Francesco Cecchini
Domenica 30 luglio la rivoluzione bolivariana ha vinto un’importante battaglia contro l’imperialismo e le forze reazionarie che lo rappresentano in Venezuela.
Oltre agli USA, a governi europei e a governi di alcuni paesi dell’America Latina, in Italia si sono uniti il Vaticano e il governo Gentiloni (Gentiloni per esempio ha affermato: “Venezuela: arresto dei leader opposizione inaccettabile. Italia impegnata contro rischio dittatura e guerra civile”), ma il tentativo che il popolo venezuelano non partecipasse alle elezioni dell’Assemblea Costituente indette dal governo Maduro è fallito.
In Venezuela la gerarchia cattolica si è apertamente schierata con la reazione (fu alla testa del colpo di Stato che nel 2002 cercò di eliminare Chavez: i golpisti lo catturarono e lo tennero prigioniero per due giorni e ne uscì vivo solo perché i soldati del plotone d’esecuzione si ammutinarono). Il cardinale Urosa Savino, arcivescovo di Caracas e presidente della Conferenza episcopale venezuelana, ha dichiaro illegali le elezioni dell’ANC e il cardinal Parolin, segretario di Stato del Vaticano, gli ha fatto eco. La borghesia tiene ancora nelle sue mani gran parte dell’apparato produttivo e dell’economia del paese e sabota la distribuzione di viveri, medicinali e altri generi di prima necessità dando la colpa al governo. Quasi tutti i mezzi di comunicazione di massa sono nelle mani della borghesia. Bande armate di mercenari e di reazionari imperversano in varie parti del paese, compresi i quartieri ricchi della capitale. La prepotenza e la violenza della reazione è tale che una parte delle forze rivoluzionarie critica il governo Maduro perché procederebbe con troppa moderazione.
Risultati elettorali: 8.089.000 elettori hanno votato per l’ANC. È il numero più alto di voti raccolti dal fronte delle forze rivoluzionarie nelle elezioni degli ultimi anni. Avevano raccolto 5.620.000 voti nelle elezioni del 6 dicembre 2015 che diedero la maggioranza dell’Assemblea Nazionale alla destra, 7.505.000 nelle elezioni del 14 aprile 2013 che portarono Maduro alla presidenza e 7.444.000 nell’ultima elezione che confermò Chavez alla presidenza il 7 ottobre 2012, cinque mesi prima della sua morte il 5 marzo 2013.
E’ stata quindi eletta la Nuova Assemblea Costituente, la vittoria del governo Maduro in Venezuela rafforza la rivoluzione socialista. In conclusione il governo Maduro ha vinto e l’Assemblea Nazionale Costituente è stata eletta con la maggior partecipazione che ci si poteva aspettare. La guerra continua, ma le forze rivoluzionarie hanno vinto una battaglia.
Il popolo venezuelano ha festeggiato dopo il voto:
I risultati elettorali ottenuti con il compito di promuovere l’espansione del settore pubblico dell’economia e la partecipazione delle masse popolari all’attività politica sono un grande successo. Le forze armate venezuelane hanno sostenuto lealmente il governo Maduro e la sua iniziativa permettendo lo svolgimento delle elezioni benché per ordine del governo non potessero usare armi da fuoco neanche contro le bande reazionarie intente a commettere aggressioni e crimini. Le manovre della destra per arrivare presto alla guerra civile dispiegata che sarebbe sostenuta dall’aperto intervento militare degli USA e dei loro paesi satelliti (come fecero i governi di Hitler e di Mussolini in Spagna nel 1936, come fecero gli USA in Guatemala nel 1954, in Nicaragua nel 1979, come hanno fatto recentemente i governi USA ed europei in Libia e in Siria) sono state sventate dall’alta partecipazione popolare alle elezioni dell’ANC e dalla lealtà delle forze armate. I governi di altre grandi potenze, in particolare la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa, alle prese anch’esse con l’aggressività della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, hanno solidarizzato con il governo bolivariano del Venezuela. Il governo cubano e vari governi progressisti dell’America Latina (Bolivia, Ecuador e Nicaragua in primo luogo) hanno dichiarato la loro solidarietà con il Venezuela bolivariano.
In Italia deve continuare l’appoggio alla rivoluzione bolivarana del Venezuela e deve essre collegato alle lotte contro la NATO e contro le missioni militari all’estero. Vedi la prossima missione militare in Libia.