Il 26 luglio si sono compiuti 65 anni dal giorno in cui un gruppo di giovani cubani, guidati da Fidel Castro ed assecondato da Abel Santamaria, Raul Castro, Ramiro Valdés e Juan Almeyda, tra altri, realizzò l’assalto alla Caserma Moncada e Carlos Manuel de Céspedes. Fu un’azione eroica respinta con sanguinaria brutalità dalle forze militari del dittatore Fulgencio Batista di stanza nel Moncada.

Le selvagge torture e l’omicidio a sangue freddo dei prigionieri e feriti hanno scritto una delle pagine più infami della storia cubana, denunciata con ineguale eloquenza nel famoso allegato di Fidel conosciuto come “La storia mi assolverà”. La detenzione, tortura ed esecuzione di Abel Santamaría e di altri compagni furono di una crudeltà e malignità raccapriccianti. Melba Hernández e Haydée Santamaría diedero un esempio di eroismo militante che le inscrive nelle più brillanti pagine della Nostra America. La storia non solo ha assolto Fidel, ma tutti i moncadisti, che con la loro coraggiosa azione hanno aperto una nuova fase nell’incessante battaglia per ottenere la Seconda e Definitiva Indipendenza dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi.

Il trionfo della Rivoluzione Cubana, il 1º gennaio 1959, è stato il culmine dell’ assalto al Moncada -il cui autore intellettuale, secondo Fidel, altri non fu che José Martí- e il colpo che, in seguito, sarebbe maturato nel Venezuela bolivariano per estendersi, all’inizio del nostro secolo, attraverso l’estesa geografia nostramericana. Chavez, Lula, Dilma, Kirchner, Cristina, Evo, Correa, Maduro, Tabaré, Lugo, Mujica, Zelaya, Ortega Sanchez Ceren, e prima di Allende, Juan J. Torres e Juan Velasco Alvarado non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto, senza che i giovani moncadisti avessero previamente fatto saltare il catenaccio della vecchia storia che ci condannava alla sottomissione ai dettami dell’imperialismo. Per questo la gratitudine dei nostri popoli verso quei giovani è eterna e incommensurabile.

Servano queste brevi parole come tributo a questa straordinaria azione, che ci permettiamo chiudere, citando l’esortazione finale fatta da Fidel nella notte prima dell’inizio dell’attacco.

Il Comandante diceva quanto segue:
“Compagni: entro poche ore potrete vincere od essere sconfitti; ma, in ogni caso, ascoltate bene, compagni!, in tutti i modi il movimento trionferà. Se vinceremo domani, si farà più presto quello a cui aspirava Martí. Se fosse diversamente, il gesto servirà come esempio al popolo di Cuba, per prendere la bandiera ed andare avanti. Il popolo ci sosterrà in Oriente ed in tutta l’isola. Giovani del Centenario dell’Apostolo! Come nel ’68 e nel ’95, qui in Oriente diamo il primo grido di ‘Libertà o morte’! Già conoscete gli obiettivi del piano. Senza alcun dubbio è pericoloso e ognuno di quelli che esce con me, da qui, stanotte, deve farlo per sua assoluta volontà. Ancora siete in tempo per decidere. Ad ogni modo, alcuni dovranno rimanere per mancanza di armi. Coloro che sono determinati ad andare, facciano un passo avanti. La consegna è non uccidere se non per ultima necessità”.

di Atilio Boron da Cubadebate

traduzione di Francesco Monterisi

http://it.cubadebate.cu/notizie/2018/07/30/il-moncada-e-la-sua-eredita/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Un pensiero su “Il Moncada e la sua eredità”
  1. Grazie per il discorso di Fidel, che non coscevo. Dalle mie ricerche, mi son fatto l’idea, che il giovane Fidel Castro, forse prima di tutto un Umanitarista, non solo per formazione in scienze giuridiche, ma per le continue attività democratiche che portava avanti, sigolarmente ed in forma associata, per stimolare l’insorgere di uno spirito identitario e univoco del Popolo cubano, che non riusciva a liberarsi del giogo imposto, dalle dittature e dall’oppressione militare ed economica, oltre al degrado sociale, imposto dagli USA e dalla Mafia.

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