In Perù continuano le proteste contro l’indulto umanitario che il presidente Pedro Pablo Kuczynski, PPK, ha concesso al criminale Alberto Fujimori. L’11 gennaio centinaia di studenti, lavoratori, contadini, artisti e cittadini nelle strade di Lima hanno chiesto la revoca dell’indulto e le dimissioni di PKK. Hanno partecipato anche sindacati e organizzazioni politiche. Questa è la quarta marcia dal 24 dicembre, quando il capo dello stato di PPK ha firmato la grazia. Le proteste non sono avvenute solo a Lima, ma anche in altre città del Perù, Chiclayo, Arequipa, Chimbote, Ayacucho, Chanchamayo, Tacna e Yurimaguas. A Cusco, i manifestanti hanno percorso il centro storico e la leader del Partito del Nuovo Perù, Veronika Mendoza, ha dichiarato: “Non accettiamo il rilascio di un ladro e di un assassino che non ha mai chiesto perdono, non ha mai riconosciuto i propri crimini e non ha pagato un solo centesimo per la riparazione civile”. Inoltre Veronika Mendoza ha chiesto le dimissioni di Kuczynski, “ora è il popolo che non solo chiede l’annullamento del perdono illegale e immorale, ma chiede anche che Kuczynski se ne vada, perché ha perso ogni credibilità, autorità o legittimità, se mai le avesse avute.”                                                                    

Significativo è che il criminale Alberto Fujimori, ora a piede libero, abbia richiesto una pensione all’Università Agraria. La beffa dopo l’inganno. A poco giorni dall’arrivo in Perù di Bergoglio, Papa Francesco in visita ufficiale che durerà da giovedì 18 a domenica, i parenti delle vittime di Barrios Altos e La Cantuta cercheranno un incontro con lui  per esprimere il loro dispiacere e disaccordo per il perdono al Alberto Fujimori.

Comunque le proteste non affrontano ancora la grazia ai molti prigionieri politici peruviani. Vedere il precedente articolo.

https://www.ancorafischiailvento.org/2018/01/07/solidarieta-prigionieri-politici-peruviani

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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