È bufera su un servizio del TgR Emilia-Romagna sulla commemorazione della morte di Mussolini a Predappio: saluti romani e interviste a nostalgici e ‘fedeli’ del Duce. Il Cdr prende le distanze: “Messa in onda decida dal direttore”Condividi su facebookCondividi su twitterCondividi su whatsappCondividi su emailCondividi su print
ROMA – “La direzione della Tgr si dissocia dal servizio relativo alla commemorazione di Benito Mussolini a Predappio e ne prende le distanze”. Lo dice il direttore Alessandro Casarin, che aggiunge durissimo: “I suoi contenuti non corrispondono alla linea editoriale che, come ho illustrato alle 24 redazioni della Tgr, si basa sul principio di una informazione equilibrata, a garanzia di un contradditorio in tutti i servizi, dalla politica alla cronaca. Equilibrio che deve rispettare la storia della democrazia italiana. D’intesa con l’azienda saranno effettuate le valutazioni del caso”.
È bufera sul servizio del Tgr Emilia-Romagna andato in onda ieri sera, domenica 28 aprile alle 19.30 (dal minuto 6.50): si tratta di un servizio che racconta la commemorazione della morte di Benito Mussolinida Predappio, sulle colline di Forlì, dove ogni anno si ritrovano nostalgici del fascismo. È un servizio lungo, due i minuti, in cui si vedono riprese del corteo(finito davanti al cimitero dove c’è la tomba di Mussolini. dove la cripta è stata riaperta in via straordinaria per il weeekend) e della commemorazione con tutti i ‘nostalgici’ ovviamente vestiti di nero con simboli inneggianti al Duce in bella vista. Le telecamere riprendono perfino i saluti romani, e il Tgr manda in onda.
Poi seguono una serie di interviste ai partecipanti al raduno (tra cui una signora che dice “Non siamo nostalgici, siamo fedeli” e un esponente dell’associazione Arditi d’Italia che parla di Mussolini come del “più grande uomo storico che abbiamo avuto in Italia“), compresa la nipote di Mussolini, Edda Negri Mussolini, e Paola gallo, 90enne, ausiliaria della repubblica sociale italiana, che ai microfoni Rai dice: “Tutto che funzionava, e con tanti sogni. Poi ho visto il crollo”.
Nell’introdurre il servizio, la conduttrice Anna Maria Cremonini ha detto: “Circa 300 persone a Predappio per una manifestazione di nostalgici in occasione del 74esimo anniversario della morte di Benito Mussolini. Una giornata da cui è emersa una visione della storia a senso unico e destinata a suscitare polemiche”. Ma a suscitare polemiche sarà soprattutto il servizio, firmato dal giornalista Paolo Pini. In coda al servizio, la conduttrice ha ricordato le prese di posizione e condanne dall’Anpi, dal centrosinistra, leggendo la dichiarazione di Andrea De Maria.
Il servizio si può vedere online sul sito del Tgr Rmilia-Romagna nell’archivio dei Tg: è quello delle 19.30 di domenica 28 aprile
ANZALDI: A TGR EMILIA ROMAGNA APOLOGIA FASCISMO? SALINI SPIEGHI
“Al Tgr Emilia Romagna è andato in onda un servizio che nulla ha a che vedere con l’informazione e molto con quella che è apparsa come una vera e propria apologia del fascismo. Due minuti di interviste e immagini, con tanto di saluti romani, sulla manifestazione fascista di Predappio per l’anniversario della morte di Mussolini. L’amministratore delegato Salini spieghi se questa è la nuova informazione Rai. Chi ha deciso di mettere in onda quel servizio? Chi non ha controllato? Il direttore Casarin sia chiamato a risponderne”. Lo scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, che ripubblica il video del servizio andato in onda ieri alle 19.30.
“L’apologia del fascismo, nell’ordinamento giuridico italiano, è un reato – prosegue Anzaldi – previsto dall’art. 4 della legge Scelba attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Sarà interessante, anzi doveroso, sapere se in questi due minuti di servizio del Tgr si ravvisi il reato”.
CDR TGR EMILIA-R. SI DISSOCIA: “MESSA IN ONDA DECIDA DAL CAPO REDATTORE”
Il Comitato di redazione (Cdr) della redazione Tgr Rai Emilia-Romagna “si dissocia dai contenuti dai servizi sulle celebrazioni di Predappio. La Rai Servizio Pubblico trova il suo fondamento nel Contratto di servizio, che è strettamente ancorato alla Costituzione italiana, antifascista e antirazzista. Pertanto non è ammissibile qualunque servizio che esca da questa cornice o -peggio- una assurda presunta par condicio tra neofascismo e antifascismo“, sottolinea il Cdr specificando che “la messa in onda dei servizi è stata decisa dal caporedattore”.
MENTANA CONTROCORRENTE: PREDAPPIO? QUEL SERVIZIO DOCUMENTA
Enrico Mentana non infierisce sulla Rai per il servizio su Predappio. “Si sta molto discutendo per un servizio andato in onda in un tg Rai sul raduno di Predappio nell’anniversario della morte di Mussolini. Qui- scrive su Facebook il giornalista- sono di un’opinione diversa rispetto alla maggior parte delle voci che ho sentito. Credo infatti che un reportage, anche breve, debba documentare quel che sta avvenendo, senza il dovere di interventi riequilibratori (che nel caso avrebbero avuto ancor meno senso)”.
SINDACO PREDAPPIO DIFENDE IL SERVIZIO: QUELLO È GIORNALISMO
Il servizio della Rai “ha fatto vedere quello che accade a Predappio tutti gli anni. Piuttosto che prendersela con il giornalista Paolo Pini se la prendano con loro stessi. Questo è giornalismo”. Il sindaco di Predappio, in provincia di Forlì-Cesena, Giorgio Frassineti, non manda proprio giù le polemiche innescate dal Partito democratico, e dal parlamentare Michele Anzaldi in particolare, sul sevizio di ieri del Tg Rai dell’Emilia-Romagna sulla commemorazione della morte di Benito Mussolini. E “spezza una lancia” in favore del giornalista che conosce da anni. Piuttosto, se la prende proprio con i colleghi di partito che da dieci anni, dice, lo hanno lasciato solo ad assistere a quelle scene. Ma, manda a dire, “sono più del Pd io che loro”.
Intanto dai corridoi dalla sede Rai di Bologna filtra solo la puntualizzazione circa il fatto che l’intento del servizio era tutto altro che fare apologia di fascismo, come si lamenta in casa dem. Per il putiferio politico che si è acceso, al momento in ‘chiaro’ non pare possibile aggiungere di più. Frassineti ieri il servizio non lo ha visto, ma una volta lette le polemiche dem sui social e visionatolo non cambia idea. “Se ha dato fastidio significa che ha centrato l’obiettivo”, spiega il primo cittadino ricordando che di quelle manifestazioni in 10 anni ne ha viste una trentina. E “fortunatamente questa è l’ultima, non ne posso più”.
Il messaggio che lancia il servizio Rai, sottolinea Frassineti, è chiaro: “Predappio non va lasciata sola, serve una mano per fare il Centro studi sul fascismo“. Invece, attacca i colleghi di partito, “è facile fare il deputato Pd e dire che fa schifo. Ma dov’era in questi anni? Sono sempre stato lasciato solo”, si sfoga Frassineti. Per cui, prosegue, “chi ora si arrabbia venga a Predappio a dare una mano, altrimenti è la solita polemica di circostanza che va avanti da 10 anni. Non tollero più l’ipocrisia- conclude- se sono arrabbiati si mettano a mia disposizione”.
BONACCINI: ESALTAZIONE VENTENNIO NON È DA SERVIZIO PUBBLICO
“Non è accettabile l’esaltazione del ventennio fascista da parte di chi rimpiange una dittatura e un periodo tanto buio e drammatico della nostra storia, organizzando parate nostalgiche”. A maggior ragione, si tratta di un “tipo di narrazione che non può passare per il servizio pubblico“. Anche il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, critica il servizio del Tgr della Rai andato in onda ieri sulla manifestazione a Predappio per l’anniversario della morte di Benito Mussolini.
“La lotta partigiana e la Resistenza al nazifascismo sono le fondamenta della nostra Costituzione e dell’Italia repubblicana- afferma Bonaccini- e non è accettabile l’esaltazione del ventennio fascista da parte di chi rimpiange una dittatura e un periodo tanto buio e drammatico della nostra storia, organizzando parate nostalgiche. Di certo, un tipo di narrazione che non può passare per il servizio pubblico”. I giornalisti e la redazione regionale della Rai dell’Emilia-Romagna, prosegue il presidente, “hanno dato tante volte prova di grande professionalità. Non mi permetto di giudicare il lavoro di chi è chiamato a raccontare i fatti, ma in un periodo in cui troppo facilmente trovano spazio revisionismi e tentativi di riscrivere la storia, bisogna stare attenti a non mettere mai fascismo e anti-fascismo sullo stesso piano”. Perché, ricorda Bonaccini, “per dare la libertà e la democrazia a questo Paese ci fu chi diede la propria vita. E anche per il rispetto che dobbiamo loro, occorre davvero non dimenticare mai le lezioni della storia”.
Per questo, rivendica il governatore, “il 25 aprile l’ho celebrato a Casa Cervi a Gattatico, insieme a migliaia di persone, per difendere i valori della libertà e democrazia, contro la violenza e la prevaricazione”.
Immagine da Repubblica.it