Addis Abeba: «Badme è eritrea»
Francesco Cecchini

TRUPPE ERITREE AL CONFINE CON L’ETIOPIA.
A vent’anni dallo scoppio della guerra di confine tra Etiopia ed Eritrea, Addis Abeba ha annunciato di volere la pace rispettando l’accordo firmato ad Algeri nel 2000 e mai entrato in vigore. La notizia arriva a pochi giorni dalla decisione, ratificata dal parlamento, del primo ministro etiopico, Abiy Ahmed, di abolire lo stato di emergenza proclamato nel Paese in febbraio a seguito di tensioni popolari molto forti. La volontà di tornare alla normalità nei rapporti tra i due stati confinanti del Corno d’Africa era stata espressa da Ahmed già il 2 aprile, giorno del suo insediamento, per mettere fine ad un conflitto che può essere considerato un’ eredità dell’epoca coloniale.La guerra scoppiò nel giugno 1998 e durò circa due anni, apparentemente solo per una contesa territoriale di piccole aree ma in realtà per la speranza etiopica di garantirsi uno sbocco sul Mar Rosso e quella eritrea di raggiungere una vera indipendenza economica. Nel dicembre 2000, dopo la morte di una cifra compresa tra 70 e 100 mila uomini di entrambi i Paesi, il presidente eritreo Isaias Afewerki e il primo ministro etiope allora in carica, Meles Zenawi, firmarono ad Algeri un accordo di pace, mediato dal presidente algerino Abdelaziz Bouteflika. L’Etiopia tuttavia mantenne un presidio militare, ancor oggi presente, nel territorio di Badme, area assegnata all’Eritrea nel 2002 da una commissione internazionale nominata dall’Onu. Il nuovo premier Abiy Ahmed di etnia omo deve porre fine al vero e proprio genocidio in corso nella valle dell’Omo Il lago Turcana rischia di fare la fine del lago d’Aral, le popolazioni sono state deportate, e tutto per le dighe della Salini. L’ Eritrea dovrà superare una giustificata diffidenza, ma ha molto da guadagnare, in termini di diminuzione di spese militari, se il Trattato di Algeri verrà applicato.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Un pensiero su “PACE FRA ETIOPIA ED ERITREA. ADDIS ABEBA: “BADME E’ ERITREA”.”
  1. Analisi certamente non faziosa come i soliti giornali , specie contro l Eritre
    Peccato per l etnia per primo ministro oromo e non omo…..

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