Giovanni Falcone (foto da wikipedia.org)

‘Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.’ Giovanni Falcone

Era il tardo pomeriggio del 23 maggio del 1992 quando arrivò la notizia dell’attentato dinamitardo a Giovanni Falcone e alla sua scorta. La radio, la televisione ed il semplice passaparola, dando voce all’evento, diffusero nell’aria un senso di smarrimento e di paura, quella che ti fa pensare che tutto sia finito, che la speranza sia morta per sempre, che il male sia prevalso e che ogni altro tentativo di azione volto al bene comune sia inutile.

L’incredulità si mescolò con l’angoscia. Le prime immagini televisive di Capaci ridotta ad un campo di battaglia si confusero con la tenue speranza che il Giudice fosse ancora vivo, che fosse in grado di superare anche quel terribile momento, poi, tragico, giunse il comunicato ufficiale della morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, degli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonino Montinaro.

Tutto successe in un attimo, un tuffo al cuore ed una tristezza infinita ci presero, un siciliano che aveva avuto coraggio non c’era più, gli uomini che custodivano le sue idee non c’erano più, la donna che lo aveva amato per tutta la vita non c’era più, la speranza di una Sicilia onesta non c’era più.

Sembra ieri, invece sono trascorsi 26 anni da quel tragico pomeriggio ed ancora oggi mi chiedo come sia stato possibile che degli uomini, dei siciliani come me, abituati da sempre a vivere il sole, il mare, l’odore di zagara, il profumo dei limoni e delle arance, in una terra ospitale che sa accogliere chi non ha nulla e che vive di una cultura millenaria, possano aver concepito ed eseguito un atto così orribile. Eppure esistono, i ‘Stuppagghieri’ sono sempre esistiti e, adesso come allora, continuano a prevaricare altri uomini, a sfruttarli, a vivere del sudore del lavoro delle persone perbene e ad ucciderli se questi osano reagire.

Ma, nonostante tutto questo, non dobbiamo dimenticare, mai, le parole rivolte a tutti i siciliani onesti da Giovanni Falcone: ‘Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.’ Ed ancora: ‘Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.’

Fonte: wikipedia.org

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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