Ada Colau, sindaca di Barcellona, è stata molto critica ieri con gli indipendentisti catalani, che hanno votato contro la legge di bilancio presentata dal governo socialista di Pedro Sánchez, portando alla convocazione di nuove elezioni. Gli indipendentisti hanno così protestato contro il processo iniziato ieri contro i leader catalani imprigionati per aver indetto un referendum sull’indipendenza della Catalogna il 1° ottobre 2017. Ma Ada Colau ha anche criticato il governo in merito al cosiddetto “Proces”, chiedendo in tutto questo tempo e sabato scorso, insieme ad altri quattrocento sindaci, un processo equo e soluzioni politiche e democratiche. Colau è sempre stata contraria ad affrontare con un approccio giudiziario la richiesta di indipendenza della Catalogna e, pur non essendo indipendentista, ha sempre difeso il diritto al referendum. La sua critica al voto degli indipendentisti catalani (Esquerra Republicana de Cataluña e PdeCat) è contenuta in un video diffuso nelle reti sociali: “Oggi è stata una giornata dura. ERC e PDeCat hanno votato con il Partito Popolare e Ciudadanos contro misure sociali, aprendo la porta a elezioni dove la destra e l’estrema destra potrebbero vincere. Denunciare la violazione dei diritti e chiedere il dialogo è compatibile con l’elaborazione di politiche concrete a beneficio della maggioranza sociale. Questo è l’unico modo per fermare l’estrema destra. Bloccare le misure sociali è un errore storico: fa male a tutti. A tutti quanti. Ed è irresponsabile”. Segue la trascrizione integrale delle sue dichiarazioni. “Oggi abbiamo visto PDCat ed Esquerra votare con Ciudadanos e Partito Popolare contro la legge di bilancio più sociale degli ultimi decenni, aprendo inoltre la porta a nuove elezioni, dove potrebbe vincere non solo la destra, ma per la prima volta addirittura l’estrema destra. Mi dispiace, ma non ci credo. Non credo che questo andrà a beneficio delle persone che sono ingiustamente imprigionate. Al contrario, sono certa che ciò sia dannoso per l’intera popolazione, sia in Catalogna che in Spagna e soprattutto per le persone più vulnerabili. Perché questa legge di bilancio aveva misure molto specifiche per regolare gli affitti, per aumentare gli aiuti alla dipendenza, per rafforzare servizi pubblici come la sanità o l’istruzione che sono assolutamente al limite e non possono più aspettare. Ha un sapore molto cattivo per me, ma oggi provo questa miscela di tristezza e rabbia che ho già sentito il giorno della dichiarazione unilaterale di indipendenza, un giorno in cui tutti noi tutti sapevamo perfettamente – anche Esquerra e PDCat, che lo hanno riconosciuto in privato – che quell’atto non avrebbe portato da nessuna parte. Era la tesi del “tanto peggio, tanto meglio”, e abbiamo già visto dove ci ha portato. Basta così. Ribadisco ancora una volta che abbiamo fatto bene quando molte persone diverse si sono riunite per cacciare il Partito Popolare, perché era insopportabile. Ribadisco inoltre che avremmo dovuto negoziare interventi sociali che sono positivi per i cittadini e necessari. E riaffermo, nonostante le forti discrepanze che sento oggi con PDCat ed Esquerra, che dobbiamo continuare a denunciare la violazione dei diritti e delle libertà rappresentata dal carcere preventivo – assolutamente ingiusto – che i leader indipendentisti stanno subendo e in generale denunciare l’approccio giudiziario alla politica. E continueremo a farlo perché sono convinta che denunciare la violazione dei diritti e delle libertà e chiedere il dialogo non è incompatibile con l’elaborazione di politiche specifiche a beneficio dei cittadini. Non solo non è incompatibile, ma è un obbligo e una responsabilità delle persone che occupano posizioni di governo a livello comunale, regionale e statale”.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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