La rivolta di Rosarno dieci anni dopo: “Non è cambiato niente”. Intervista al magistrato Bruno Giordano: “Incredibile inerzia di chi dovrebbe intervenire”. Gli arresti dell’ultima operazione: Caporali migranti al posto degli italiani. Il sindaco: “I fondi promessi da Salvini non sono mai arrivati”


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Ieri è stato il decennale della rivolta di Rosarno. Il 7 gennaio 2010 i braccianti immigrati reagirono contro lo sfruttamento e la violenza della ’ndrangheta, dei caporali e degli imprenditori fuori legge. 

(clicca qui per ascoltare intervista al magistrato Bruno Giordano).

«Dopo 10 anni non è cambiato niente. Solo che non c’è più la baraccopoli. Ma i ragazzi vivono sempre allo stesso modo», dice Bartolo Mercuri, “Papà Africa”, presidente dell’associazione “Il Cenacolo”, che da vent’anni è al fianco dei poveri e degli abbandonati, immigrati e italiani, soprattutto i più nascosti. La terribile e disumana baraccopoli di San Ferdinando, dove vivevano più di duemila persone, è stata smantellata il 6 marzo 2019, ma nulla è stato fatto per dare un’accoglienza degna ai lavoratori immigrati che comunque anche quest’anno sono arrivati per la raccolta degli agrumi. Ora c’è una tendopoli. I problemi di caporalato e di controllo da parte delle organizzazioni criminali sono rimasti gli stessi. La differenza è che ora il lavoro sporco lo fanno i migranti stessi, veri e propri “Kapò”, comandati dagli italiani. 

Oggi sono state arrestate una ventina di persone. L’inchiesta, condotta dal luglio 2018 al gennaio 2019, attraverso il ricorso a pedinamenti, osservazioni, riprese video, interrogatori ed intercettazioni ha permesso agli investigatori di fare luce sull’esistenza di una vera e propria rete di caporali composta da cittadini centrafricani che all’epoca vivevano nella baraccopoli di San Ferdinando e a Rosarno. Lo sfruttamento iniziava già alle 5 del mattino quando i caporali, alla guida di minivan e veicoli – il più delle volte inidonei alla circolazione su strada ed al trasporto di persone – iniziavano a caricare a bordo i braccianti radunati in diversi punti di raccolta, quali la baraccopoli di San Ferdinando ed il campo container di Rosarno. Da qui venivano trasportati nei diversi fondi agricoli sparsi nella Piana per essere impiegati nella raccolta degli agrumi. Nei furgoni, omologati per il trasporto di non più di 9 passeggeri compreso il conducente, i caporali riuscivano a caricare sino a 15 persone, costringendo i braccianti, già provati dalle scarse condizioni di vita all’interno della baraccopoli, a trovare posto su sedili di fortuna realizzati con tavole in legno, secchi di plastica, cassette per la raccolta e pneumatici usati di autoveicoli.
Dalle indagini sono emersi anche alcuni episodi di detenzione ai fini di spaccio di marijuana e il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione da parte di un liberiano. Quest’ultimo si occupava di trasportare donne di nazionalità nigeriana, da Rosarno verso la baraccopoli di San Ferdinando ed il campo container di Rosarno dove erano costrette a prostituirsi ed a cedere successivamente parte del ricavato al loro sfruttatore.

«I ragazzi sono terrorizzati, si nascondono, hanno paura di essere cacciati» continua Bartolo. È l’effetto del decreto sicurezza che eliminando il permesso di soggiorno per motivi umanitari ha trasformato queste persone in irregolari, ancor più fragili sul mercato del lavoro, ancor più vittime dello sfruttamento.

Lla nuova tendopoli di San Ferdinando, realizzata nel 2017, attualmente ospita circa 450 persone, il massimo previsto, «ma ogni notte 35-40 persone scavalcano la recinzione ed entrano – ci dice il sindaco Andrea Tripodi – per dormire nella tenda moschea. E questo perché dopo lo smantellamento della baraccopoli non è stato realizzato nulla. Ci sono state omissioni e insipienza e soprattutto è mancata una politica organica rispetto a questo fenomeno».

E di fronte alla tendopoli ci sono ancora i cumuli dei resti delle baracche, tonnellate di rifiuti pericolosi lì da dieci mesi. «I fondi promessi dall’allora ministro Salvini non sono mai arrivati» torna a denunciare il sindaco

http://www.controlacrisi.org/notizia/Solidarieta27/2020/1/8/53268-la-rivolta-di-rosarno-dieci-anni-dopo-non-e-cambiato-niente/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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