Ho aspettato qualche ora prima di scrivere, per rispetto nei confronti di Venezia e dei suoi abitanti.
Ma vedo, purtroppo, che lo stesso rispetto non è contemplato dai soliti noti che, ad allarme ancora in corso e con la marea che rischia di fare ulteriori danni, come avvoltoi utilizzano il fenomeno estremo per giustificare il completamento del MOSE. Pur sapendo che proprio il MOSE è fra le cause del disastro attuale e sarà totalmente inutile e pure dannoso con l’aumento degli eventi atmosferici estremi e l’innalzamento del livello del mare a causa del riscaldamento globale.
La storia di Venezia è nient’altro che la storia d’Italia, se lo mettano bene in testa.
La storia di un posto unico al mondo che ha resistito ai cambiamenti negli anni grazie a un preciso e certosino lavoro di adattamento e manutenzione del territorio. Quello che da circa 20 anni non si fa più perché tutte le risorse se le mangia la grande opera, utile solo a chi la fa e vuole portarla a termine.
Bisognerebbe fare interventi specifici per innalzare rispetto al livello del mare monumenti, chiese, case e palazzi, come è già stato fatto in passato.
Bisognerebbe chiudere la stagione delle grandi navi, per le quali sono state aperte bocche di porto enormi in laguna e fatti scavi di fondali troppo profondi. Tutte “opere” che aumentano la permeabilità della città alle maree.
E nulla dico sul versante ambientale, che richiede sforzi urgenti e stringenti per ridurre le emissioni, pena un innalzamento dei mari che rischia di inghiottire intere aree costiere del nostro Paese.
A Venezia serve quello che serve all’Italia: non grandi opere, ma manutenzione, cura, ricerca, interventi specifici e puntuali.
Ma niente, buona parte della politica continua da oltre 20 anni a suonare la gran cassa delle grandi opere, mentre un intero sistema batte cassa e bussa a denari, anche con fenomeni corruttivi intollerabili.
Quei denari che servono per mettere in sicurezza non solo la Storia, ma la possibilità di vita in una città.

Pagina FB Nicola Fratoianni

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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