Di Mark Weisbrot e  Gregory Wilpert

6 maggio 2018

Mark Weisbrot Weisbrot è condirettore del Centro per la Ricerca Politica ed Economica a Washington, D.C. e presidente di Just Foreign Policy. E’ anche autore  dell’imminente libro: “Failed:What the “Experts” Got Wrong About the Global Economy ,(Oxford University Press, 2015], coautore, con Dean Baker, di Social Security: The Phony Crisis (University of Chicago Press, 2000). Ha scritto numerosi articoli  sulle sue ricerche di economia politica. Ha una rubrica di argomenti economici e politici che viene distribuita a oltre 550 giornali dalla Tribune Content Agency. I suoi editoriali sono apparsi su: The Guardian, il New York Times, the Washington Post, the Los Angeles Times e sulla maggior parte dei giornali degli Stai Uniti, e anche sul maggior quotidiano del Brasile: Folha de Sao Paulo. Appare regolarmente sui programmi delle televisioni locali e nazionali e partecipa a programmi radio. E’ anche presidente dell’organizzazione Just Foreign Policy.

GREG WILPERT: Quèesta  la Rete di Real News. Sono Greg Wilpert che ti parla da  Quito, Ecuador.

Dieci anni fa, la maggior parte dell’America Latina era  guidata da governi progressisti di centro-sinistra o anche di sinistra. Per esempio, Cristina Fernandez in Argentina, Evo Morales in Bolivia, Rafael Correa in Ecuador, Fernando Lugo in Paraguay, Daniel Ortega in Nicaragua, Manuel Zelaya in Honduras, e Lula da Silva in Brazil. E Hugo Chavez, in Venezuela, naturalmente. Da allora, la cosiddetta ‘onda rosa’ è regredita sensibilmente.  Di questi 10 governi di centro-sinistra, ne rimangono soltanto quattro. Nicolas Maduro in Venezuela, Morales in Bolivia, Vazquez in Uruguay, e Daniel Ortega in Nicaragua.

Si unisce a me per esplorare il ruolo degli Stati Uniti in America Latina, Mark Weisbrot, condirettore del Centro per la Ricerca Politica ed Economica e autore del libro “Failed: What the Experts Got Wrong About the Global Economy.” E’ anche presidente dell’organizzazione Just Foreign Policy., Mark. Grazie di essere di nuovo qui, Mark.

MARK WEISBROT: Grazie, Greg. Grazie per avermi invitato.

GREG WILPERT: Prima di cominciare a parlare del ruolo degli Stati Uniti in America Latina, forse è utile dare un rapido sguardo all’impatto che i governi di sinistra e di centro-sinistra hanno avuto sull’America Latina. Quali diresti che sono stati i principali risultati o le principali conseguenze dei loro governi in alcuni di questi paesi?

MARK WEISBROT: Ebbene, se si guarda alla regione nel suo insieme, il tasso di povertà è  diminuito dal 44% al 28%. Questo è accaduto dal 2003 al 2013, circa, dopo  i due decenni precedenti quando la povertà era realmente aumentata e non c’è stato alcun progresso. E’ stato quindi un cambiamento enorme che è stato conseguito on paesi diversi e in modi diversi. Ci sono stati grossi aumenti negli investimenti pubblici in Bolivia e in Ecuador. Anche in Brasile ci sono stati  degli aumenti di quale genere e grandi aumenti del salario minimo. Ogni paese ha fatto cose diverse per introdurre l’assistenza sanitaria e incrementare, in alcuni paesi, l’accesso all’istruzione. E ci sono state parecchie riforme, cambiamenti nella politica macroeconomica. Ci si è liberati del Fondo Monetario Internazionale.

Ci sono, quindi, state un sacco di cose che questi governi hanno fatto che quelli precedenti non sono stati capaci o non disposti ad attuare per migliorare gli standard di vita in un periodi di più alta crescita economica alla quale anche loro hanno contribuito.

GREG WILPERT: E così, come è cambiata l’America Latina da allora, quando i sono subentrati i governi di destra hanno nella maggior parte del continente?

MARK WEISBROT: Ebbene, ci sono cose diverse che sono cambiate. Una è stata che stanno attuando, come ci si aspettava, le riforme di destra. Cercare di fare tagli al sistema pensionistico in Brasile, approvare un emendamento costituzionale che anche la maggior parte degli economisti del mondo non appoggerebbe, dato che proibisce al governo di aumentare le spese oltre il tasso di inflazione. Sai che ci sono enormi aumenti delle utenze in Argentina che portano al licenziamento di migliaia di lavoratori del settore pubblico. E così, dovunque è tornata la destra ci sono dei cambiamenti regressivi.

GREG WILPERT: E quindi, come hanno contribuito a questi cambiamenti gli Stati Uniti, e quali obiettivi diresti che loro stanno perseguendo nella zona?

MARK WEISBROT: Ebbene, penso che gli Stati Uniti abbiano contribuito in così tanti modi, che ci vorrebbe almeno un’ora per riassumere soltanto un poco di quella storia. Penso, però, che gli Stati Uniti siano stati coinvolti in vari modi nella maggior parte di questi paesi. Ovviamente in Venezuela è successo fin dal colpo di stato del 2002 quando hanno cercato di rovesciare il governo e hanno cercato di aiutare la gente a far cadere il governo  in varie occasioni. In Brasile hanno appoggiato il golpe contro Dilma, il golpe parlamentare. Non lo hanno fatto con forza, ma hanno inviato segnali sufficienti. Per esempio – ne ho parlato prima in questa trasmissione – proprio quando il Parlamento stava votando per mettere Dilma in stato di accusa senza in realtà presentare un reato che aveva commesso, il capo del Comitato del Senato per le Relazioni Estere, è arrivato con il funzionario  numero tre del Dipartimento di Stato Americano, Tom Shannon. Poi, naturalmente, nell’agosto di quell’anno, il Segretario di Stato John Kerry, è andato in Brasile e ha tenuto una conferenza stampa con il Ministro degli Esteri facente funzioni, José Serra. E, naturalmente hanno parlato di che grandiose relazioni ci sarebbero state con gli Stati Uniti prima che Dilma venisse realmente rimossa dalla sua carica. Queste erano, quindi, i modi per sostenere il golpe.

E, naturalmente, il Dipartimento di Giustizia e l’FBI  hanno contribuito all’indagine che era determinante per mettere in prigione Lula. Non sappiamo esattamente  che cosa hanno fatto durante quell’indagine, ma ne sappiamo abbastanza da poter dire che non è stata un’indagine neutrale. Cioè, l’indagine si è conclusa con la decapitazione del Partito dei Lavoratori, per allora, che prima aveva aiutato a liberarsi di Dilma, ma, cosa più importante o sostanziale, per quanto riguarda il loro contributo, avevano contribuito a far mettere in prigione Lula e a impedire che si candidasse alle elezioni.

In altri paesi, per esempio in Paraguay, gli Stati Uniti hanno contribuito al consolidamento di quel golpe militare, organizzandosi nell’ambito dell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS)*. Probabilmente è in Honduras che gli Stati Uniti hanno svolto il loro ruolo maggiore, nel consolidare il golpe militare del 2009 quando Hilary Clinton ha riconosciuto il suo ruolo nell’assicurarsi che il Presidente Zelaya, eletto democraticamente, non sarebbe tornato in carica. Più di recente, a novembre hanno contribuito a consolidare i risultati di un’elezione che praticamente tutti gli osservatori hanno considerato rubata.

Questi sono soltanto alcuni esempi. Intendo dire che credo di non avere mai citato l’Argentina dove altri rami del parlamento erano coinvolti, così come l’esecutivo che però ha interrotto i prestiti dalle banche di sviluppo multilaterale, come la Banca Inter –Americana di Sviluppo, e ha cercato di bloccare i prestiti anche alla Banca Mondiale. E hanno ripristinato ogni cosa non appena è stato eletto il governo di destra. E c’è poi stato il Giudice Griesa a New York che ha preso ostaggi oltre il 90% dei creditori dell’Argentina per “spremerli”, in modo che il governo avrebbe finito di pagare i “fondi avvoltoio**. E questa è stata una cosa molto politica perché ha anche revocato l’ingiunzione non appena c’è stato il governo di destra.

E penso che sia molto importante perché non è necessariamente una cospirazione di tutti questi rami del governo. Anche il ramo legislativo era coinvolto in questo, negli Stati Uniti, ma hanno tutti la stessa mentalità e stanno tentando tutti di liberarsi di questi governi di sinistra, e hanno avuto un contributo massiccio. Intendo dire l’Argentina, che ha contribuito alla rovina di Cristina Kirchner. Ha contribuito ai problemi di bilancia dei pagamenti che avevano. Questo, quindi, è stato importante, ed è totalmente ignorato qui negli Stati Uniti.

GREG WILPERT: E, allora, perché questo è stato ignorato negli Stati Uniti? Intendo dire: che cosa  succede nella copertura mediatica negli Stati Uniti, e perché si tratta così poco del ruolo degli Stati Uniti e dell’America Latina?

MARK WEISBROT: Ebbene, sai, forse dovresti intervistare alcuni dei giornalisti che si occupano di quell’argomento, se sono disposti a rispondere a quella domanda. Penso che sia complicato, in qualche modo, ma in altri modo è molto semplice. Prima di tutto, per l’intervento degli Stati Uniti in qualsiasi paese del mondo, hanno una specie di standard di prova provata. E così, sai nel nostro sistema di giustizia penale, lo standard del “oltre ogni ragionevole dubbio”; questo, però,  è uno standard molto più alto. Nulla viene quindi realmente discusso in termini di intervento degli Stati Uniti, a meno che sia davvero una prova provata, dove vengono presi in flagrante in un modo che nessuno potrebbe negare. E questo non succede quasi mai.

E così, per esempio, in Venezuela nel 2002, quando c’è stato il golpe, c’erano i documenti del Dipartimento di Stato e della CIA che attestavano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Contribuivano a finanziare e ad addestrare le persone che hanno fatto il golpe, e hanno fatto affermazioni dopo il golpe che sapevano essere false, allo scopo di aiutare il golpe a consolidarsi, e in quel caso fallirono. Sai, però, che ad Haiti, nel 2004, che non avevo neanche citato, hanno preso il presidente,  lo hanno messo su un aereo e lo hanno fatto portato via dal paese. Questo è avvenuto in pieno giorno.

In ogni caso, però, hanno una storia che non è affatto credibile, e in un certo modo la stampa lo accetta  e non ci ripensa mai. Ogni volta che ne parlavano, Chávez si lamentava del golpe, ed era un’importante ovvia fonte di cattive relazioni con il Venezuela, ma le riferivano sempre come un’affermazione di un personaggio che loro, naturalmente, screditavano ogni momento.

Questo è quindi il modo in cui riferiscono tutte queste cose.  Quando riferiscono i fatti, li inseriscono in un  contesto che fa sembrare che non ci fosse alcun intento o alcun reale  effetto della politica statunitense nella regione. Ma, soprattutto è come fare servizi riguardo all’Ucraina senza mai citare la Russia; è come se gli Stati Uniti non avessero qualsiasi reale influenza nelle Americhe, e naturalmente tutti sanno che la loro influenza è enorme.

GREG WILPERT: Quali direbbe, quindi, che siano alcune delle implicazioni per l’immediato futuro,  di questa politica degli Stati Uniti verso l’ America Latina?

MARK WEISBROT: Ebbene, adesso, naturalmente, sono ancora coinvolti; c’è l’intervento in Messico, per esempio. I funzionari statunitensi hanno già detto come sono preoccupati che AMLO, cioè che Andreas Manuel Lopez Obrador  sia il favorito elezioni nelle prossime elezioni in luglio. Probabilmente vincerà, ma stanno già cercando di indebolirlo, facendo pressione con accuse di un coinvolgimento della Russia, il che è una nuova tendenza, ma le accuse sono completamente indimostrate.

In Venezuela stanno facendo qualcosa che probabilmente non è stata mai fatta negli scorsi 50 anni, chiedendo apertamente un golpe militare e dì fatto un embargo finanziario che hanno attuato, e minacciano perfino un embargo peggiore se non si liberano del governo attuale. Questa quindi, penso che sia una forma più aggressiva di intervento mai avuta anche durante le amministrazioni precedenti.

E sono piuttosto sinceri riguardo a questo. E, di nuovo, la maggior parte dei media sembra trattarlo come un non-problema. Di fatto è realmente un esempio importantissimo: infatti ci sarà un’elezione tra un paio di settimane e i media stanno pretendono che non sia realmente un’elezione. Invece c’è un candidato credibile dell’opposizione che è primo nei sondaggi, e loro hanno raggiunto un accordo con il governo riguardo a una serie di procedure che sono simili a quasi tutte quelle delle altre elezioni che hanno svolto negli scorsi 20 anni, e una serie di garanzie che, naturalmente, se non verranno seguite, il candidato alla presidenza, Henri Falcon non riconoscerà l’elezione. C’è quindi una vera elezione contestata, ma il governo degli Stati Uniti ha deciso che non vogliono questa opzione e che l’opposizione della destra dura è in linea con loro, e quindi pretendono che non ci sia nessuna elezione, perché sono impegnati in una strategia di violenza , di cambiamento di regime.

GREG WILPERT: OK. Continueremo certamente a seguire questo, specialmente il ruolo degli Stati Uniti in America Latina. Ho parlato con Mark Weisbrot, condirettore Centro per la Ricerca Politica ed Economica. Grazie ancora, Mark, per essere stato con noi oggi.

MARK WEISBROT: Grazie, Gregory.

GREG WILPERT: E grazie per esserti collegato con Real News Network.

*https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_degli_Stati_americani

** https://www.icer.it/vulture-funds-cosa-funzionano

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/us-interventions-in-latin-america-continue-and-intensify

Originale: The Real News

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Un pensiero su “GLI INTERVENTI DEGLI STATI UNITI IN AMERICA LATINA CONTINUANO E SI INTENSIFICANO”

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