Riceviamo e pubblichiamo

FUORI LA TURCHIA DAL ROJAVA! Cacciamo il regime turco dai nostri paesi e dalle nostre città!

Condividiamo l’indignazione ed il rifiuto di fronte all’impotenza e alla rabbia che ci provoca l’invasione della Turchia nel Rojava e decidiamo di attivarci. Di fare. Dobbiamo fermare il regime assassino ed i suoi eserciti.  Vogliamo che la Turchia esca dal Rojava e che paghi per i crimini commessi. Di conseguenza non possiamo accettare che mentre la Turchia bombarda e massacra nel Rojava, il suo governo permanga impunito  e protetto tra di noi. Esigiamo che se ne vada, rifiutiamo la presenza di tutte le rappresentanze diplomatiche  di questo paese invasore in tutto il mondo. Facciamo quello che possiamo per manifestare il nostro rifiuto, convochiamoci ed uniamoci per far sentire e per sapere alla Turchia e ai suoi rappresentanti e complici che li vogliamo fuori dal nostro paese, territorio e città. Fuori dalla nostra vita.

Appena 24 ore dopo aver promosso questa proposta, la rendiamo pubblica con alcune adesioni iniziali. Condividiamo il testo in varie lingue. Non vogliamo prendere il posto,  né siamo in competizione con nessuna altra  iniziativa solidale o di rifiuto. Al contrario, ci uniamo a tutte proponendo giustamente che, facciamo quello che possiamo, ma attiviamoci per cacciare la Turchia da tutte le parti sostenendoci in questo obiettivo.

Oggi stesso il testo dell’iniziativa si sta traducendo in tante lingue  ed è stato letto in mobilitazioni ed incontri. Continuerà ad essere tradotto, condiviso, replicato e pubblicato in ogni dove. Non ha padroni, né appartiene a nessuna organizzazione . Tra di noi, tutte e tutti,  proteggeremo il suo significato e contenuto.

Ci siamo proposti di condividerlo in ogni parte, processo o incontro, scuole, organizzazioni, mezzi alternativi, perché chi si impegna metta in campo tutte le forze, organizzazioni, comunità e persone. Impariamo ad insegnare alla Turchia e a chi manca di questo insegnamento, che non possono continuare a distruggere, abusare  e ad uccidere senza conseguenze. Non li vogliamo tra di noi, in nessun luogo.
Questa iniziativa  propone e condivide la creatività e l’impegno di tutte e tutti in ogni parte del mondo.
Suggeriamo,  per esempio,   che si riprenda e si globalizzi l ‘ “Escrache”  protesta nata in Argentina per fare giustizia svergognando i dittatori, torturatori e complici.
Questo si, invitiamo a condividere azioni e iniziative per riprodurle, inspirarci e migliorarle per raggiungere l’obiettivo di allontanare, emarginare ed espellere il regime assassino. Non sono firme, ma adesioni quelle che sollecitiamo da questa iniziativa. Per questo, nel momento che inviamo le nostre adesioni,  assumiamo il compito di riprodurre,, moltiplicare e condividere gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di cacciare la Turchia da qui e da là e  dal Rojava.

Tutti i mezzi di comunicazione alla nostra portata sono essenziali perché si conosca Rojava e la lotta del popolo Kurdo, perché si conosca l’aggressione turca  e dei suoi complici negli stati e nei governi del Medio Oriente così come tra le potenze ed ordine mondiale. Dai volantini alle visite nei quartieri, murales, riunioni, incontri, cine forum, organizzazioni, nei parchi, emittenti , reti elettroniche, e tutto quello  che riusciamo ad inventare  per autoconvocarci  e unire forze coscienti, autocritiche e democratiche per la resistenza e la libertà.

Qui sta la proposta: leggila, pubblicala, condividila e agisci e finalmente facciamo intercambio per continuare ad apprendere e a tessere.

Il dittatore turco ed il suo esercito stanno distruggendo un popolo che ha convertito in realtà una rivoluzione delle e dalle donne a partire dal domandarsi e domandarci: Come viviamo? Che dobbiamo fare? Da dove cominciare?  Questo è  Rojava. Vivere la vita in relazioni  che non si riducano ad affari,  perché giustamente quando ci vogliamo bene ci critichiamo perché vorremmo essere migliori. La guerra non può ridurre al silenzio la voce che ci ispira e ci dà forza  dal Rojava e dal Kurdistan: Donna! Vita! Libertà!; Jin! Jiyan! Azadi!

Rojava vive! Fuori la Turchia! Tra tutte e tutti trasformeremo questo in  cammino e realtà!
Per inviarci le vostre adesioni  o mettervi in contatto per qualsiasi motivo, potete farlo alla mail fueraturquia@gmail.com

COMUNICATO
Fuori la Turchia dal  Rojava!
Cacciamo  il regime Turco dai nostri paesi e dalle nostre città!

Recep Tayyip Erdoğan, uomo forte della Turchia, ha ordinato l’invasione del Rojava nel nord della Siria. Quello della Turchia è il secondo esercito più forte della NATO. In questo momento è già iniziato il genocidio, il saccheggio e il massacro. La macchina di morte si è scatenata. Rojava, liberata dal popolo Kurdo, dalle YPG e YPJ, dal PKK, ha realmente dimostrato che la Libertà delle Donne, il Confederalismo Democratico ed una società basata su principi Ecologici oltrepassa le migliaia di anni  di patriarcato, razzismo, capitalismo e distruzione della terra ed è una strada efficace per il superamento dello  Stato-nazione con le sue istituzioni   che depredano e sfollano le popolazioni  per garantire la concentrazione insaziabile di potere e profitti. Il dittatore Turco ed i suoi complici devono calpestare il Rojava ed il popolo Kurdo per mantenere il loro potere sanguinario e meschino. Qui non si riesce a spiegare a parole quello che si sente quando ci si trova  sotto l’effetto delle bombe, il sangue, la morte, il dolore ed il saccheggio.  
Ci troviamo  di fronte a questo massacro. Alla distruzione di una strada concreta e degna anche per la nostra propria liberazione, un’altra volta risulta evidente  la nostra impotenza, disorganizzazione ed incapacità. Di fronte alle loro azioni  di morte e distruzione truccati di retorica, dichiarazioni, riunioni, rifiuti, garanzie, promesse, annunci, circolano di nuove lettere, dichiarazioni, relazioni, immagini di orrore mentre coloro che non muoiono schiacciati dalle bombe e per le pallottole, si trovano costretti ad abbandonare di nuovo le città e i villaggi del Rojava,  la nostra liberazione che sarà in questo modo distrutta.
La Turchia oggi è Erdoğan: un esercito invasore ed assassino, un nemico dell’umanità, un apparato di morte ripugnante. Turchia: questo governo, questo regime oppressore e razzista, questa tirannia agli ordini di un uomo e dei suoi  seguaci, questo potere militare legato alla NATO ed alle maggiori potenze del capitalismo globale che si spalleggiano le une alle altre in questa invasione criminale e sanguinaria. Questa stessa Turchia della morte e del terrore, è presente in ogni nostro paese, città, territorio, con il consenso  complice della maggior parte dei governi del mondo. NON IN NOSTRO NOME!
Non vogliamo nessuna rappresentanza del regime Turco nei nostri paesi, città, territori. Vogliamo che lo sappiano i nostri governi ed il governo Turco e le sue rappresentanze diplomatiche in tutto il mondo.  Vogliamo che vadano via. Che escano di qua. Non sono benvenuti. Dobbiamo fargli sapere e sentire in tutte le maniere possibili che non vogliamo che stiano qua. Non vogliamo avere niente a che fare con la Turchia che invade il  Rojava ed opprime il popolo  Kurdo. Perché attaccare il Rojava è un crimine atroce, imperdonabile, codardo e ripugnante. Un crimine contro tutta l’umanità e contro la vita intera. Un crimine contro tutte e tutti noi.
Ci impegniamo, di conseguenza, a coordinarci ed a portare a termine, con tutta la nostra rabbia, angoscia, creatività e forza, le azioni che ci sembreranno utili  affinché le rappresentanze del regime di Erdoğan nei nostri paesi sappiano che non sono benvenute. Affinché vadano via. Affinché sappiano che non troveranno posto tra di  noi perché attaccano il  Rojava e sottomettono il popolo  Kurdo.
Fuori  la Turchia dal Rojava! Fuori la Turchia dal Kurdistan! Fuori  la Turchia della morte, dell’odio, del patriarcato e della tirannia del mondo! Fuori! Escano dai nostri paesi. Andatevene!. Non vogliamo avere niente a che fare con questa tirannia di morte ed i suoi complici! Niente! Né ambasciate, né consolati, nessun tipo di relazione con un regime genocida. NON NEL NOSTRO NOME!
Fuori la Turchia dal  Rojava! Cacciamo la Turchia dai nostri territori!
Assumiamo l’impegno  di agire di conseguenza.
(Adesioni al  12 ottobre 2019)
Carlos Walter Porto-Gonçalves, UFRJ, Rio de Janeiro, Brasil
Alexander Panez, LEMTO, Brasil y Chile
Noshin Salari Rad, UK
Jérôme Baschet, historiador. Universidad Autónoma de Chiapas, San Cristobal de Las Casas / Paris
Óscar Olivera Foronda, Cochabamba, Bolivia
Hugo Blanco Galdos, Perú y México
John Gibler, Escritor, activista, México
Rosa Sarabia, University of Toronto, Canada
Arturo Escobar, Antropólogo, University of South Carolina, Chapel Hill y Universidades de Colombia
William I. Robinson, Professor of Sociology and, Global and International Studies, University of California-Santa Barbara
Laurence Cox, Associate Professor, National University of Ireland, Maynooth
Alejandra Carolina Díaz Gutiérrez, Universidad de Guadalajara, México
Alejandra Guillén, Universidad de Guadalajara, México
Alejandro Bonada Chavarría, ITESO, México
Alicia Castellanos Guerrero, Universidad Nacional Autónoma de México, México
Alvaro Fernandez, Universidad de Guadalajara, México
Amarela Varela UACM, México
Ana Cristina Venegas Tena, CIDIGLO, México
Andrea Orozco, Universidad de Guadalajara, México
Andrés Fábregas Puig, CIESAS Occidente, México
Bárbara Priscila Miranda González, Universidad de Guadalajara, México
Bertha Alicia, Red de Mujeres Insurgentes, México
Carlos Alberto Roque Puente, Facultad de Ciencias de la Comunicación de la UASLP, México
Carmen García, Escuela para Defensoras en Derechos Humanos y Ambientales Benita Galena, México
Carmen Ventura Patiño, El Colegio de Michoacán, México
Catalina Espadas Gómez, Universidad de Guadalajara, México
Celene Barraza Valera, Universidad de Guadalajara, México
Daniel Palleiro González, Asocición M / Refuxios da Memoria
David Velasco Yáñez , ITESO, UNIVERSIDAD JESUITA DE GUADALAJARA, México
Emma M. Oropeza De Anda, Universidad de Guadalajara, México
Enrique castro Hernández, México
Erica Rubí Serrano Farias, México
Estrella Daniela Duarte Garcia, Universidad de Guadalajara, México
Francisco Morfín Otero, Instituto Superior Intercultural Ayuuk, México
Felipe I. Echenique March, Instituto Nacional de Antropología e Historia, México
Miriam Lang, Universidad Andina Simón Bolívar, Ecuador
Fernando Perez Gasga, Unitierra Oaxaca, México
Flavio Meléndez Zermeño, Colectivo de Análisis Lacaniano, México
Gilberto López y Rivas, INAH, México
Gloria Maritza Gómez Revuelta, El Colegio de México, México
Guadalupe Ortega Rodríguez, México
Guillermo Ramírez, UNAM, México
Gustavo Esteva, Universidad de la Tierra en Oaxaca, México
Hadasa Herrera, Universidad de Guadalajara, México
Hector Castañon, Fight Inequality, Mexico
Hugo Ramón Valdez Jiménez, Universidad de Guadalajara, México
Indira faridy Abud Molina, El Colegio de Mexico, México
Inés Durán Matute, México
Jaime Preciado, Universidad de Guadalajara, México
Jaime Torres Guillen, Universidad de Guadalajara, México
Jean Robert, México
José Bautista, México
Jorge Alfonso Ortiz Parada, México
Jorge Alonso, CIESAS Occidente, México
Jorge Regalado, Universidad de Guadalajara, México
Juan Pohlenz Córdova, UNICH, México
Julia Preciado, CIESAS, México
Julieta Zacarías Ponce, Capys a.c., México
LAURA MONSERRAT MEDINA ORTIZ , Universidad de Guadalajara, México
Lorena Erika Osorio Franco, Universidad Autónoma de Querétaro, México
Luisa Fernanda Orozco Valera, Universidad de Guadalajara, México
Luz Alvarado, Universidad de Guadalajara, México
Magdalena Villarreal, CIESAS Occidente, México
Marcelo Sandoval Vargas, Universidad de Guadalajara, México
María Atilano Uriarte, Centro de Promoción y Educación Profesional «Vasco de Quiroga”, México
María de los Ángeles Gallegos Ramírez, Universidad de Guadalajara, México
María Guadalupe Morfín Otero, México
Marina Sol, Universidad de Guadalajara, México
Mayra del Rosario Flores Camarena, Universidad de Guadalajara, México
Miguel Bazdresch, ITESO, México
Miguel Hernandez, El Colegio de Michoacan, México
Mónica Gallegos, Universidad de Guadalajara, México
Olimpia Muñoz Ojeda, Universidad de Guadalajara, México
Paola Elena Garibi Harper y Hernandez, Universidad de Guadalajara, México
Paola Lazo Covera, Centro de Justicia para la Paz y el Desarrollo (CEPAD), México
Patricia Botero-Gómez, Centro de Estudios Independientes, Color Tierra, Colombia
Patricia Safa Barraza, CIESAS, México
Patricia Valdés, MatLaHembra
Priscila Hernández, Universidad de Guadalajara, México
Rafael Sandoval Alvarez, Universidad de Guadalajara, México
René Osvaldo Rosales Ochoa, Universidad de Guadalajara, México
Roberto Tejeda Ávila, UNAM, México
Rocío Ascencio, Universidad Pedagógica Nacional, México
Rocio Salcido, Universidad de Guadalajara, México
Rodrigo Camarena, ITAM, México
Romina Beltran, Wesleyan University, USA
Rosa Elba Rodríguez, Universidad Autónoma de Baja California Sur, EEUU
Rosa López Aguilar, Universidad de Guadalajara, México
Rosa Vesta López Taylor, Universidad de Guadalajara, México
Rossana Andrea Almada Alatorre, Universidad Autónoma de Baja California Sur, EEUU
Rubèn Darìo Arèchiga Robles, IPN, México
Sandra Patricia Velasquez, Universidad Externado de Colombia
Sara Yaneth Fernández Moreno, Universidad de Antioquia, Colombia
Sergio Tischler Benemérita Universidad Autónoma de Puebla, Mexico
Sofía Herrera Rivera, México
Sulima Garcia, Universidad Autónoma de Querétaro, México
Susana Larios Murillo, Universidad de Guadalajara, México
Sylvia Marcos, México
Teresa Chavira, Universidad de Guadalajara, México
Tersa Gutiérrez Zúñiga, México
Valeria Urán Sierra, Periferia, Prensa Alternativa, México
Vania Ortiz, Universidad de Guadalajara, México
Vianey Plascencia López, Universidad de Guadalajara, México
Victor Espinosa, The Ohio State University, USA
Ximena del Carmen Zamora Padilla, Universidad de Guadalajara, México
Xochitl Leyva Solano CIESAS, Chiapas, México
Zariá Casillas Olivares, Universidad de Guadalajara, México
Zeyda Rodríguez Morales, Universidad de Guadalajara, México
Grecia Marant García Castellón, Universidad de Guadalajara, México
Justin Podur, York University, Toronto, Canada
Michael Neocosmos, Emeritus Professor in Humanities, Rhodes University, South Africa, Distinguished Visiting Scholar University of Connecticut Humanities Institute, United States, Visiting Professor, WISER, University of the Witwatersrand, South Africa
Andrej Grubacic, Professor and Chair of the Anthropology and Social Change program, California Institute of Integral Studies (CIIS), San Francisco, CA, USA
Asamblea Nacional de Braceros, México
Consejo Nacional Urbano y Campesino(CNUC), México
Unión popular APIZAQUENCES democrática e independiente (UPADI), México
Stephan Dobson, Dept. of Social Science, York University, Canada
José Ángel Quintero Weir, Mayor Añu, Profesor Universidad de Zulia, Venezuela
Emmanuel Rozental, Pueblos en Camino, Cauca, Colombia
Vilma Rocío Almendra Quiguanás, Pueblos en Camino, Cauca, Colombia
Derly Constanza Cuetia Dagua, Pueblos en Camino, Cauca, Colombia
Rangel Mauricio Acosta, Pueblos en Camino, Cauca, Colombia
Heriberto Salas Amac, Concejal del pueblo Nahua del Valle de México, del Concejo Indígena de Gobierno, del Congreso Nacional Indígena de México
Gabriela Tellez, Concejal del pueblo Nahua del Valle de México, del Concejo Indígena de Gobierno, del Congreso Nacional Indígena de México
Nelton Rivera, Prensa Comunitaria, Guatemala
Patricia Tanambi, Brasil
Coordinadora de Pueblos del Oriente del Estado de Mexico, México
Pueblos en Camino, Abya Yala
Colectivo Tajtolmej Taltipak AC, Sierra Norte de Puebla, México
Centro de Estudios para el Desarrollo Rural-Promoción y Desarrollo Social A.C., Sierra Norte de Puebla, México
Brigada «Dr. Ignacio Martín-Baro”, Guadalajara, Jalisco, México
Rete Kurdistan Puglia, Italia
Rojava Alliancen in Denmark
COLECTIVO LOS HIJOS DEL MAÍZ, Tlaxcala, México
Radio Fogata Cherán

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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