Con Stati Uniti, Unione Europea e NATO che sostengono tutte le rivendicazioni “dell’aggressione russa” – di fronte a prove contrarie – il vero pericolo è che il regime di Kiev sarà incoraggiato a compiere ulteriori provocazioni sconsiderate che porteranno ad una guerra totale su larga scala. Appare inconfutabile che le tre navi della Marina ucraina siano state inviate domenica scorsa per istigare una risposta dalle forze marittime di frontiera russe. In contrasto con le normali procedure per l’autorizzazione del passaggio attraverso lo Stretto di Kerch, le navi da guerra ucraine si sono rifiutate di comunicare con i controlli russi, ed hanno agito minacciosamente all’interno dei confini territoriali russi del Mar Nero. In occasione di una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia si sono espressamente rifiutati di prendere in considerazione le argomentazioni legali della Russia sul motivo per cui si sentiva obbligata a detenere le barche ucraine e i 24 membri dell’equipaggio. Le potenze occidentali si sono schierate automaticamente con la versione degli eventi rivendicati dal presidente Petro Poroshenko – cioè che la marina ucraina è stata attaccata illegalmente dalla Russia. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la NATO hanno denunciato l’ “aggressione” della Russia, e hanno chiesto che le navi e i membri dell’equipaggio ucraino venissero rimpatriati immediatamente, anche se secondo la legge russa esiste un procedimento per l’accusa. È il rifiuto dell’Occidente a riconoscere i fatti che fa parte del problema. La Russia è continuamente accusata di “annessione” della Crimea nel 2014, invece di essere riconosciuto dalle potenze occidentali che la penisola del Mar Nero ha votato in un referendum costituzionale per separarsi dall’Ucraina e aderire alla Federazione Russa. La Crimea è stata indotta a prendere quella decisione storica perché gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la NATO avevano sostenuto appena il mese prima un colpo di Stato illegale a Kiev contro il governo ucraino eletto. Quel colpo di Stato portò al potere l’attuale regime di Kiev, guidato da Poroshenko e un Parlamento dominato da partiti neo-nazisti. Quindi, da parte dei sostenitori occidentali del discutibile regime di Kiev, il problema qui è il rifiuto di accettare la realtà legale e storica che la Crimea sia parte del territorio della Russia. Le navi che attraversano lo stretto di Kerch, tra la terraferma russa e la Crimea, sono obbligate a notificare ai controlli marittimi russi il proprio passaggio.

Da allora la Russia ha riaperto lo stretto al trasporto di carichi civili, dopo la schermaglia navale nel fine settimana. Quando le navi della Marina ucraina hanno violato le procedure legali e sono entrati nei limiti territoriali russi, è la loro azione che è stata aggressiva, non la risposta della Russia. Inoltre, già emergono segni che l’azione ucraina sia stato orchestrata allo scopo di incitare un incidente. Alcuni membri dell’equipaggio detenuti hanno ammesso di aver eseguito ordini che sapevano sarebbero stati visti dalla Russia come provocatori. È stato anche riportato da Radio Free Europe, di proprietà del governo statunitense, che i servizi segreti ucraini (SBU) hanno confermato la presenza di loro ufficiali tra l’equipaggio. Anche le navi erano armate. Se il trasferimento fosse stato un passaggio innocente, perché erano coinvolti i servizi segreti? Ricordiamo che agenti dei servizi segreti ucraini sono stati precedentemente catturati in operazioni di sabotaggio in Crimea. Un altro importante fattore è l’aumento delle attività militari della NATO in Ucraina orientale e nel Mar Nero. Quando il presidente russo Vladimir Putin ha ufficialmente aperto [in inglese] il ponte di 19 km che collega la terraferma russa con la Crimea, a maggio di quest’anno, i media statunitensi e ucraini fecero appelli per il sabotaggio della struttura. Mosca ha comprensibilmente rafforzato i controlli di sicurezza attorno alle infrastrutture vitali, che è costato 3,7 miliardi di dollari ed è il ponte più lungo in Europa. Negli ultimi mesi, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno ordinato di aumentare il dispiegamento militare nella regione con il pretesto di “addestramento” e “assistenza” alle forze del regime di Kiev. All’inizio di quest’anno, a luglio, l’alleanza NATO ha tenuto esercitazioni navali, Sea Breeze, insieme alle forze ucraine nel Mar Nero. Questo nonostante il fatto che l’Ucraina non sia un membro della NATO, sebbene aspiri a diventare il 29-esimo membro del blocco guidato dagli Stati Uniti. È stato il mese successivo, ad agosto, che la Russia ha iniziato ad intensificare i controlli e le ricerche sulle navi attraverso lo stretto di Kerch, che collega il Mar Nero al Mar d’Azov. Quest’ultimo conduce ai porti sotto il controllo del regime di Kiev, come Mariupol, che è adiacente alla Repubblica Popolare di Donetsk. La DPR e la Repubblica Popolare di Lugansk si sono staccate dopo il colpo di Stato a Kiev nel 2014, e sono state sotto attacco militare negli ultimi quattro anni, nonostante i cosiddetti trattati di pace di Minsk. Questi sono altri fatti che i sostenitori occidentali del regime di Kiev si rifiutano di affrontare. L’accumulo di forze NATO è continuato a settembre con la fornitura di due cannoniere da parte degli Stati Uniti alla Marina ucraina, per il dispiegamento nel Mar d’Azov. La pubblicazione su Defence One, organo di stampa legata al Pentagono, ha descritto quell’offerta come parte degli sforzi di Washington e Kiev per sviluppare una “flotta navale leggera” allo scopo di impiego in schermaglie con le forze russe. Solo quattro giorni prima dell’ultimo scontro navale, il ministro della Difesa britannico Gavin Williamson ha annunciato [in inglese] che la Royal Navy avrebbe mandato la Echo a pattugliare con le forze speciali ucraine per “difendere la libertà e la democrazia”. Williamson ha dichiarato: “Finché l’Ucraina affronterà le ostilità russe, il Regno Unito sarà un partner risoluto”. Questo fa da sfondo alle tensioni latenti nel Mar Nero tra Ucraina e Russia. La situazione è sorta a causa delle interferenze occidentali in Ucraina – principalmente il colpo di Stato a Kiev del febbraio 2014. Tuttavia, in tutte le discussioni sugli eventi da allora, le potenze occidentali negano i fatti e la loro colpevolezza. La recente militarizzazione del Mar Nero da parte della NATO è una dura provocazione per la sicurezza nazionale della Russia, ma ancora una volta le potenze occidentali nascondono i loro capi collettivi nella sabbia. Data l’irresponsabile indulgenza da parte degli Stati Uniti, dell’Europa, della NATO e del regime di Kiev, tra le continue violazioni contro la popolazione nell’Ucraina orientale, il suo rifiuto di rispettare gli Accordi di Minsk e la sua continua e infiammatoria retorica contro la Russia, non dovrebbe sorprendere se questo stesso regime si sente incoraggiato a provocare uno scontro armato con Mosca. Probabilmente, il regime di Kiev e la sua adulazione dei collaborazionisti nazisti della Seconda Guerra Mondiale non hanno mai avuto alcuna legittimità. Continua a dimostrare la sua mancanza di legittimità dagli immensi problemi sociali in Ucraina di povertà, corruzione, violazioni dei diritti umani, paramilitari neonazisti che girano e, ora, l’imposizione della Legge Marziale. Resta da vedere se la recente provocazione navale sia stata condotta con la tacita approvazione di Washington e di altre potenze della NATO come pretesto per un’ulteriore militarizzazione contro la Russia. Le condanne iniziali e mal riposte della Russia si sono attenuate ad appelli più misurati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian per “moderazione” e “dialogo”. Questo potrebbe suggerire che il presidente fallimentare di Kiev Poroshenko e i suoi servizi di sicurezza abbiano agito da soli, ordinando lo scontro navale nella speranza di aumentare il sostegno da parte della NATO e della UE al suo traballante regime anti-russo. I commenti di Trump auspicano che Kiev e la Russia “raddrizzeranno le cose”, come se Washington non fosse dietro la provocazione e non desiderasse un conflitto più ampio. Tanto meglio, perché un tale sviluppo è la via d’accesso alla guerra a tutto campo. Tuttavia, una tale catastrofe è sempre un serio rischio quando le potenze occidentali si mostrano accomodanti con il folle regime di Kiev.

http://sakeritalia.it/ucraina/usa-europa-nato-sostenendo-il-regime-di-kiev-rischiano-la-guerra-su-larga-scala/

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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