Francesco Cecchini

No al colpo di stato in Bolivia


Quello che è accaduto in Bolivia è parte del contrattacco repressivo e destabilizzatore dell’Impero contro i governi popolari dell’America Latina C’è stata una trasformazione materiale, come mai prima d’ora, nella politica economica e sociale, con conseguente miglioramento della qualità della vita dei popoli dell’ America Latina e di fronte a questo, l’Impero sta reagendo, ma in Bolivia la partita è ancora aperta. Stanno sorgendo ostacoli alla realizzazione di una dittatura.


COLPO DI STATO CHE CERCA DI AVANZARE.

La preparazione del colpo di stato in Bolivia è stata prearata da tempo. Carlos Mesa, avversario di destra di Evo Morales nelle recenti elezioni, ha avuto contatti con numerosi funzionari e parlamentari statunitensi. Alla fine di luglio 2018 ha già annunciato che una rielezione di Evo Morales porterebbe a “una situazione che non vogliamo: la violenza”. Ciò indica che l’attuale colpo di stato era ben preparato. L’OSA – l’Organizzazione degli Stati americani – è stata determinante in questo colpo di stato. L’OAS è stato creato nel 1948 dagli Stati Uniti per mantenere i paesi dell’America Latina sulla scia di Washington. Ha rifiutato di riconoscere i risultati delle elezioni boliviane. Ha esercitato una forte pressione sul governo e ha fornito ai militari un pretesto per chiedere le dimissioni del presidente Morales. Con ancora Evo Morales presidente l’amministrazione di Donald Trump chiede che si dimetta. Il Senato degli Stati Uniti fa lo stesso. Il loro piccolo soldato Luis Almagro, segretario generale dell’OAS, si allinea. Dopo le dimissioni di Evo Morales e il suo asilo in Messico il processo di consolidamento del colpo di stato creca avanzare e ha un supporto internazionale. Oltre al governo degli Stati Uniti e al segretario dell’Organizzazione degli Stati americani, Luis Almagro, il governo colombiano si è unito, e l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, ha sostenuto la nomina di Añez come presidente ad interim. Il prossimo passo del colpo di stato sarà occupare il potere legislativo, dove il MAS ha la maggioranza in entrambe le case.
GOVERNO DI JEANINE, LA GUAIDO’ BOLIVIANA.

Jeanine Áñez con la Bibbia in mano al posto della Costituzione


Dopo le dimissioni di Evo Morales, la Bolivia ha come presidente la senatrice Jeanine Áñez di Unidad Demócrata, nominata presidente ad interim dai parlamentari della sua formazione politica e di alcuni altri gruppi, in assenza degli esponenti del governativo Movimento al socialismo (Mas), che controllava i 2/3 delle due Camere, e dunque del quorum legislativo Evo Morales, dal Messico ha parlato di: “golpe più subdolo e nefasto della storia”. Nel segno evidente che Jeanine Áñez intende allontanare la Bolivia dal socialismo di Evo Morales, uno dei suoi primi atti mercoledì è stato riconoscere il leader dell’opposizione Juan Guiado come presidente del Venezuela, ribaltando così il sostegno della Bolivia a Nicolas Maduro. I nuovi ministri sono11, tra cui l’avvocato di Camacho. Uno dei più controversi è Arturo Murillo, ministro del governo, che nel 2017 ha detto alle donne che volevano abortire: “suicidarsi, ma non uccidere la vita di qualcun altro”. Inoltre, ha annunciato una “caccia” contro i ministri di Evo Morales.


OPPOSIZIONE ALLA DITTATURA.

Manifestanti indigeni in favore di Evo Morales


Per giornate consecutive migliaia e migliaia di sostenitori del presidente boliviano deposto, Evo Morales, si sono radunati a La Paz, la capitale boliviana, per chiedere le dimissioni della leader “provvisoria” autoproclamata Jeanine Anez. La polizia antisommossa ha squadrato i manifestanti durante gli scontri di strada. Migliaia di boliviani stanno manifestando contro il colpo di stato, che è stato orchestrato dai leader dell’opposizione Luis Fernando Camacho e Carlos Mesa e sostenuto dalle forze armate e dalla polizia del paese. I manifestanti hanno incontrato una forte risposta della polizia affrontando raffiche di gas lacrimogeni dalle forze di sicurezza corazzate. Il bilancio fino ad ora delle proteste è pesante, una decina di morti e circa 400 feriti.
I legislatori dell’opposizione di destra hanno sostenuto che la dichiarazione di Anez era valida ai sensi della costituzione boliviana, Movimiento al Socialismo ( MAS) ha definito ciò illegale. In una sessione straordinaria tre forze politiche, Unità Democratica, PDC e MAS, hanno concordato una soluzione per il Senato.La senatrice del MAS Mónica Eva Copa è il presidente, il primo vicepresidente è Pedro Montes, anch’egli del MAS, e il secondo vicepresidente è Carmen Eva Gonzales, dell’UD. Omar Aguilar (MAS) è il primo segretario, il secondo è vacante e il terzo è Eliana Mercier.
La mobilitazione del popolo boliviano e la presa di posizione del MAS ha portato Jeanine Áñez a più miti consigli. Áñez e il MAS hanno iniziati i primi approcci per un dialogo dopo un’altra grande mobilitazione nel rifiuto del colpo di stato.
Il MAS ha chiesto tre condizioni per ottenere la pacificazione del Paese: -che sia garantito che i leader, militanti del MAS di non sian perseguitati, -una legge che permetta il salvacondotto -che Evo Morales ritorni
Sembra che Jeanine Áñez non si opponga al ritorno di Evo Morales in Bolivia. Secondo fonti di stampa, il Mas e le opposizioni avrebbero trovato un accordo sulla procedura per arrivare rapidamente a nuove elezioni.
il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ha inviato un suo rappresentante, Jean Arnault, di di andare a La Paz e offrire appoggio per raggiungere una soluzione pacifica della crisi. Evo Morales ha ringraziato Antonio Guterres.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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