Un giovane masai per entrare nell’età adulta doveva uccidere un leone, armato solamente della propria lancia. Invece i nostri giovani devono sostenere l’esame di maturità, armati solamente del proprio dizionario. Personalmente sono felice di non essere nato tra i masai: avrebbe certamente vinto il leone.
Nell’aggettivo maturus gli etimologisti riconoscono la stessa radice che si trova in matutinus, perché in entrambi gli aggettivi c’è l’idea del tempo come strumento di misura. Maturo significa propriamente ciò che è venuto presto, di buon’ora e quindi ciò che è giunto a compimento. Effettivamente occorre alzarsi molto presto sia per uccidere un leone che per sostenere l’esame di maturità.
Probabilmente uccidere un leone è un sistema più efficace per misurare la maturità piuttosto che scrivere alcune paginette di banalità, cercando di evitare marchiani errori grammaticali. Anche se nella parola maturità c’è la stessa radice che ritroviamo in metro, credo sia piuttosto complicato – se non impossibile – trovare un criterio oggettivo per misurare la maturità. Conosco – e certamente ne conoscete anche voi – persone che hanno superato brillantemente l’esame e che sono assolutamente immature e persone sagge e responsabili, persone mature sotto tutti i punti di vista, che non sono mai andate a scuola.
Quindi, care ragazze e cari ragazzi che state per affrontare la maturità, preparatevi a questa prova per quello che è e per quello che vale – non molto – e non per quello che noi “grandi” vi facciamo credere che sia. La nostra è invidia, perché vorremmo avere i vostri anni e quindi vi mettiamo questa inutile apprensione. Tra l’altro non correte alcun pericolo, anche se riconosco che alcuni commissari, per darsi un tono, vogliono sembrare feroci come dei leoni.
Certo l’esame è un rito di passaggio, anche se una volta fatto sarete assolutamente uguali a come eravate prima di farlo. Però vi assicuro che ne conserverete un bel ricordo, perché tra qualche anno avrete fortunatamente dimenticato le ansie, i consigli degli esperti, le anticipazioni sulle tracce e tutto il corredo che l’esame si porta dietro. Avrete dimenticato anche gran parte delle nozioni che in questi giorni avete affannosamente studiato. Ricorderete invece le cose belle: il sorriso di quella vostra compagna che vi fa battere il cuore, le risate con i vostri amici, insomma vi ricorderete di quando avevate diciott’anni. Se siete stati fortunati, se avete avuto insegnanti capaci di fare il loro lavoro, vi ricorderete perfino qualcuna delle cose che vi hanno insegnato: anche solo il verso di una poesia e sarà una cosa che vi aiuterà a essere più maturi, indipendentemente dal voto che avrete preso.
Poi la scuola dovrebbe avervi insegnato a pensare con la vostra testa, non sempre riesce a farlo e non sempre vuole farlo; dovrebbe avervi insegnarvi a rispettare le altre persone; dovrebbe avervi insegnato il senso della giustizia e la voglia di lottare. Ma queste sono tutte cose non si possono misurare, tanto meno con un’esame; quindi dormite pure tranquilli la notte prima degli esami.
Per il resto, essere maturi – e pensare con la vostra testa, e rispettare gli altri, e avere il senso della giustizia e la voglia di lottare – sta a voi, magari cercando di non essere come noi, che maturi non lo siamo mai diventati. Nonostante il leone.

 

se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…

Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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