Francesco Cecchini

 

L’ articolo, pubblicato un anno fa su Ancora Fischia il Vento, faceva il punto sulla situazione della riabilitazione.

http://ancorafischia.altervista.org/nessuna-riabilitazione-fucilati-grande-massacro-del-15-18

La conclusione fu che la legge Scanu sulla riabilitazione approvata alla Camera venne discussa dopo una quindicina di mesi dalla Commissione Difesa del Senato, presieduta dall’on. Nicola La Torre del Partito Democratico, e venne deciso di non riabilitare i fucilati e decimati, ma solo di perdonarli.                     Fucilati e decimati sono tutti quei combattenti che a causa di situazioni vissute al fronte, al limite della sopportabilità umana, decisero di rinfoderare le proprie baionette e di provare a fuggire lontano dalle trincee e da una guerra di logorante posizionamento che stava sempre più acquisendo i tratti di una spaventosa carneficina. Il tutto è stato ben descritto sia dal libro “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu, che dal film, ad esso ispirato, e boicottato a suo tempo “Uomini contro” di Francesco Rosi. Qui la sequenza della decimazione:

https://www.youtube.com/watch?v=9vLEKgTXl7Q

In una lettera del 12 settembre 2014, firmata da Albino Bizzotto dei Beati costruttori di pace, con altri 10 preti, ed indirizzata a Bergoglio, papa Francesco, si afferma: “Migliaia e migliaia di soldati sono stati processati e uccisi perché si sono rifiutati di ubbidire a ordini contro l’umanità. Sono stati bollati come vigliacchi e disertori ma per noi sono profetici testimoni di umanità e di pace e meritano di essere esplicitamente ricordati nella celebrazione della memoria».                                                                  Bergoglio, Papa Francesco, pur pronunciando un forte discorso contro la guerra: “… la guerra è una follia. La guerra distrugge l’essere umano”, non ha raccolse tale invito. Ad ogni modo i fucilati e decimati per codardia o disobbedienza durante il Grande Massacro devono essere riabilitati storicamente e giuridicamente in tutti i Paesi. Per questo è stata redatto un appello che viene qui ripubblicato per raccogliere ulteriori adesioni. Quest’azione va considerata nel quadro di un più grande impegno quotidiano contro gli armamenti e contro tutte le guerre.

APPELLO AGGIORNATO

PER LA RIABILITAZIONE STORICA E GIURIDICA DEI SOLDATI ITALIANI FUCILATI PER DISOBBEDIENZA O DECIMATI NEL PERIODO 1915-1918

Signor presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni gentiloni@governo.it

Signora ministra della Difesa, Roberta Pinotti roberta.pinotti.senato@gmail.com

e per conoscenza, signor presidente della Repubblica, Sergio Mattarella                    cerimonialedistato@palazzochigi.it

Il centenario della Prima Guerra Mondiale deve essere l’occasione per fare i conti con un capitolo doloroso e rimosso dalla memoria nazionale, quello di mille e più soldati italiani, il numero esatto non è conosciuto, fucilati e comunque uccisi dal piombo di altri soldati italiani perché ritenuti colpevoli di codardia, diserzione o disobbedienza. Fra di loro ci sono anche i decimati, estratti a sorte da reparti ritenuti vigliacchi e passati per le armi per dare l’esempio. L’Italia detiene il record pesante di essere al primo posto. Un esercito di 4 milioni e 200 mila soldati al fronte ne “giustiziò” circa 1000. L’esercito francese, che iniziò la guerra nel 1914, un anno prima, ebbe 6 milioni di soldati e 700 fucilati. Nell’esercito inglese furono 350 e in quello tedesco una cinquantina. La Gran Bretagna ha adottato nel 2006 un provvedimento sulla grazia dei soldati dell’Impero Britannico durante la guerra 14-18. In Francia dopo un discorso di Jospin del 1998 se ne sta discutendo e avanzando verso una soluzione politico-giuridica. Pur tenendo conto delle differenze politiche, culturali e giuridiche tra i vari Paesi attendiamo dal Parlamento italiano una decisione che faccia giustizia di quell’immensa ingiustizia. Cioè di esseri umani che furono “giustiziati” perché sostanzialmente:

– Si rifiutarono di battersi e di morire per niente.

– Vollero mettere fine ai massacri

– Rifiutarono di uccidere altri esseri umani con   differenti uniformi

– Fraternizzarono oltre le trincee,

La riabilitazione deve essere collettiva:                 Perché è impossibile differenziare i casi dei fucilati. Molti documenti sono andati persi e gli archivi sono nel caos.                                                                             Perché i soldati spesso sono stati fucilati collettivamente da plotoni d’esecuzione alla presenza di truppe radunate per l’occasione.                                  Perché quelle esecuzioni dovevano terrorizzare la coscienza collettiva dei soldati.

La riabilitazione di questi cittadini italiani fucilati ingiustamente richiede un’apposita legge.

Inviare adesioni a Francesco Cecchini francesco_cecchini2000@yahoo.com

o inviare direttamente la lettera/appello al Presidente del Consiglio, al Ministro della difesa e al Presidente della Repubblica, le cui email sono indicate. Anche prese di posizioni individuali aiutano la riabilitazione.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Un pensiero su “Riabilitazione dei fucilati e decimati del grande massacro 15-18.”
  1. La crudeltà della pena di morte, dopo processi sommari ed iniqui, la barbarie delle decimazioni, praticate unicamente dall’esercito italiano nel primo conflitto mondiale, impone certamente una profonda riconsiderazione di questi tragici eventi, e, pure, una riabilitazione di queste indifese vittime delle circostanze avverse della storia umana, nell’ambito di un drammatico raggiungimento di determinati fini collettivi e della necessaria salvaguardia della propria identità patriottica di valori. Va, anche, ricordato che molti movimenti di liberazione nel mondo hanno praticato, talvolta, simili ingiusti provvedimenti. La pena di morte dovrebbe essere abolita in qualsiasi contesto.

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