Francesco Cecchini

BANDIERE DEL FRONTE POLISARIO
Dal 1975, dopo il ritiro spagnolo, il Marocco controlla gran parte del Sahara occidentale, un’area desertica di 266.000 chilometri quadrati e l’unico territorio dell’Africa postcoloniale il cui presente e futuro non è risolto.
L’ONU ha attualmente organizzato un tavolo di discussione sul Sahara Occidentale il 4 e 5 dicembre a Ginevra, con la presenza di tutte le parti coinvolte nel conflitto. L’ex presidente tedesco Horst Köhler, inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha già confermato ufficialmente che il Marocco, il Fronte Polisario, l’Algeria e la Mauritania saranno al tavolo. Sia Guterres che Köhler, evitano di parlare di “negoziati” e riducono l’incontro a una “discussione”, quindi non propongono un’agenda di temi , ma hanno chiesto alle parti di formulare suggerimenti e iniziative. La scadenza per accettare questa tavola rotonda si è conclusa il 20 ottobre e Stephane Dijarric, portavoce del segretario generale, ha confermato la risposta positiva di tutte le parti. L’ultimo ciclo di negoziati diretti tra Marocco e Polisario sul problema del Sahara Occidentale risale al 2012, data dalla quale non sono stati presi nuovi contatti. La stasi della situazione portò Guterres ad affidare a Köhler nel 2017 la missione di cercare di riunire nuovamente marocchini e sahrawi. L’ex presidente tedesco ha preso l’incarico con assoluta serietà e diligenza, senza sforzi di contrattazione. Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio ha fatto un tour che lo ha portato ad Algeri, Nouakchott, Tindouf, Rabat, El Aaiun, Smara e Dakhla. L’annuncio della conferma dell’incontro delle trattative ha coinciso con i dati forniti dall’Alto Commissariato per i rifugiati (HCR, per il suo acronimo in inglese), che ha informato che sono 173.600 i saharawi che attualmente vivono , o meglio sopravvivono, nei campi situati a Tindouf, Algeria. Del totale dei rifugiati, il 51% sono uomini e il 49% sono donne, mentre un terzo del totale ha meno di 17 anni. Il numero di persone che vivono nei campi è un problema centrale, soprattutto in vista del futuro svolgimento di un referendum sull’autodeterminazione del Sahara.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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