Diga di Itaipú.


Francesco Cecchini


Itaipú è il nome di una isola vicina alla centrale idroelettrica e in lingua guaraní significa Pietra che Canta. La diga è anche il più grande impianto idroelettrico operativo al mondo per quanto concerne la produzione energetica annuale. Il lago artificiale conta 29 miliardi di m³ di acqua, con 200 km di estensione in linea retta e un’area approssimata di 1400 km². La diga è lunga complessivamente 7.700 metri e alta 196 m.
Il Paraguay, come ha scritto Roa Bastos, è una isla rodeada de tierra, una isola circondata da terra, dove però è sbarcato in forza il Brasile.
Il Brasile è in espansione nell’America meridionale, innanzitutto in Paraguay. Si tratta di esportazione di capitali, anessione di risorse economiche e controllo di ricorsi naturali. Attraverso imprese brasiliane e brasiguaye ( paraguaiane di origine brasiliane) vengono controllate terre e industrie della carne ed altro.
Importante è il controllo dell’energia paraguaiana da parte del Brasile.
Il Trattato di Itaipú, firmato nel 1973 dal dittatore del Paraguay, generale Stroessner, con il dittatore del Brasile, Emilio Garrastazu Médici, creò l’impresa binazionale di Itaipú e regolò l’uso di risorse idriche di proprietà comune. Dal momento che il Brasile contribuì alla quasi totalità del finanziamento iniziale necessario per la costruzione della compagnia energetica (dall’80 al 90%), ha ritenuto che questo favore gli permettesse di imporre al Paraguay un Trattato che privilegiasse i propri interessi a scapito del Paraguay e della sua sovranità sulle sue risorse naturali.
Stabilì le linee guida operative dell’entità binazionale, che assicurano il controllo finanziario, militare e politico dello Stato brasiliano sulla centrale idroelettrica. Il trattato fu firmato senza essere discusso dal popolo paraguaiano. Con l’occupazione militare di Salto del Guairá e le sue successive inondazioni, il Brasile ha impedito il tracciamento di una linea di confine e si è appropriato di Salto del Guairá e di un’importante area del territorio nazionale paraguaiano. La costruzione di Itaipú ha avuto un alto costo sociale e ambientale, in particolare con l’estinzione di una delle meraviglie naturali del pianeta: i Saltos del Guairá.
Tra gli altri punti, il trattato stabilisce che il Paraguay non può utilizzare liberamente l’energia corrispondente (50%), ma che deve cedere l’energia non utilizzata al Brasile, ricevendo in cambio un compenso; stabilisce un primato di funzionari brasiliani nella struttura amministrativa dell’entità e autorizza l’invasione militare del territorio paraguaiano in caso di pericolo che minaccia la sicurezza dell’entità binazionale.
Significativa è la dichiarazione rilasciata il 20 aprile 1985 a Ultima Hora da Fernando Morais del PMDB: ” Conosco il testo del Trattato di Itaipú e considero che comparabile solo con il Trattato del Canale di Panama. Perciò e perché mi sembra inamissibile la pratica di imperialismo tra nazioni vicine e sorelle di Latino-America, sono convinto della necessità di lottare per la immediata revisione di questo documento binazionale. Il popolo brasiliano non è responsabile dei termini ingiusti che il Trattato impone allo Stato Paraguaiano. Quando si firmò questo strumento binazionale non c’era democrazia nel mio paese e la opinione pubblica non ebbe accesso al contenuto dello stesso. Dunque, ora che inizia un periodo democratico sarà possibile e necessario rinegoziare il Trattato di Itaipú, in modo da stabilire condizioni favorevoli a entrambi le parti. Sono disposto ad andare in Paraguay ed esprimere questa posizione davanti l’opinione pubblica di questo paese fratello. Inoltre sono diposto a fare tutto il possibile perché il governo democratico di Tancredi News assuma il dovere storico di rinegoziare Itaipú, perché è imprescindibile riavvicinare una volta per sempre i popoli del Brasile e del Paraguay.”
Cosa è cambiato dopo questa dichiarazione?
Il principale obiettivo per il Paraguay è stato, ed è, quello di poter disporre liberamente dell’energia idroelettrica che non può consumare, per esportare liberamente questo surplus in paesi terzi.
Importante è stato l’accordo tra Lula, Brasile, e Lugo, Paraguay, del 25 luglio 2009.
Fino all’accordo tra Lula e Lugo l’indennizzo era di soli $ 3 / MWh, o US $ 120 milioni / anno. Questo accordo non è stato importante solo perché ha triplicato il compenso paraguaiano di Itaipú (l’unico vantaggio per l’esportazione di energia), ma perché ha stabilito che l’azienda pubblica paraguaiana ANDE sarà in grado di esportare l’energia di Itaipú sul mercato brasiliano a un prezzo di mercato “al possibile brevità “e ai paesi terzi dal 2023
Nel 2011 l’energia trasferita in Brasile è stato modificato, triplicandolo . Tuttavia, viene mantenuto il controllo di gestione della binazionale e dell’energia prodotta, utilizzando il Brasile circa 84.000 GWh / anno , mentre in Paraguay solo 8.000 GMh / anno.
Il 26 aprile 2023 si concluderà il termine di 50 anni di validità del trattato di Itaipú, firmato dalle dittature militari del Brasile e del Paraguay.
La rinegoziazione avverrà in uno scenario politico oscuro. In Brasile, il suo presidente Jair Bolsonaro rivendica il dittatore paraguaiano Alfredo Stroessner, che ha consegnato la sovranità idroelettrica paraguaiana, rendendo il Paraguay impoverito, per sovvenzionare lo sviluppo industriale e sociale del Brasile. Peggio ancora, in Paraguay anche il suo attuale presidente, Abdo Benitez, rievoca Stroessner. Bolsonaro e Abdo, entrambi uomini di destra, se non di estrema destra, concordano su numero temi, dal Venezuela alla critica della Corte interamericana dei diritti umani o al rifiuto dellaborto legale. Con tutta probabilità sono d’accordo che continui la dipendenza del Paraguay al sub-imperialismo brasiliano a Itaipú e altrove.
Se il Brasile si rifiuta di rivedere alcune clausole del trattato in termini favorevoli al Paraguay, ciò non esclude la possibilità di portare la questione davanti ai tribunali internazionali. Tuttavia, la procedura può essere lunga e costosa. Ora, il clima politico non è favorevoe. Il governo deve rispondere rapidamente alle aspettative dei paraguaiani che l’hanno eletto e prendere misure urgenti, come la riforma agraria. Di fronte a un processo di negoziato che potrebbe trascinarsi, il Paraguay dovrebbe prendere una decisione sovrana unilaterale che asserisca la violazione del trattato e le norme del diritto internazionale da parte del Brasile come causa per porre fine o sospendere la sua applicazione in toto o in parte. L’atto unilaterale è un atto interamente autorizzato e riconosciuto dal diritto internazionale, sia nella Commissione internazionale delle Nazioni Unite che nella dottrina e giurisprudenza. Questo però sarà possibile se da qui al Il 26 aprile 2023 vi saranno dei cambi politici, se non in Brasile, in Paraguay.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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