Fra slogan nazisti, gridando «Heil Hitler» e cantando gli «ebrei non ci sostituiranno», i suprematisti bianchi hanno invaso la piccola e tranquilla città della Virginia da venerdì sera, ne sono seguiti scontri, arresti ed è arrivato anche il morto, investito da un’auto che si è lanciata sulla folla. «Una vita è andata persa. Chiedo a tutti di andare a casa» è quanto ha detto Michael Signer, sindaco di Charlottesville.

 

 

La tensione è salita nella mattinata, con gli scontri iniziati ancora prima che la manifestazione prendesse il via. Nel giro di un’ora la situazione è precipitata, con il governatore Terry McAuliffe costretto a dichiarare lo stato di emergenza e a mettere in allerta la Guardia Nazionale. La polizia in assetto da guerriglia è intervenuta, dichiarando fuorilegge la manifestazione e ordinando a chi era in piazza di disperdersi.La marcia, intitolata «Unire la destra», è stata indetta per protestare contro i piani di rimuovere una statua del generale Robert E Lee, pro schiavitù, che nella guerra civile Usa del 1861-1865 guidò le forze confederate. A decidere per la rimozione è stato il Consiglio comunale. La tensione non si è allentata: un’auto ha investito la folla dei manifestanti antirazzisti, travolgendo una ventina di persone, una delle quali è rimasta senza vita sull’asfalto. Le altre persone travolte sono ferite. «È stato intenzionale» riferiscono alcuni testimoni. Il guidatore è stato fermato dalla polizia.

 

AP

 

Il mondo politico americano si è affrettato a condannare gli incidenti. Lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, ha definito lo «spettacolo di Charlottesville ripugnante». Dalla Casa Bianca la prima a commentare è stata la first lady, Melania Trump, condannando la violenza che «non porta nulla di buono». Il commento di Trump si è fatto attendere fra le polemiche: nonostante il presidente sia un avido consumatore di informazione televisiva, la sua condanna secca è arrivata dopo ore, affidata a un tweet. «Non c’è posto per questo tipo di violenza in America» ha detto il presidente che più tardi ha aggiunto: «Ho appena parlato con il governatore e abbiamo concordato che l’odio e la divisione deve finire adesso. Dobbiamo unirci come americani nell’amore della nostra nazione, attraverso l’affetto degli uni verso gli altri. Amiamo il nostro dio, amiamo la nostra bandiera. Siamo orgogliosi del nostro pensiero e di ciò che siamo. Vogliamo che la situazione a Charlottesville si risolva». Trump ha comunque sottolineato che la violenza è arrivata «da più parti» e detto: «Condanniamo nei termini più forti possibili questa grande dimostrazione di odio, bigottismo e violenza su tutti i lati. Odio e divisioni devono finire adesso. Dobbiamo sentirci tutti americani e amare la nostra nazione».

 

 

Ma la polemica sui tempi di reazione troppo lenti non si placa, soprattutto alla luce dell’appoggio degli estremisti di destra a Trump durante la campagna elettorale e la presenza nell’amministrazione del controverso stratega Steve Bannon. Una condanna compatta degli incidenti è arrivata anche dai democratici, con l’ex presidente Bill Clinton che ha invitato a opporsi in modo secco e deciso al suprematismo bianco.

Gli incidenti a Charlottesville sono gli ultimi di una lunga serie negli Stati Uniti, tutti legati alla rimozione di statue e simboli dei confederati della Guerra di Secessione.

http://www.lastampa.it/2017/08/12/esteri/stato-demergenza-e-scontri-in-virginia-per-la-marcia-dei-suprematisti-bianchi-7psVPfJ1qb1NOKOeqWyeKP/pagina.html

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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