DUQUE A FIANCO DI URIBE PARLA CONTRO L’ACCORDO DI PACE GOVERNO FARC-EP.
Alla c.a.
Signor Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica Italiana
E p.c.
Ambasciatrice Emanuela DAlessandro
Consigliera diplomatica del Presidente
Ufficio Affari Diplomatici
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale, 00187 Roma
Egregio Presidente,
in occasione della prossima visita in Italia del Presidente della Repubblica di Colombia, Ivan Duque, Le scriviamo a nome di un gruppo di associazioni nazionali e internazionali impegnate nella difesa dei diritti umani e nella promozione della pace, aderenti alla rete In Difesa Di, per i diritti umani e chi li difende. La rete, nata due anni fa, è composta da oltre 30 organizzazioni non-governative attive nel campo della pace, diritti umani, ambiente, cooperazione e solidarietà internazionale.
Il nostro paese da tempo è impegnato in prima linea nei negoziati di pace tra governo colombiano ed ELN, in un clima di crescente minaccia per organizzazioni sociali e leader comunitari da parte di formazioni neo-paramilitari. A questo impegno di sostegno ai processi di pace si aggiunge ora la recente nomina dellItalia al Consiglio per i diritti umani dellONU per il triennio 2019-2021. LItalia ha infatti qualificato la sua candidatura con alcuni impegni precisi, tra cui la protezione e il sostegno ai difensori dei diritti umani, il dialogo con la società civile e il sostegno al lavoro del Relatore Speciale ONU sui Difensori dei Diritti Umani Michel Forst, che ha avuto occasione di visitare il nostro paese in visita accademica nel maggio dello scorso anno. Nel corso dei mesi poi, abbiamo avuto varie occasioni di incontro e scambio di idee ed opinioni sulla situazione colombiana con il MAECI. A tal riguardo vorremmo anche apprezzare la posizione presa dal nostro paese in occasione della Universal Periodic Review del Consiglio ONU sui Diritti Umani sulla Colombia, raccomandazioni che si inseriscono in un contesto ancora complesso, pieno di opportunità ma anche di rischi per la pace ed il rispetto dei diritti umani nel paese.
Ci rivolgiamo a Lei per sottoporre alla Sua attenzione la nostra preoccupazione, condivisa con le organizzazioni della società civile colombiana, in particolare per quanto concerne il crescente numero di omicidi e minacce verso difensori e
difensore dei diritti umani. Vorremmo inoltre trasmetterLe lesperienza della Comunità di pace di San José de Apartadò, nota internazionalmente come laboratorio sperimentale di pace dal basso, che si trova oggi ad avere più che mai bisogno
del sostegno delle più alte Istituzioni dello Stato.
La firma dellaccordo di pace in Colombia ha suscitato grandi speranze e aspettative tra coloro che si sono impegnati a lungo per il suo riconoscimento. La fine del conflitto armato ha generato benefici indiscutibili, come la riduzione sostanziale delle cifre degli omicidi, degli scontri, dei sequestri e la definizione del contesto normativo e della struttura istituzionale a sostegno dellimplementazione dei singoli punti previsti dallaccordo. Tuttavia, persistono elementi di
forte preoccupazione. Basti pensare ai 90 mila nuovi casi di sfollamento interno nel 2017 e ai 18 mila della prima metà
del 2018 riportati dallUNHCR, e alle 343 persone uccise per il loro impegno nella difesa dei diritti umani dal 1°gennaio 2016 al 22 agosto 2018. A questo occorre aggiungere la violenza che continua ad occupare i territori e a scuotere la vita quotidiana delle persone che li abitano. Gli episodi di violenza si registrano principalmente nelle aree rurali, dove il referendum del 2 ottobre 2017 aveva ottenuto un maggior numero di voti favorevoli alla pace. La violenza scaturisce da conflitti di natura socio-economica che si caratterizza per la presenza di vecchi e nuovi attori,come gruppi di neoparamilitari, narcotrafficanti, guerriglieri dell’ELN, dissidenti delle FARC. In questo scenario il nostro sostegno alla Comunità di Pace nasce dalla preoccupazione legata alla crescente presenza di gruppi neoparamilitari che ne minacciano lesistenza. Sin dal 1997, anno della sua nascita, la comunità ha adottato un proprio codice etico fondato su principi di rispetto dei diritti umani, giustizia sociale, solidarietà e pace. Lesempio della Comunidad de Paz incarna un modello basato sulla pedagogia comunitaria che, insieme allidea della sicurezza alimentare, garantisce forme di sostenibilità in grado di spezzare la catena della povertà e di praticare quella libertà e pace sancite dalla Dichiarazione Universale dei diritti Umani. Purtroppo, le famiglie della CdP hanno subito nel corso degli anni continue violenze, minacce, morti e massacri a causa della neutralità mantenuta nei riguardi delle parti coinvolte nel conflitto colombiano. Lo scorso 29 dicembre, ad esempio, uomini armati hanno fatto irruzione nella comunità di pace con la volontà di uccidere il rappresentante legale German Graciano Posso.
La Comunidad de Paz, oltre a godere delle misure di protezione della Corte Interamericana per i Diritti Umani, è supportata da vari gruppi di accompagnamento civile internazionale, tra cui Operazione Colomba, corpo nonviolento
della Comunità Papa Giovanni xxiii. Limpegno di numerosi volontari, esposti oggi ai rischi derivanti dalla situazione di instabilità nellarea contribuisce alla sopravvivenza e al proseguimento dellesperienza di resistenza nonviolenta e di
pace dal basso proposta dalla Comunidad de Paz.
Soprattutto alla luce degli sforzi compiuti dallUnione Europea e dalla Repubblica Italiana per la buona riuscita degli Accordi crediamo sia importante dare seguito al processo di implementazione dellaccordo di pace, in particolare per quando concerne, i difensori dei diritti umani e la protezione dei leader comunitari, la lotta allimpunità e lo smantellamento delle formazioni paramilitari, in modo da garantire una pace duratura costruita sulla giustizia sociale, valorizzando e sostenendo a tal riguardo la proposta praticata dalla Comunità di San José de Apartadò , vera e propria sentinella di pace.
Ci rivolgiamo a Lei, sicuri che la Sua sensibilità colga la necessità di preservare un patrimonio così importante oggi minacciato.
La ringraziamo sin dora per lattenzione che vorrà dedicare a questa lettera.
Distinti saluti,
Roma 18-10-2018
Amnesty International
Associazione Equo Garantito
Associazione JAMBO per il Commercio Equo e Solidale di Fidenza
Associazione Yaku
Operazione Colomba — Comunità Papa Giovanni XXII
Rete italiana Colombia Vive
Terra Nuova
La lettera, tradotta in spagnolo, è stata inviata anche a Bergoglio, Papa Francesco. Il link è il seguente:

Carta abierta al Papa. La impostergable paz en Colombia.


Contatto:
segreteria@pec.yaku.eu
Francesca Caprini — cell. 342 5652511

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Un pensiero su “LETTERA APERTA AL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA SULLA PACE IN COLOMBIA, IN OCCASIONE DELLA VISITA DI IVAN DUQUE, PRESIDENTE DELLA COLOMBIA.”
  1. Mi associo alla presentazione della lettera aperta al papa e al capo dello stato italiano Sergio Mattarella, per una presa di posizione chiara sugli accordi di pace in Colombia, in occasione della visita di Duque (meglio: presa di posizione chiara sul rispetto da parte governativa degli accordi di pace).

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