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Presentazione della relazione 2017.
La Comunità di Pace di San José di Apartadó compie 21 anni ed i suoi membri non hanno cambiato nemmeno una virgola dei loro principi di resistenza civile nonviolenta nonostante gli attacchi continui e sistematici da parte degli attori armati. I suoi principali aggressori sono le Forza Armate colombiane ed i paramilitari, due eserciti, uno legale ed un altro illegale, che lavorano congiuntamente per sfollare i contadini delle loro ricche terre e facilitare le politiche estrattive che hanno caratterizzato da sempre i governi colombiani.
Questa relazione vuole rendere conto delle aggressioni e violazioni ai diritti umani avvenute nel 2017, con le quali si tenta di distruggere la Comunità di Pace di San José di Apartadó e di sottomettere i suoi membri alla dinamica paramilitare che impera nella zona di Urabá2. Lobiettivo, come spesso sentiamo dire, è quello di portare lo sviluppo in una delle zone più strategiche della Colombia e per questo , depredare la classe contadina delle sue terre e del suo modus vivendi rappresenta una priorità (Leggere Plan Victoria de las Fuerzas Militares de Colombia) 3.
La relazione contiene anche un resoconto delle risposte istituzionali alle Azioni Urgenti inviate dalla Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive ed una analisi discorsiva delle stesse.
La Comunidad de Paz de San José de Apartadó è nata il 23 marzo 1997 ed ha superato 4 massacri,4 300 omicidi, almeno 5 sfollamenti forzati (1997, settembre 2001, giugno-ottobre 2002; 2003-2004; aprile 2005 dopo il massacro del 21 febbraio) e più di 900 violazioni ai diritti umani registrate e documentate: blocchi economici, calunnie sparizione forzata, detenzioni arbitrarie, falsi positivi, furti. Nonostante tutto questo, i suoi membri continuano fermi nella difesa della vita e del territorio attraverso lazione nonviolenta malgrado lassoluta impunità di tutti i crimini e aggressioni delle quali sono 2 stati vittime.
È una Comunità riconosciuta ed amata da molti paesi del mondo. A Westerló (Belgio) un monumento ricorda le sue vittime; a Burgos, Spagna, cè un parco col suo nome; nella città di Cascina (Italia) una strada è intitolata a Luis Eduardo Guerra, líder storico assassinato insieme ad altre 7 persone da membri della Brigata XVII insieme ai paramilitari. Conta con la cittadinanza onoraria delle città di Narni e Fidenza (Italia). Inoltre è gemellata con Alburquerque (Spagna), ed i vari partiti che compongono il governo del Municipio di Rivas, Spagna, di comune accordo accompagnano il processo della Comunità, ed alcune organizzazioni tedesche ed inglesi hanno collaborato per promuovere la coltivazione e commercializzazione del cacao biologico. Ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali, è stata finalista al premio Sakharov 2011 concesso dal Parlamento dell’Unione Europea a persone od organizzazioni difensore dei diritti umani ed è stata candidata al Premio Nobel per la pace nel 2007.
La Comunità di Pace è beneficiaria delle médidas cautelares di protezione da parte della Corte Interamericana di Diritti Umani dal 2002 e la Corte Costituzionale della Colombia, nell’atto 164 del 2012,5 ha richiesto ai diversi governi della Colombia di concertare , insieme alla Comunità di Pace , un piano di protezione ed una serie misure volte a riparare i danni della violenza con la quale agenti dello Stato e paramilitari si sono scagliati contro queste persone che chiedono solo di vivere in pace nel loro territorio. Germán Graciano Posso, l’attuale rappresentante legale, è stato riconosciuto come uno dei 20 migliori líder della Colombia secondo la Rivista Semana (Colombia).
http://www.corteconstitucional.gov.co/relatoria/autos/2012/A164-12.htmder
Per ascoltarlo direttamente dal minuto 7:35 en: http://antioquia.gov.co/index.php/component/k2/item/3308-consejo-de-seguridad-palabras-del-gobernador-luis-p%C3%A9rez-guti%C3%A9rrez
Malgrado tutti i riconoscimenti e le misure cautelari emanati da organismi come la Corte Interamericana de Derechos Humanos e la Corte Constitucional de Colombia, la Comunità di Pace continua a subire le aggressioni e la violenza dei paramilitari che agiscono in connivenza con le Forse Armate della Colombia e con funzionari statali.
L’impunità arriva a un tale livello che dopo il tentativo di assassinio a Germán Graciano POSSO da parte di cinque paramilitari il passato 29 dicembre (venerdì nella mattinata, vigilia dell anno nuovo e ponte), due dei paramilitari tenuti in custodia dalla Comunità e consegnati ad alti rappresentanti del Governo della Colombia e della Fiscalía, 24 ore dopo la consegna sono stati rimessi in libertà. A ciò si sommano le gravi e false affermazioni del Governatore di Antioquia Luis Pérez Gutiérrez che ha accusato la Comunità di essere bugiarda manipolando i fatti e presentandoli come se fossero prodotto della delinquenza comune.
Le affermazioni del governatore di Antioquia confermano la connivenza delle autorità colombiane col paramilitarismo. Le sue affermazioni ricordano la posizione delle Forze Militari nei confronti del massacro del 21 febbraio 2005 nel quale l’Esercito insieme ai paramilitari assassinarono il líder storico Luis Eduardo Guerra Guerra ed altre 7 persone, tra le quali tre minori di età. Va sottolineato che per questo massacro non è stata emessa nessuna sentenza contro gli autori intellettuali né contro i mandanti. Le parole del governatore non trovano nessun riscontro nella realtà ed è strano che a due giorni dell’attentato, il Governatore insieme agli alti vertici della Brigata XVII, durante un Consiglio di Sicurezza, abbia dato un informazione distorta come fosse il risultato di una investigazione penale.
Né la Corte Interamericana per i diritti umani, né la Corte Costituzionale della Colombia, né le organizzazioni internazionali che accompagniamo la Comunità abbiamo potuto impedire che oggi la Comunità di Pace di San José di Apartadó stia vivendo uno dei momenti più difficili dal massacro del 2005.
La presente relazione si compone di due sessioni. La prima sessione è relativa alle aggressioni subite dalla Comunità nel 2017. Da una parte, presentiamo una sintesi della progressione delle aggressioni contro la Comunità di Pace da gennaio a dicembre 2017 e la seconda parte corrisponde al registro storico di tutte le violazioni cominciando dai fatti più recenti con data, vittima, luogo, natura della violazione e presunti responsabili di ciascuna aggressione perpetrata durante lanno passato.
Nella seconda sessione, riportiamo le Azioni Urgenti realizzate dalla Rete italiana di Solidarietà Colombia Vive! Onlus e da altre Organizzazioni internazionali che accompagnano la Comunità e la risposta delle Istituzioni a questi fatti. AGGRESSIONI ALLA COMUNITÀ DI PACE DI SAN JOSÉ DE APARTADÓ
Dinamica delle aggressioni
Di seguito osserviamo la dinamica delle aggressioni ed atti violenti contro la Comunità di Pace da Gennaio a Dicembre 2017. Leggendo in progressione si apprezza come nel 2017 la Comunità di Pace di San José de Apartadó e la popolazione del coregimiento (provincia, zona geografica) residente in diversi villaggi, abbiano subito la costante presenza paramilitare e la sua violenza di diversa intensità, preceduta o intercalata da operazioni militari della Brigata XVII e da sopralluoghi di alte cariche del Governo nella zona, per arrivare, sul finire dellanno, all incursione paramilitare proprio dentro il centro abitato della Comunità di Pace in San Josecito con lintenzione di assassinare Germán Graciano:
Presenza paramilitare
Occupazione militare e abuso di potere
Operativi paramilitari e intimidazione
Calunnia e falsa informazione da parte della Forza Militare
Connivenza della Forza Pubblica con i paramilitari
Occupazione paramilitare e fermo temporaneo di persone
Minacce di morte
Occupazione paramilitare e saccheggio
Occupazione paramilitare e perquisizione illegale
Intimidazione e abuso di podere della Forza Pubblica

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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