Francesco Cecchini

Narendra Modi vinse le elezioni nel maggio del 2014 con il Partito Popolare Indiano (BJP), partito conservatore, nazionalista, induista, a capo di una coalizione, l’Alleanza Nazionale Democratica, e divenne Primo Ministro. La demonetizzazione, decisa l’8 novembre 2016, è stata, senza dubbio, una delle sue più discusse e importanti azioni. Vedere un precedente articolo che chiarisce gli scopi: eliminare corruzione, il denaro nero e le banconote false e sconfiggere il terrorismo.
http://ancorafischia.altervista.org/la-demonetizzazione-india
Lo 8 novembre 2017 è stato celebrato da Modi e dal BJP come la giornata anti-denaro nero, in realtà andava celebrato come un giorno nero tout court, in quanto la demonetizzazione è stata un disastro.
ECONOMIA
La demonetizzazione fu una misura adottata contro l’opinione dell’allora governatore della RBI ( Reserve Bank of India) Raghuram Rajan. Nessun economista riconosciuto, nemmeno il capo dei consulenti economici del governo, era d’accordo e fu preso in considerazione. Tra l’altro non ci fu nessuna intenzione di riportare indietro denaro illegale in banche straniere, come era stato promesso da Modi. La misura fu messa in atto male. Fallì decisamente nell’eliminare i soldi in nero, come previsto. E’ stata individuata una quantità infima di denaro falso. Denaro falso in quantità rilevante è ancora in circolazione. Non c’è stato nessun impatto sul così detto terrorismo. Per Modi il terrorismo è il movimento naxalita. In teoria la misura ha la possibilità di identificare il denaro nero per aumentare le entrate fiscali. In pratica non avviene e c’è il dubbio che i pochi dati raccolti servano solo per ricattare, silenziare e minacciare. Per quanto riguarda un’altro obiettivo non c’è stato nessun aumento significativo della digitalizzazione dell’economia. Una certa formalizzazione del settore informale è stata presumibilmente iniziata sotto l’impatto della GST nuovo sistema di tassazione su beni e servizi , dello scorso giugno, ancora mal pianificata. Non è stato dimostrato alcun impatto apprezzabile della demonetizzazione. Il conseguimento di questi due obiettivi, digitalizzazione dell’economia e formalizzazione del settore informale, rimangono questioni irrisolte e contestate nelle attuali condizioni dell’economia indiana. Per quanto riguarda la corruzione il governo Modi si guada bene dal nominare un lokpal, una autorità anticorruzione che, tra l’altro, impedisca donazioni anonime ai partiti politici che evitano qualsiasi controllo. Vi è una mancanza di misure per quanto riguarda vari documenti che forniscono informazioni relative a un gran numero di indiani e di entità indiane che depositano segretamente denaro in banche estere. Sono aumentati “cattivi prestiti”, difficilmente recuperabili dati da banche pubbliche a privati, specialmente grandi società. Sono emerse notizie di varie truffe che coinvolgono direttamente il governo di Modi e il BJP, anche se queste accuse non sono state ancora portate in tribunale. Conclusione l’impatto della demonetizzazione sull’ecoonomia è stato nullo o negativo. Tutto sommato, sembra essere principalmente una mossa politica, intesa a raccogliere i dividendi politici, con scarsa considerazione per le effettive conseguenze economiche.
SOCIETA’ Diverso invece l’impatto della demotizzazione sulla società. Sui settori produttivi non organizzati, che impiegano il 90% della forza lavoro, è disastroso. Le vite quotidiane degli indiani poveri sono state seriamente colpite. Milioni di persone hanno perso i mezzi di sostentamento. Più di cento persone fino ad oggi hanno perso la vita.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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