visto che le dosi d’impiego per il fumigante 1,3-dicloropropene sono comprese fra 140 e 180 Kg/ha, è previsto nei prossimi mesi un utilizzo di circa 2mila tonnellate di prodotto, più o meno il 4% del quantitativo totale di prodotti fitosanitari usati in un anno in Italia. L’1,3-dicloropropene può “causare aberrazioni cromosomiche, frammentazione del DNA e diversi tumori (al fegato, alla vescica urinaria ed al polmone)”, tanto che nel 2006 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) lo ha definito “una sostanza genotossica”, mentre nella sua valutazione aggiornata al 2018 ha concluso che esso rappresenta “un rischio inaccettabile per gli artropodi da non uccidere e per le acque sotterranee”. L’anno seguente, nel corso della campagna di monitoraggio delle acque sotterranee, sono stati rilevati in Sicilia residui del prodotto in concentrazioni superiori allo standard di qualità (0,1 ug/l).

In un articolo pubblicato a gennaio avevamo analizzato il rapporto di PAN Europe focalizzato sulle deroghe concesse a livello europeo per utilizzare prodotti fitosanitari non autorizzati. La rete di organizzazioni non governative ha trovato almeno 236 deroghe a 14 sostanze vietate. Numeri a cui hanno contribuito principalmente l’Austria (20 deroghe), la Finlandia (18 deroghe) e la Danimarca (17 deroghe), ma non solo. L’Italia figura in ottava posizione con 14 deroghe, 11 delle quali relative all’1,3-dicloropropene. Quando l’Unione europea ha adottato il regolamento in cui sanciva la definitiva non approvazione del pesticida, ha scritto tra le motivazioni: “L’Autorità non ha potuto ultimare la valutazione del rischio per i consumatori, gli operatori, i lavoratori, gli astanti e i residenti, e ha individuato per tutti gli impieghi rappresentativi potenziali motivi di preoccupazione per le acque sotterranee, gli artropodi non bersaglio (api comprese), gli uccelli e i mammiferi come pure gli organismi del suolo”. Vista la consapevolezza del rischio, PAN Europe ha chiesto all’UE di porre fine al sistema delle deroghe per i pesticidi non approvati, che “in linea con il diritto dell’Unione sono stati vietati per proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente”.

[di Salvatore Toscano]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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