10 novembre, Evo Morales ha annunciato la sua rinuncia forzata alla presidenza del paese dopo che l’esercito gli “suggerisse” di andarsene. In seguito, il golpe di stato accadde e Morales si è esiliato in Messico mentre la senatrice oppositrice Jeanine Añez si è auto-proclamata presidentessa immaginaria in una sessione del Parlamento senza quorum. Il capo dell’esercito Williams Kaliman, si è incaricato di collocarle la banda presidenziale.  

Mentre assistiamo alle difficoltà della stampa per chiamare “golpe di Stato” (non così Bernie Sanders) ad una situazione prodotta ovviamente con l’intervento dell’esercito, vediamo interviste di Añez nelle quali la presidentessa immaginaria giustifica il fatto di essere entrata al Palazzo di Governo inalberando un Bibbia gigantesca per essere “un atto di fede” (davanti al volto incredulo del presentatore della BBC).

Ora, nelle reti sociali hanno ricordato un altro “piccolo” dettaglio. La presidentessa immaginaria appartiene al partito Movimento Democratico Sociale, un partito che nelle ultime elezioni ha ottenuto circa il 4% dei voti, con 4 deputati su 130 ed 1 senatore su 36. Una circostanza che ricorda quella del Venezuela, dove l’auto-proclamato presidente immaginario di questo paese, Juan Guaidò, fa parte di un partito (Volontà Popolare) che ha 20 deputati su 167 nell’Assemblea Nazionale.

(Con informazione di Publico)

traduzione di Ida Garberi

http://it.cubadebate.cu/notizie/2019/11/21/i-punti-verdi-che-governano-bolivia/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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