di Fabrizio Verde

Com’era ampiamente prevedibile il programma neoliberista imposto da Mauricio Macri all’Argentina sta producendo i suoi nefasti effetti. L’Istituto Nazionale di Statistica e Censimento (INDEC) dell’Argentina ha reso noti nuovi indici che segnano la difficile prestazioni socio-economica del paese negli ultimi mesi. 

L’economia dell’Argentina si è contratta del 3,5% nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed è caduta dello 0,7% rispetto al trimestre precedente.

Altro indice rilevante è quello riguardante il tasso di disoccupazione, che è avanzato al 9% nel terzo trimestre dell’anno. Durante il terzo trimestre dello scorso anno, la cifra si attestava dell’8,3%.

Lo stesso organismo, l’Istat di Buenos Aires per intenderci, ha indicato che il paniere alimentare di base (CBA) nel novembre ha avuto un aumento del 4% come variazione del cestello di base totale (CBT). Nelle variazioni anno su anno, il CBA è aumentato del 54% e la CBT è aumentata del 57%.

Il CBA è l’insieme di cibo sufficiente per soddisfare il fabbisogno calorico di una famiglia media, ma non è rappresentativo di una dieta con tutti i nutrienti (latte, carne, uova, lenticchie, cereali, zuccheri, grassi, ortaggi, frutta).

La CBT incorpora le misurazioni della povertà nell’accesso di una famiglia tipica a beni e servizi non alimentari, come abbigliamento, trasporti, istruzione, salute, ecc.

L’Indec afferma che una famiglia media del paese ha bisogno di un reddito pari ad almeno 25.206 pesos (641 dollari statunitensi) per coprire il costo del cibo paniere di base totale e non essere risucchiata nella povertà o peggio nell’indigenza più totale. 

Nello stesso giorno in cui l’Indec ha rilasciato queste statistiche, l’azienda Paqueta produttrice di calzature per l’impresa sportiva Adidas, ha chiuso le porte dello stabilimento in provincia di Buenos Aires, licenziando 397 lavoratori. 

La recessione ha colpito forte il settore delle calzature. Secondo un rapporto di settore, le importazioni di calzature sono cresciute del 45% negli ultimi due anni, con l’ingresso di prodotti finiti o semilavorati provenienti dal Brasile che è giunto a toccare il 116% di aumento. Molte delle aziende del settore sono ubicate in città piccole e medie del paese, dove l’impatto economico di licenziamenti e chiusure è molto profondo. 

Il fallimento del neoliberismo è palese. Nonostante ciò, alcuni liberisti alle vongole nel nostro paese fingono di non vedere l’evidenza e si affannano a screditare un paese come il Venezuela segnato da una tremenda guerra economica. Bloccato finanziariamente dalle sanzioni illegali imposte da Washington. 

Il motivo è chiaro: raccontando quanto avviene in Argentina cadrebbero i castelli di fake news costruiti per perorare la causa neoliberista sposata in maniera fanatica dalle èlite di Bruxelles, e imposta in tutto il Vecchio Continente. 

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Parigi brucia, l’austerità alimenta le fiamme. 

 https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-argentina_disastro_neoliberista_recessione_economica_e_disoccupazione_in_aumento_del_9/5694_26480/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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