Francesco Cecchini.

Donald Trum vs. Vladimir Putin

Come previsto, Vladimir Putin è stato rieletto a presidente della Federazione Russa con una grande maggioranza. Gli otre 73 milioni dii russi che si sono recati alle urne ( il 67,5% dell’intero elettorato, la più alta affluenza della storia russa) hanno innanzitutto smentito coloro che raccontavano la società russa lontana da Putin. Inoltre i voti ottenuti, il 12%, dal candidato del Partito Comunista della Federazione Russa, Grudinin,  confermano l’importante ruolo politico e sociale dei comunisti russi. L’evento è stato così salutato da Evo Morales, Presidente della Bolivia: “Salutiamo la contundente vittoria del fratello Presidente della Russia, Vladimir Putin, rieletto con più del 70% di appoggio del suo popolo nelle urne. La Russia rispetta la dignità dei popoli e garantisce l’equilibrio geopolitico e la pace mondiale di fronte all’attacco dell’imperialismo.” Continua, comunque, a parte una telefonata di Trump a Putin, la tensione tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia da una parte e Russia dall’altra. Negli ultimi tempi la Russia è stata presentata come una delle principali minacce alla pace nel mondo  e all’ordine internazionale. Il presidente russo Vladimir Putin, in particolare, è stato demonizzato come un guerrafondaio, un aggressore e un politico senza scrupoli, deciso a ripristinare la gloria passata della Russia, allora Unione Sovietica, a qualunque costo. Questa narrazione della Russia come una minaccia per la pace mondiale si è intensificata negli ultimi giorni anche a causa della presentazione da parte di Putin, il primo marzo 2018, di tecnologie militari all’avanguardia, il cui messaggio è stato: fate attenzione. Inoltre c’è la questione di Skripal, dietro la quale sembra ci sia la mano di Israele. Né la Gran Bretagna né alcuna delle altre potenze occidentali, nemmeno le Nazioni Unite, sono in grado, non vogliono o non possono, condurre un’indagine onesta e indipendente. Tutto ciò che Washington e i suoi alleati vogliono fare è aumentare ed espandere le sanzioni economiche e finanziarie contro la Russia, usando Skripal come scusa. I temi coinvolti nella vicenda della rielezione di Putin sono molti. Un’economia non in piena forma, c’è bisogno di modernizzare l’impianto industriale del paese per non far dipendere le entrate soltanto dalle ricchezze del sottosuolo. L’azione per la revoca, seppur parziale,  delle sanzioni. La crisi ucraina, l’Ucraina è stata destabilizzata nel 2014 tramite una “rivoluzione colorata” gestita dalla potenza americana e, in subordine, dall’Unione Europea con lo scopo di farla aderire alla nato. Le relazioni con la Cina; Xi Jinping e Putin hanno firmato nel 2017 una dichiarazione congiunta della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese sulla comune intenzione di approfondire ulteriormente il partenariato strategico globale di cooperazione e una dichiarazione congiunta della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese sulla situazione attuale nel mondo e sulle principali questioni internazionali. Inoltre, è stato approvato un piano d’azione per attuare le disposizioni del trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione per il triennio 2017-2020.

E molti altri.

Va, comunque, sottolineato che Putin ha una posizione, diciamo, anti impero americano, basata sull’aiuto ai regimi nazionalisti arabi nella loro lotta contro l’influenza occidentale e che prenderà forma in progetti di cooperazione economica rinnovati e in intensa cooperazione militare con l’Egitto.  la Siria e l’Iran. La geopolitica russa in Medio Oriente è anche un forte sostegno al presidente siriano Al-Assad al fine di stabilire la sua posizione come un partner essenziale nella ricerca di un accordo internazionale sulla pace in Siria. La Russia di Putin appoggia l’ALBA- TCP, Alianza Bolivariana para Las Americas-  Tratado de Comercio de los Pueblos,: Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, San Vicente, Las Granadinas, Antigua, Barbuda, Santa Lucía, San Cristóbal y Nieves, Granada e Suriname, innanzitutto il Venezuela di Maduro sotto l’attacco degli Stati Uniti. Putin, dispone di autonomia strategica e di armi di dissuasione di massa, per questo, la Russia ha oggi (2018) il compito di appoggiare il più possibile gli Stati resistenti all’impero americano, ponendosi essa stessa come Stato che resiste. Vi è, quindi, bisogno di una Russia geopoliticamente e militarmente solida e indipendente, che sappia frenare il delirio dell’estensione illimitata del fanatismo dell’economia a guida statunitense. A provare inequivocabilmente che la Russia di Putin deve essere geopoliticamente appoggiata è non solo l’odio diplomatico e mediatico del circo giornalistico e intellettuale occidentale, cassa di risonanza del potere neocapitalistico e finanziario, ma anche il moltiplicarsi delle basi americane in Romania e in Ungheria.

Tutto questo giustifica il tono e il contenuto del messaggio di Evo Morales a Vladimir Putin.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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