La Camera Penale della Corte Suprema di Giustizia del Paraguay ha annullato la sentenza di condanna degli undici compesinos/as del massacro di Curuguaty, per il quale l’ex presidente Fernando Lugo, attuale senatore della Repubblica, è stato destituito con un processo politico. L’annullamento è il risultato dei vizi del processo, che sono stati ripetutamente denunciati da organizzazioni politiche e sociali paraguaiane e internazionali e dell’impossibilità del pubblico ministero di provare la partecipazione criminale dei campesinos al massacro. Dopo 6 anni di lotta, i compagni campesinos sono stati assolti, saranno immediatamente liberati, solo 4 dei condannati stanno attualmente in prigione. e non ci sarà un nuovo processo. E’ caduta un’ enorme farsa politica e giudiziaria ed è ora chiaro che la strage commessa da forze della polizia per lo sgombero illegale di terre pubbliche a Marina Kue è stata la scusa per un golpe di stato e con esso, il tentativo del potere oligarchico di fermare la lotta del popolo paraguaiano per la terra, l’indipendenza e sovranità. Nel massacro furono uccisi 11 campesinos e 6 poliziotti che parteciparono allo sgombero Il processo ebbe come imputati campesinas e campesinos sopravvissuti al massacro, quasi tutti con ferite d’arma da fuoco, e le morti non furono mai indagate. Il capo della Coordinazioni dei diritti umani del Paraguay (Codehupy), Óscar Ayala, ha detto che è la migliore notizia che avremmo potuto ricevere. L’attivista Guillermina Kanonnikof non ha potuto nascondere la sua eccitazione per la decisione della Corte Suprema. L’ex vittima della dittatura stronista ha invitato i cittadini a Plaza de la Justicia, di fronte alla Corte Suprema di Giustizia, dove una tenda di sostegno era stata installata per due anni. &Sicuramente accompagneremo i campesinos a Marina Cué&, ha aggiunto.
Come hanno mostrato le campesinas e i campesinos Curuguaty, la lotta è la sola via, e prima o poi la giustizia arriva. Ora la lotta deve continuare per la libertà di tutti i prigionieri politici, per il recupero delle terre di Marina Kue contadini e per il castigo delle persone corrotte responsabili dell’usurpazione delle terre, della farsa giudiziaria e del colpo di stato.
Va ricordato che anche in Europa e in Italia la causa è stata sostenuta. Nell’aprile 2014 una lettera da Barcellona di Fabricio Arnelia, militante per la libertà dei prigionieri politici per aver lottato, della Gioventù Comunista Paraguaiana e del Fronte Guasu fu un esempio di solidarietà di paraguaiani emigrati o esiliati in Europa ai campesinos ingiustamente detenuti e condannati. Ebbe un grande riscontro ottenendo tra l’altro l’ adesione di Hugo Blanco Galdós, direttore di Lucha Indigena, Jorge Agurto, direttore di Servindi, Marcelo Martinessi, regista cinematografico, Gigi Bettoli, cooperatore sociale, Gaia Capogna, Francesco Cecchini, Alessandra Kersevan, storica, Lidia Menapace, dell’ ANPI , Antonio Moscato, docente universitario, Camilo Duque, veterinario, Aldo Zanchetta, scrittore, Antonella Ricciardi, giornalista e e della RETE ITALIANA DI SOLIDERIETÀ COLOMBIA VIVE: Avv. Francesco Tartini, Avv. Giuseppe Coscione, Carla Mariani, Flora Scala.
.